Recensione in anteprima – Tra sequel e libero remake alla lontana di “Twister” del 1996 di Jan de Bon con Hellen Hunt sbarca al cinema una nuova incarnazione del disaster movie legato ai tornado. Un film che punta molto sugli effetti cinematografici, sul sex symbol del momento ovvero Glen Powell e su una storiella di contorno non sempre riuscita. Al cinema dal 17 luglio.
La storia
Kate Cooper (Daisy Edgar-Jones) da ragazza ha cercato con un gruppo di amici di trovare una formula chimica che imbrigliasse la devastante forza dei tornado. Le cose non sono andate bene ed ora svolge il suo lavoro di meteorologa dietro le rassicuranti mura di un edificio newyorchese. Quando, dal recente passato, giunge l’amico Javi (Anthony Ramos) per cercare di convincerla a tornare in azione sul campo si lascia tentare. Incontrerà sul suo cammino Tyler Owens (Glen Powell) che, con i suoi accoliti, va a caccia di tornado per esibire le proprie gesta su Youtube.
Sono passati 28 anni dal film di Jan de Bon e alla produzione rimane anche Steven Spielberg così come i personaggi sono di derivazione dagli scritti di Michael Crichton. La dinamica degli eventi non può che ricalcare la trama di qualsiasi disaster movie sull’argomento e, quindi, la differenza tra i vari film la fanno altri argomenti. Innanzitutto “Twisters” ha degli effetti speciali al passo coi tempi e inimmaginabili per i decenni precedenti. Il tema ambientale non è esplicitato e mai accennato, scelta del regista Lee Isaac Chung che ha privilegiato azione e narrazione rispetto a quella che poteva apparire come “predica”.
Gli effetti (speciali) naturali
Degli effetti speciali abbiamo già iniziato a parlare in precedenza. Questi, ovviamente aggiornati alla tecnica del nuovo millennio, creano effetti realistici riguardo a tutte le devastazioni dei tornado. Pioggia, vento, grandine, tutto è creato con ottimi risultati e, in sala, con un ottimo audio, la sensazione di immersione nella tempesta è totale.
Chi vi scrive non è meteorologo e non ha idea se quanto descritto e mostrato dell’argomento può essere verosimile o meno. Sicuramente il film si prodiga in alcune spiegazioni, rende partecipe il pubblico inserendo anche termini tecnici e ipotizza soluzioni che possono essere alquanto originali.
La competizione che si instaura per andare a caccia dei tornato viene aggiornata ai tempi dei social e viene resa dura, spietata ma anche fortemente di facciata. Proprio come avviene sui social, ciò che appare è più importante di ciò che invece viene costruito, si conosce, si ha esperienza vissuta.
La storia (in)naturale
“Twisters” cerca di creare dei legami tra i personaggi e cerca anche di corredarli con un minimo di storia pregressa. Già i primi minuti riguardano un antefatto che segnerà la protagonista e il personaggio di Kate è sicuramente il più approfondito. Daisy Edgar-Jones ne da una caratterizzazione convincente. Kate è quell’occhio del ciclone a cui gira attorno tutto il tornado. Il suo animo non è estroverso ed espansivo ma è pieno di energia, determinazione, coraggio perso e riguadagnato.
Pian piano si fa sempre più spazio Tyler, il personaggio interpretato da Glen Powell che appare in tutte le inquadrature come il sex symbol sicuro di sé e spaccone. Gli animi dei due cambieranno e le dinamiche si faranno sempre più frequenti ma ciò che stona in tutta questa storia fortemente prevedibile nello svolgimento è la caratterizzazione e le scelte poco coerenti dei personaggi.
Molto più interessante e adeso a una maggiore verosimiglianza sarebbe stato invertire età, fattezze e interpreti dei personaggi di Tyler e Javi. Storia e personaggi quindi soccombono all’azione e, solo in poche occasioni si fanno interessanti con anche qualche messaggio sociale solo accennato e troppo superficiale.
Voto: 6,4