Recensione in anteprima – Nuovo film di M.N.Shyamalan che debutta sul grande schermo dopo la poco diffusione del precedente “Old” causa pandemia. Una sceneggiatura non originale messa in scena dal regista in modo quasi impeccabile con ottima tensione. Rimangono deboli le motivazioni sottostanti e il finale che, in un dramma, non poteva essere altrimenti. Al cinema dal 2 febbraio.

La storia

Eric (Jonathan Groff) e Andrew (Ben Aldridge) sono i due papà felici della piccola Wen (Kristen Cui), perspicace ben al di là della sua tenera età. Stanchi di subire atti di intolleranza omofobica, si ritirano in un cottage nei boschi per godersi un po’ di pace. Un giorno quattro sconosciuti, guidati dal gigantesco Leonard (Dave Bautista), bussano alla loro porta. Le loro intenzioni sembrano bellicose ma le loro azioni sono contraddittorie, finché Leonard rivela la ragione della loro visita: a Eric e Andrew tocca compiere una scelta dolorosa e insostenibile, senza la quale il mondo è destinato a finire.

La trama è quella del romanzo “La casa alla fine del mondo” di Paul G. Tremblay dal quale il film è tratto. Un romanzo pubblicato nel 2018 con già i diritti per la realizzazione di un film venduti dall’autore già nel 2017. Questo sacrificio per salvare il mondo ricorda un po’ “Il sacrificio del cervo sacro”, film per la regia di Yorgos Lanthimos arrivato nella sale nel 2017 e prodotto nel 2016.

Il sacrificio … del cervo sacro

Il film è molto teatrale in quanto gran parte della storia si svolge all’interno della casa nel bosco. Molto interessante risulta già la scelta registica iniziale tramite la quale si incontrano Leonard e Wen. Si tratta di primi piani di sguardi tra i due mentre parlano tranquillamente e Leonard cerca di presentarsi alla piccola per conquistare la sua fiducia.

M.N. Shyamalan quindi prende per mano lo spettatore come ci si aspetta che faccia all’interno di una escalation di paura, terrore, violenza e orrore visibile anche se il sangue non è mai eccessivo. Grazie a una buona sceneggiatura “Bussano alla porta” riesce a portarci passo passo al nocciolo della questione riguardo all’incursione, con la forza, di Leonard e gli altri tre nella casa della coppia.

I quattro sono portatori di un messaggio di salvezza dall’apocalisse imminente ma questa salvezza presuppone un sacrificio estremo del tutto simile al film di Yorgos Lanthimos. Questa situazione pone molti quesiti morali, tanti interrogativi religiosi, qualche giudizio e scelta affrettata e, soprattutto tira in ballo l’egoismo umano, la vendetta, l’empatia e la propria comodità minata dalla paura immediata e quella più in generale della fine del mondo.

Finale non finale più finali

“Bussano alla porta” segue quasi fedelmente il romanzo per tutto il film tranne nel finale. La vicenda si presta ad avere diversi finali ugualmente sbagliati e ugualmente corretti. Finali che sono tragici, drammatici per quanto riguarda quell’impatto teatrale citato all’inizio. Una (non) via d’uscita che è allo stesso tempo colpo di scena e l’esatto suo opposto componendo un interessante gioco di punti di vista e di soluzioni che, probabilmente coglie l’attenzione del pubblico.

Un inizio interessante, una buona regia che crea quella crescente drammaticità, una buona sceneggiatura e un finale interessante suppliscono a una parte centrale che rischia di girare vanamente su sé stessa. Una partita a scacchi che non avanza e che sembra quasi bloccarsi. La causa è forse da ricercarsi nella fragile consistenza delle motivazioni di Leonard e dei suoi compari.

Il film ha comunque il pregio di intrattenere con drammaticità e terrore strizzando l’occhio persino a quelli che sembrano vaneggiamenti da gruppi social e forum via internet dei più complottisti. “Bussano alla porta” lascia diversi interrogativi, trasmette paure, riordina violentemente le priorità di un pubblico attento.

Voto: 6,3

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *