Recensione in anteprima – Yorgos Lanthimos torna sul grande schermo dopo il trionfo di “Povere Creature”. Dirige un film costituito da tre episodi con diversi personaggi ma utilizzando sempre lo stesso cast. Tre buone idee, surreali, stravaganti, oltre il limite con un filo conduttore abbastanza visibile confezionano un film molto più vicino agli esordi stranianti del regista. Al cinema dal 6 giugno.

Le tre storie

Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato (Jesse Plemons) viene incaricato dal suo capo (Willem Dafoe) di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto (Jesse Plemons) è convinto che la moglie (Emma Stone), scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti (Jesse Plemons, Emma Stone) di una setta sono alla ricerca di una donna (Margaret Qualley) che ha il potere di restituire la vita ai morti.

Dopo il successo di critica e pubblico di “Povere Creature”  Yorgos Lanthimos torna con un film sul grande schermo che ricorda molto più da vicino le atmosfere surreali del suo inizio di carriera. Registrato proprio durante il montaggio di “Povere Creature”, “Kinds of Kindness” presenta tre storie interessanti che, forse, non hanno trovato abbastanza materiale creativo per diventare tre film singoli. Trame al limite dell’assurdo con una forte spinta all’estremizzazione delle situazioni in un clima freddo e inverosimilmente distaccato.

Solitudini profonde

Nelle tre storie si possono ritrovare delle tematiche comuni, a volte accennate, altre volte ben evidenti. Una di queste è la solitudine dei protagonisti. Nonostante Robert sia un uomo sposato, nel primo episodio si capisce istantaneamente la sua solitudine quando questa famiglia  scompare letteralmente da un giorno all’altro. Un Robert nella ricerca estrema di approvazione da parte del suo capo. Anche Daniel soffre la solitudine a causa della scomparsa della moglie e la solitudine si presenta sia in Andrew ma soprattutto in Emily anche quando nel terzo capitolo i due son all’interno della comunità.

Solitudini che non hanno soluzione di continuità e sembra che i personaggi non la cerchino nemmeno. Sopraffatti da un desiderio di finta gentilezza immersa in una fredda e forse inconsapevole ipocrisia i personaggi dei tre episodi vengono manipolati e diretti dagli eventi e dal “padrone” di turno: il proprio capo al lavoro, l’ossessione di una prova d’amore della moglie, il capo e le regole della setta.

Oltre ogni limite

Yorgos Lanthimos e Efthymis Filippou scrivono una sceneggiatura che ricorda, per freddezza, distacco e situazioni al limite e oltre alle sceneggiature scritte per “Lobster” e “Il sacrificio del cervo sacro”. Persone che si trovano costantemente davanti a delle scelte di vita e alle quali viene fornita una soluzione e una strada che sono strane, bislacche, surreali, provanti per andare oltre le normali consuetudini.

“Kinds of Kindness” si presenta come un film drammatico composto da tre episodi distinti ma saccheggia a piene mani atmosfere e situazioni da fantascienza, thriller e, a tratti, commedia comica. Di quella comicità che, purtroppo, non risulta così ironica e pungente come vorrebbe essere e distanzia ancora di più gran parte del pubblico restringendo la platea delle persone che potrebbero fruire a pieno dell’intero quadro, o almeno, dei tre quadri specifici.

Questa pellicola di Yorgos Lanthimos divide pubblico e critica e fa anche riflettere sulle dinamiche sociali qui estremizzate e, per certi versi, ribaltate: alcune cose che nella realtà potrebbero essere dichiarate scandalose, nel film invece vengono vissute con la normalità delle situazioni quotidiane.

Cast eccezionale con Jesse Plemons a dare il meglio della sua recitazione nei primi due capitoli e Emma Stone negli ultimi due. Un coinvolgimento corale molto ben orchestrato per un film particolare e ben realizzato.

Voto: 7,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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