Recensione in anteprima – Matthew Vaughn torna al cinema con un’opera che si ricollega, nelle intenzioni, alla saga “Kingsman”. Ancora spie ma in modo più divertito e divertente. Un continuo gioco di bugie e contro bugie che non sempre è ben orchestrato. Un film con potenzialità ma che le perde, letteralmente, strada facendo. Al cinema dal 1 febbraio.

La storia

Grazie alla saga dedicata all’agente Argylle (Henry Cavill), Elly Conway (Bryce Dallas Howard) è una delle scrittrici di maggiore successo in circolazione, un’erede di John le Carré che racconta con mirabile perizia di agenti dei servizi segreti con licenza di uccidere. Finché un giorno da creatrice di spy story ne diviene protagonista inconsapevole e recalcitrante, una volta trascinata nell’azione da Aidan Wilde (Sam Rockwell), autentica spia agli antipodi dell’idealizzato e fittizio Argylle. Superato il panico iniziale, Elly comprenderà di trovarsi in serio pericolo e di avere in Wilde l’unica via di salvezza.

Questa la trama che è solo l’inizio di tutta una vicenda ben più complessa e articolata. Senza aggiungere eventuali spoiler la vicenda si intreccia in un susseguirsi di colpi di scena che tengono sempre viva l’attenzione del pubblico.

Attenzione che è sollecitata, ricercata, forse eccessivamente con trovate che ricordano lo stile “Kingsman”, trilogia già diretta dallo stesso regista Matthew Vaughn.

La voglia di divertire

“Argylle” inizia subito entrando nel vivo dell’azione. Un’azione che si dimostra ben presto estremamente fittizia, surreale. Un espediente voluto per rimarcare il mondo di fantasia che viene descritto nei libri della protagonista dal mondo reale che vede Elly totalmente differente dal classico stereotipo della spia.

Con un’azione molto più comune a un cartone animato che a un film ciò che risalta sia in questi  primi minuti sia in tutto il resto del film, è la incondizionata voglia di divertire il pubblico. Gli atteggiamenti dei vari personaggi sono sempre improntati al colpire lo spettatore attraverso un malcelato fascino.

La fantasia, il mondo fittizio si confonde via via con il mondo reale. Tra omicidi e svariate sparatorie, fughe all’ultimo minuto e improbabili mezzi di trasporto, il film ha un alto tasso di violenza, soprattutto fuori scena. Violenza sempre carica di ironia, humor e con l’assenza quasi totale di sangue.

Il cast

“Argylle, la super spia” presenta un nutrito cast con nomi molto importanti. Purtroppo non sempre questi nomi vengono sfruttati a dovere ma  il pubblico viene comunque affascinato dalla presenza seppur breve.

Ciò che risalta, forse in maniera un po’ inaspettata, è l’alchimia, la complicità e la partecipazione che si notano tra i due protagonisti. Bryce Dallas Howard e Sam Rockwell formano una coppia che interpreta personaggi opposti in maniera estremamente credibile e coinvolgente. Bryce Dallas Howard, in una scena, risponde indirettamente alla famosa polemica della corsa con i tacchi in “Jurassic World”

Sicuramente questa buona recitazione di entrambi risulta la parte migliore del film. Un film che spreca molto del cast presente, che illude di portare un po’ di novità in un genere ormai inflazionato e che non riesce a stupire più di tanto. La regia è buona e anche la sceneggiatura non presenta grossi problemi. Rimane però quell’incompiutezza di fondo, quel cerchio da chiudere, che, paradossalmente si chiude come vicenda narrata ma non come effetto finale.

Un film non imperdibile che diverte il giusto.

Voto: 6,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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