Recensione in anteprima – Venezia 78 – In Concorso – Per il secondo anno consecutivo, il regista messicano Michel Franco presenta il suo nuovo film alla mostra del cinema di Venezia. Con protagonista Tim Roth, Sundown uscirà nelle sale il prossimo 14 aprile.
Vacanza e crisi
Neil Bennett (Tim Roth) è un uomo di mezza età che trascorre le vacanze estive in un lussuoso resort di Acapulco, in compagnia della sorella Alice (Charlotte Gainsbourg) e dei due figli di lei. La loro vacanza viene interrotta dalla notizia della morte della madre di Neil e Alice: essi dovranno tornare in Inghilterra per il funerale e per gestire la burocrazia legata all’eredità di una grossa multinazionale dell’industria della carne.
Al contrario di una triste, preoccupata e concreta Alice, il fratello Neil dimostra da subito disinteresse nei confronti di tutta la vicenda e delle persone in generale, arrivando al punto di fingere di essersi scordato il passaporto al momento della partenza, potendo così rimanere da solo ad Acapulco, dove trascorre le successive giornate prendendo il sole sulla spiaggia, ignorando le chiamate di parenti e amici e instaurando una relazione amorosa con Berenice (Iazua Larios), una ragazza locale.
Caos controllato
Come al suo solito, il regista messicano scrive e dirige un’opera dal minutaggio contenuto (appena 83 minuti) all’interno della quale il suo unico scopo è quello di descrivere una sensazione. Al contrario del precedente Nuevo Orden, c’è pochissima azione in Sundown e il ritmo è lento e ponderato, completamente in opposizione all’ opera nella quale appunto caos e frenesia dominavano le scene.
Sundown ha il solo scopo di descrivere quella situazione di alienazione dal mondo che è propria dell’uomo, che a volte lo costringe ad allontanarsi dai costrutti sociali che lo vorrebbero operativo secondo le logiche prestabilite. Neil Bennett è un uomo a cui non è mai mancato nulla, ha ereditato denaro e fortuna ed è probabilmente sempre stato abituato ad una vita agiata condita da comportamenti impostati e situazioni standard. Quello che accade nella sua mente risponde alle domande:
“Quale senso ha comportarsi secondo delle regole imposte da altri?”
“Quale senso ha inseguire uno scopo solamente perché ci è stato insegnato così?”
“Quale scopo ha comportarsi come un gregge e reagire alla vita come gli altri si aspettano che tu faccia?”
Imperfezione
Sundown è un’opera decisamente interessante, che cattura l’attenzione dello spettatore grazie ad un personaggio enigmatico interpretato in maniera minimalista e precisa da Tim Roth. Purtroppo, le aspettative create nella prima parte della vicenda non vengono concretizzate nella seconda.
La prima metà del film costruisce una situazione che vive di un’atmosfera di calma apparente che minaccia di concludersi in caos e dinamicità narrativa. Ciò non accade e la seconda parte della vicenda lascia una sensazione di insoddisfazione per ciò che sarebbe potuto essere Sundown.
Voto: 6.5