Recensione – I fiori della guerra è un intenso film drammatico tratto da un libro e ambientato durante il Massacro di Nanchino nella seconda Guerra Sino-Giapponese nel 1937-1938. Una imponente produzione cinese con protagonista l’attore Christian Bale e la regia di Zhāng Yìmóu.
La paura e una convivenza difficile
1937, Nanchino, Cina Orientale. L’esercito giapponese ha preso il controllo della città e non rimangono che nebbia, desolazione e case arroccate. Un gruppo di giovani ragazze cinesi scappa alla ricerca di un luogo sicuro così come l’americano John Miller (Christian Bale). Loro sono allieve in una scuola cattolica e cercano rifugio nella Chiesa mentre John è un becchino senza scrupoli e alcolizzato che ha l’unico obiettivo di seppellire il parroco Engelmann, direttore del collegio, da poco deceduto.
Le bambine sono spaventate e non rimane più niente, se non un piccolo gruppo di soldati cinesi che cercano di difenderle – tra cui il comandante Li e un altro soldato. Ma John e le allieve non sono gli unici a cercare un riparo. Infatti da lì a poco arriverà anche un gruppo di prostitute cinesi – capitanate da Yu Mo (Ni Ni) – che come loro scappano. Quella che all’inizio sembra una convivenza inconciliabile e ingestibile, si rivelerà fondamentale per la vita di tutti. E John entrerà nei panni di un (fittizio) parroco e cercherà di salvarle con tutte le sue forze…
Kolossal cinese
The Flowers of War è un film del 2011 prodotto da Beijing New Picture Film Co ai Nanchino Studios. Per la regia di Zhāng Yìmóu, importante attore, regista e sceneggiatore nonchè uno dei nomi di spicco della ‘Quinta Generazione’ – un gruppo di registi cinesi di talento che hanno permesso di rendere celebre il cinema nazionale oltre i confini. Il regista è noto ai più in Occidente per la sceneggiatura de ‘La Foresta dei pugnali volanti’ (2004) e ‘La città proibita’ (2006) ma anche per aver vinto 3 premi Oscar tra cui ‘Lanterne Rosse’ (1991).
La sceneggiatura è di Liu Heng e l’attore protagonista è il pluriacclamato Christian Bale – solo per citarne alcuni ‘L’impero del Sole’ (1987), ‘The Prestige’ (2006), ‘The Fighter’ (2010) ‘Vice’ (2018), ‘Le Mans 66’ (2019). Distribuito nel 2011 in America e in Cina, in Italia è uscito direttamente in Home Video dal 2014 senza la distribuzione nelle sale. La produzione ha previsto un budget imponente per una pellicola cinese – 90 milioni di dollari ed è stato accolto molto bene: Rotten Tomatoes lo classifica con un punteggio del 73%, IMDb con 7,6 ed è stato candidato agli Asian Film Awards e ai Golden Globes nella categoria Miglior film straniero.
Gli orrori della guerra
La pellicola è ambientata durante una brutale (e scomoda) pagina di storia di inenarrabili atti di ferocia umana – impossibile non citare il film nostrano ‘La Ciociara’ di Vittorio de Sica con Sophia Loren e tratto dal romanzo di Moravia.
La produzione, infatti, prende ispirazione dal libro “Le 13 donne di Nanchino” di Geling Yan – autrice e sceneggiatrice cinese naturalizzata americana – e tratta dei terribili atti perpetrati per circa sei settimane a Nanchino, l’antica capitale cinese, dall’esercito giapponese ai danni dei civili durante l’occupazione della città. Ancora oggi questo episodio è motivo di scontro diplomatico tra i due paesi.
Il dramma e la speranza
La brutalità della guerra raccontata attraverso gli occhi di bambine innocenti. Sono proprio le bambine le vere protagoniste al fianco di un imprevedibile John: prima reticente e troppo ubriaco per prendersi delle responsabilità e dopo assalito da un forte senso di protezione paterna nei confronti delle sue ragazze indifese. La sua è una lotta incessante per salvarle e proteggerle. La pellicola è un percorso attraverso le atrocità che hanno alla base un sentimento sinofobico ma al contempo è una storia di sopravvivenza e di affetto.
Il film è costruito con una notevole precisione a livello visivo, i colori e i dialoghi sono studiati meticolosamente e tutti gli attori donano intense performance. Nonostante le 2 ore e mezza di durata, i dialoghi in inglese e cinese, tiene incollato lo spettatore allo schermo in una climax crescente di emozioni dalla paura, al terrore fino alla speranza. Una pellicola intensa e tosta, ma imperdibile!
“This is a house of the Lord! These are children! You are breaking the laws of man and of God!”
Voto 8