Recensione in anteprima – Venezia ‘23 – In ConcorsoPietro Castellitto scrive e dirige il suo secondo film, a tre anni di distanza da I predatori e, come allora, presenta il suo lavoro in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia. Enea è eccesso e superamento, senza freni e compromessi. Dall’11 gennaio 2024 in sala.

Epica classica

Enea (Pietro Castellitto) è un trentenne romano che proviene dall’alta borghesia. Il padre Celeste (Sergio Castellitto) è uno psicoanalista malinconico e la madre una caricatura di donna eccentrica profondamente innamorata del marito.

Enea trascorre le sue giornate in coppia con Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio), il migliore amico con il quale esiste un rapporto di amore fraterno. I due condividono la spensieratezza e l’energia vitale necessarie a non soccombere alla decadenza e alla promiscuità della società che li circonda. La coppia non manca a nessun evento mondano. I due sono parte integrante e ai vertici dell’organizzazione di eventi votati all’eccesso e gestiscono un giro di spaccio di cocaina di piccole dimensioni, ma coraggioso e ambizioso.

Attorno ai due ruotano diversi personaggi, tutti molto caratterizzati: dalla ragazza che incontra EneaEva (Benedetta Porcaroli) – alla figura borderline del celebre e fittizio Oreste Dicembre (Giorgio Montanini), passando per un ritrovato Matteo Branciamore che interpreta Gabriel, un coatto organizzatore di eventi, anch’egli addentrato nella piccola criminalità romana.

Le conseguenze delle azioni grottesche dei due protagonisti li porteranno a scontrarsi con una realtà cinica, poco accomodante con coloro che ritiene fuori posto.

Prova d’Autore

Castellitto continua, con il suo secondo film da regista, a descrivere una realtà che probabilmente ben conosce. Si capisce dall’umorismo sottile e particolare con cui scrive i dialoghi, si capisce dalla caratterizzazione dei personaggi e dalle loro interpretazioni coerenti, evidentemente orchestrate da chi ha una visione d’opera complessiva chiara.

Come nella sua opera d’esordio, il regista racconta il disagio generazionale e sociale di un ragazzo che si trova schiacciato fra la propria morale, i propri sogni, la propria famiglia e la società esterna, talmente incomprensibile e malata da poter essere affrontata solo tramite strafottente ironia e malpensate azioni. Lo stile di scrittura, di regia e di pensiero di Castellitto richiama molto del cinema italiano, dalla denuncia sociale alla commedia, conscio però dei tempi in cui vive e facendosi così carico del racconto di una generazione, di un’epoca.

La scena artistica romana

Giorgio Quarzo Guarascio, in arte musicale Tutti Fenomeni, interpreta l’eccentrico, silenzioso e impavido amico del protagonista Enea. Egli è divenuto abbastanza famoso nel panorama musicale italiano, in particolare nella scena più indipendente e underground, per la sua capacità di unire sound elettronici e pop a testi aridi e criptici. L’idea musicale di Tutti Fenomeni rispecchia fedelmente l’idea filmica di Enea. Il connubio Castellitto-Guarascio funziona perché non è improvvisato.

Per coloro i quali conoscevano i due artisti prima di questa collaborazione, la stessa rappresenta un vero successo: si sono incontrate due persone che parlano la stessa lingua e percepiscono la società in maniera simile. La componente musicale è fondamentale per Castellitto e il trittico si chiude con chi ha firmato la colonna sonora del film: Niccolò Contessa. Quest’ultimo infatti collabora abitualmente con Tutti Fenomeni, aveva composto la colonna sonora anche per l’opera d’esordio del regista e anch’egli ha guadagnato l’acclamazione della critica grazie ai suoni pop, molto legati alla new wave, e ai testi autoriali e significativi.

Il  cinema espressione dei tempi

C’è molta autorialità, coerenza e romanità in Enea. Queste caratteristiche rendono il film centrato, gli donano un’anima che lo distingue dal resto e Castellitto dimostra così alla sua seconda opera – che si sa, è la più difficile – di conoscere il cinema e di avere una visione chiara di come voglia sfruttarne le capacità come mezzo espressivo. I personaggi scritti e diretti da Castellitto sono spesso apparentemente calmi, arroganti e presuntuosi ma nascondono in bella vista delle crepe di ironia, debolezza e tensione che generano nello spettatore la sospensione dell’incredulità, potendo giocare così con quanto si vede sullo schermo, forzandone i limiti.

Lo stile del regista romano non è perfetto e capita che nel corso del film, soprattutto nella seconda parte, visivamente alcune scelte scenografiche e fotografiche non convincano appieno. La maestria nel fare propri i vizi di forma e di sfruttarli a servizio del racconto è propria dell’esperienza e Castellitto l’otterrà sicuramente, lungo la propria carriera da cineasta che, se era iniziata con il piede giusto con I Predatori, prosegue sapientemente con Enea.

Voto: 7

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