LaVarianteLa variante di Lüneburg

Produttore: Dreaming Studios

Genere: Drammatico

Regista: Michael Haneke

Interpreti: Max Von Sydow, Elio Germano, Maximilian Schell, Bruno Ganz, Matthias Habich, Daniel Brühl, Thomas Mikusz, Jan Kozaczuk, Alexander Held, Robert Stadlober, Torben Liebrecht, Andreas Borcherding, Martina Gedeck, Emanuelle Riva

Trama: Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un’altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l’ebreo e l’altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.

Link al film.

Soggetto & Sceneggiatura: Al suo secondo film Mastruccio punta decisamente in alto affrontando un tema spinoso e assai drammatico come lo sterminio degli ebrei. E lo fa con il piglio di un produttore pienamente affermato, che ben poco ha a che vedere col dato “anagrafico” del secondo film all’attivo.
Proprio come una raffinata ed elaborata partita a scacchi il film si dipana lentamente mostrandoci due uomini oramai anziani Frisch e Tabori, che arrivano alla finale resa dei conti dopo che, per un film intero abbiamo assistito – grazie a un’efficace messinscena, ricca di sapienti flashback – al loro agghiacciante passato e al motivo della loro inimicizia.
In tal senso, il film funziona benissimo nella sua costruzione e nell’efficacia dei tanti flashback che non si tirano indietro nel mostrare la cruda realtà dei campi di sterminio nazisti. Finale che non sorprende, ma che di sicuro colpisce emotivamente lo spettatore con un montaggio alternato veramente molto bello, dove la partita a scacchi finisce nell’unico modo in cui poteva finire.
Se si eccettua una prima parte un po’ lenta e che forse avrebbe necessitato di una sforbiciata (penso anche all’infanzia di Mayer) è un film dallo script compatto e avvincente, pieno di immagini potenti che colpiscono lo spettatore col “semplice” orrore di ciò che viene mostrato.

Regia: Non conosco Haneke, ma da quel che so di lui sembra una scelta più che adatta. Se a ciò aggiungiamo le impeccabili descrizioni dei movimenti di macchina di Mastruccio viene spontaneo chiedersi come anche questo nome sia stato poi ignorato nella cinquina per la Miglior Regia.

Personaggi & Cast: Frisch e Tabori sono ovviamente i due personaggi che risaltano di più in tutta la narrazione. A prestargli volto sono il grande Max von Sydow e Maximilian Schell. Difficile dire chi dei due mi abbia colpito di più e chi alla fine risulti il vero protagonista, ma la mia preferenza va per la performance sofferta e intensa di Schell. Un plauso anche al giovane Daniel Bruhl, mentre la presenza di Elio Germano non mi è sembrata poi così importante nel film.

Considerazioni finali: Un film dalla costruzione simile, pieno di flashback e con tante storie che si intersecano e intrecciano, non poteva funzionare senza un abile lavoro di scrittura alla base. Questo è l’autentico punto di forza (la solidità dello script) di questo nuovo film realizzato da Mastruccio. Per il resto, il tema “alto” e la trama ad alto tasso emotivo fanno sì che, per forza di cose, La variante di Luneburg non sia un film al quale si possa rimanere indifferenti. Lo stesso finale, apparentemente sotto le righe (e forse inferiore ad alcune aspettative), contribuisce a dare realismo a una storia che, a conti fatti, nella stessa messinscena dello sceneggiatore, rifugge ogni facile elemento di spettacolarità. 
Voto complessivo: 7.9 (World)

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