Recensione in anteprima – Quinto lungometraggio live-action sul grande schermo per le avventure dei due galli inventati da René Goscinny e Albert Uderzo. Il primo film che non si basa su nessuna storia tratta dai fumetti. Una storia originale che fatica ad affascinare e divertire ma che risulta comunque godibile. Dal 2 febbraio al cinema.

La storia

Nel 50 A.C. la Gallia è quasi interamente terra romana, fatta eccezione per un’irriducibile sacca di resistenza: il grande Cesare (Vincent Cassel) non è ancora riuscito, infatti, ad averla vinta sul villaggio dell’Armorica in cui vivono Asterix (Guillaume Canet) e Obelix (Gilles Lellouche). Romani e Galli si ritrovano ora di nuovo gli uni contro gli altri nella lontana Cina, dove l’imperatrice, vittima di un colpo di stato, ha affidato la sua bella e unica figlia, Fu Ji (Julie Chen), al mercante Maidiremaïs (Jonathan Cohen) e, per suo tramite, ai nostri eroi con i baffi, mentre l’usurpatore Deng Tsin Quin (Bun Hay Mean) ha chiesto e ottenuto l’appoggio delle sterminate legioni di Cesare.

La storia di questo nuovo capito di Asterix e Obelix al cinema è originale, nel senso che non deriva da nessuno dei fumetti creati da René Goscinny e Albert Uderzo. Se da una parte si tratta di inserire tematiche un po’ più attuali, dall’altra lo spirito dei fumetti che lo conosciamo ne risulta un po’ alterato uniformandosi a una storia paradossalmente già vista.

L’eredità del passato

Nuovo film da regista per Guillaume Canet che è anche interprete di Asterix e co-sceneggiatore. mentre Gilles Lellouche eredita la parte di Obelix che era stata di Gerard Depardieu ormai non più adatto, per l’età, a interpretare quel ruolo. Con la libertà di una sceneggiatura che non si basa su nessun numero del fumetto il film presenta un Obelix un po’ più tenero e sentimentale oltre a un Asterix più “moderno” con la sua volontà di diventare vegetariano.

Ma il passato, inserito 2000 anni fa stride un po’ con le logiche moderne e quindi i passaggi relativi a rispetto della natura, degli altri popoli, della donna, ecc vengono spesso declinati in chiave umoristica. Spesso però né il divertimento né la satira riescono lasciando il posto a un’ironia un po’ vaga.

Questo nuovo capitolo cerca nuovamente di rilanciare il franchise e la sua futura sopravvivenza cercando nuovi ambienti, nuovi luoghi, nuove forme di coinvolgimento. La presenza di attori francesi e non ma riconosciuti a livello internazionale, l’ospite sportivo Ibrahimovic come fu Schumacher in “Asterix alle Olimpiadi” 15 anni fa cercano di abbracciare una platea sempre più ampia a discapito di una sceneggiatura che non brilla.

Accontentare tutti (quasi) sempre

Durante il corso di tutto il film si ha l’impressione di un film che vuole accontentare tutti ma che non riesce a sfruttare a pieno tutte le sue caratteristiche e le abilità in campo. Il Cesare di Vincent Cassel è sempre godibile con quel suo portamento e presenza da arrogante conquistatore. Lascia perplessi invece il poco utilizzo di Marion Cotillard a cui vengono dati pochi minuti per impersonare una Cleopatra estremamente interessante.

Le relazioni che si vengono a creare tra i nuovi personaggi incontrati lungo il viaggio da Asterix e Obelix parlano soprattutto di amore e amicizia. Su quest’ultima punta il regista per descrivere invece una relazione che già conosciamo, quella tra Asterix e Obelix che ci ricordano, a tratti quell’amicizia fintamente mal sopportata tra i personaggi di Bud Spencer e Terence Hill (chi ha detto “Bambino e Trinità“?)

“Asterix e Obelix, il regno di mezzo” è un film a cui bisogna dare il tempo di carburare e, alla lunga, risulta godibile con alcune scene di azione e di divertimento che piaceranno a molti. Compresa la scena molto divertente e autoironica che vede Ibrahimovic alias Caius Antivirus protagonista, e la storia in modalità “teen” tra Cesare e Cleopatra

Voto: 6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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