Recensione in anteprima – Venezia ’23 – In concorso – Secondo lungometraggio per il regista Bradley Cooper dopo il successo del remake di “A star is born” del 2018. Un film biografico sulla storia di Leonard Bernstein, uno dei più grandi compositori dell’ultimo secolo. Dallo svolgimento classico, con qualche buona idea di regia, il film omette volontariamente tutta la vita politica dell’artista concentrandosi sulla vita sentimentale e musicale. Dal 20 dicembre su Neflix

La storia

Dal momento in cui Leonard Bernstein (Bradley Cooper) piomba sul palcoscenico della Carnegie Hall, a soli 25 anni, a condurre per la prima volta la New York Philarmonic, cosa che farà per una leggendaria tenitura decennale, la sua ascesa è inarrestabile. Accanto a lui, durante la lunghissima carriera in cui alternerà l’attività di direttore d’orchestra a quella di compositore (anche per film drammatici come Fronte del porto e musical come West Side Story) a quella di insegnante e studioso della musica, c’è la moglie Felicia Cohn Montealegre (Carey Mulligan), che condivide ogni sua passione ma mal tollererà le sue relazioni omosessuali.

Il film inizia proprio con la telefonata, nel buio di una stanza, che  Leonard Bernstein riceve per dirigere la New York Philarmonic in sostituzione di un collega impossibilitato. Senza nessuna prova con l’orchestra ottiene un successo insperato. Quella prima scena, in quella stanza nel bianco e nero che caratterizza la prima parte del film, abbiamo anche la rivelazione dell’omosessualità dell’artista. Inoltre, il regista, alla sua seconda opera, mette in mostra una serie di inusuali inquadrature che affascinano e ci immergono in una dimensione teatrale.

Una serie di avvenimenti

Dopo la prima grande direzione, l’ascesa di Leonard Bernstein si fa sempre più incalzante e di pari passo viaggia la sua vita sentimentale ufficiale. Infatti oltre all’omosessualità che rimane, per gran parte, sullo sfondo, abbiamo una vera e propria vita di coppia con la sua futura moglie. Si tratta di una storia d’amore che viene enfatizzata dal regista attraverso diverse scene sentimentali cariche di affetto, romanticherie e, soprattutto, piene di musica. Ovviamente tratta dalle opere dello stesso Bernstein.

Il susseguirsi degli eventi però rimane un po’ come un elenco di una serie di avvenimenti della vita dell’artista. Grandi successi si intervallano ad incomprensioni e riappacificazioni con la moglie. Nuovi amori di Leonard trovano spazio tra il tempo dedicato ai figli e quello dedicato al lavoro che non lo soddisfa mai pienamente.

La regia trova il modo di virare al colore senza un’apparente spiegazione e risulta comunque buona. Le interpretazioni di Bradley Cooper e di Carey Mulligan sono convincenti e, soprattutto quest’ultima offre una grande prova. Scenografia e trucco sono di primo livello mentre la sceneggiatura non si esprime al massimo tralasciando molti aspetti importanti di Leonard, concentrandosi invece sul rapporto con la moglie e le opere dell’artista.

L’altro Leonard

Esiste però un Leonard Bernstein molto più complesso, che presenta delle convinzioni, delle idee molto più varie da quelle presentate nel film. “Maestro” si estranea completamente ed esclude tutta l’attività politica democratica di Bernstein soprattutto negli anni ’70. Una scelta evidentemente dettata da una maggiore neutralità politica che il produttore distributore Netflix ha adottato ma che penalizza enormemente il film.

“Maestro” quindi risulta una fotografia estremamente parziale dell’artista. Sebbene ben confezionato e recitato il film appare mancante. Colpiscono le recitazioni, le scenografie ma la seconda prova da regista dopo “A star is Born” di Bradley Cooper non convince appieno.

Voto: 5,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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