Recensione in anteprima – Roma ’23 – Best of 2023 – Acclamato al Sundance e alla Berlinale, candidato agli Oscar 2024 come miglior film e miglior sceneggiatura originale, Past Lives, opera prima della sudcoreana Celine Song, arriva finalmente in sala il 14 febbraio 2024, distribuito da Lucky Red.

“E se anche questa fosse una vita passata e noi fossimo già qualcos’altro l’uno per l’altro nella prossima vita? Chi pensi siamo allora?”

La Trama

Nora (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo), due amici d’infanzia profondamente legati, si separano quando la famiglia di Nora emigra dalla Corea del Sud. Due decenni dopo si rincontreranno a New York, dove vivranno una settimana cruciale in cui si confronteranno sul destino, l’amore e le scelte che segnano il corso della vita, in una storia d’amore moderna e struggente.

La regista Celine Song, già nota per la sua opera teatrale Endlings a New York, trae ispirazione da esperienze personali per dare vita a Past Lives. Ritrovatasi, infatti, in un bar tra due uomini provenienti da periodi molto diversi della sua vita, ma, soprattutto, da mondi e culture lontane – il marito di New York e il suo amore d’infanzia venuto dalla Corea per visitare la città, è come se la regista avesse sentito di attraversare due dimensioni alternative, fondendole in una sola.

È lì, in una convergenza di mondi, che è nata l’ispirazione per “Past Lives”, quello che sarebbe diventato il suo debutto cinematografico.

Il triangolo no (non c’entra)

Erroneo, tuttavia, sarebbe interpretare questa situazione come l’incipit di un classico triangolo amoroso melodrammatico. Song, con maestria, ha trasformato parte della sua esperienza in un film silenziosamente sconvolgente, orientato verso qualcosa di molto più profondo dal punto di vista emotivo: indagare ed esplorare le parti di noi stessi che lasciamo indietro durante il nostro percorso e il modo in cui le persone che amiamo plasmano le nostre vite in maniera irrevocabile.

Ed è proprio questa l’essenza che permea il nucleo emotivo del film. Chi si è. Chi si sarebbe potuti essere o diventare. Quali le strade che abbiamo percorso. Quelle che non abbiamo intrapreso. Ciò che siamo stati, lo siamo ancora? Il tema centrale – la scelta di una vita e la perdita di un’altra – viene esplorato con delicatezza e complessità, senza cadere nei cliché.

“Past Lives” è suddiviso in tre parti che abbracciano paesi e decenni diversi, offrendo uno sguardo intimo sulla vita di Nora e sulle sue relazioni con Hae Sung e Arthur (John Magaro).

Attraverso una fotografia e un montaggio discreto ma allo stesso tempo potentissimo, Song evoca il senso di nostalgia e la malinconia delle vite non vissute, creando un film che risuona nelle corde del cuore con profondità emotiva.

Utilizza i silenzi tra i protagonisti in modo sapiente, permettendo al pubblico di riflettere sulle emozioni dei personaggi e di immergersi completamente nell’atmosfera della storia.

Quale vita vivere

“Past Lives” è un film su cosa significhi esistere, su cosa si provi e cosa significhi scegliere quale vita vivere. La tragedia profondamente toccante del film è proprio l’idea da cui prende vita: scegliere qualcosa significa perderne un’altra. Allo stesso tempo, è vero anche che se lasci qualcosa dietro guadagni anche qualcosa.

Siamo fatti di tante parti e ognuna di queste è conosciuta da persone diverse, in momenti differenti, che, per questo, ci vedono e percepiscono in modo unico e diverso. Non siamo mai solo una cosa. Amare significa riconoscere le moltitudini che abitano dentro l’altro ed accettarle.

La vita di Nora è la dimostrazione della nostra straordinaria capacità di amare e il dolore del film, quindi, non è radicato nell’amore perduto, piuttosto nel non conoscere le parti di noi che non potranno mai essere raggiunte.

Hae Sung andrà a New York da Nora per vedere un’ultima volta quella ragazzina che però ormai non c’è più e che è andata via quando ha lasciato Seul a 12 anni. Lui ama quella ragazzina per quello che è, ma quella ragazzina che conosce Hae Sung è una che se ne va.

La provvidenza e il destino

Oggi, invece, Nora, è una donna che resta, anche per l’uomo che ama, e che va dritta per la sua strada.

“C’è una parola in coreano. In-Yun.

Significa “provvidenza”, oppure “destino”. Ma è specifico per i rapporti tra le persone. Penso che derivi dal Buddismo… e reincarnazione.

È un In-Yun anche se due sconosciuti si incrociano per strada e i loro vestiti si sfiorano accidentalmente. Perché significa che deve esserci stato qualcosa tra loro nelle loro vite passate. Se due persone si sposano, dicono che sia perché ci sono stati 8.000 strati di In-Yun”

Lo In-Yun di cui si parla nel film può sembrare un concetto da intendersi nella sua accezione romantica, ma “Past Lives” ci mostra, invece, come faccia riferimento alle relazioni e all’intimità tra le persone.

In-Yun è la sensazione di essere connessi e di apprezzare le persone che entrano nella propria vita, in questa, in quella precedente o in quelle a venire.

Fino alla fine

Il film culmina con una sequenza mozzafiato che conferma la grandezza di Song come regista. Ed è incredibile e potentissima nella sua semplicità.

“Past Lives” è un’opera straordinaria che esplora con profondità e sensibilità il tema universale delle scelte e delle relazioni umane.

Grazie alla bravura di Celine Song e alle intense interpretazioni di Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro, “Past Lives” offre uno sguardo autentico e unico sulla natura umana e sulle relazioni che plasmano le nostre vite.

Un’esperienza cinematografica coinvolgente e memorabile, destinata a rimanere nel cuore e nella mente degli spettatori a lungo dopo la sua visione.

Voto: 8,5

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