Recensione – Nuova commedia corale, è diretta da Paolo Costella, che, insieme a Paolo Genovese, ne cura anche la sceneggiatura. Prodotto da Lotus Production con Rai Cinema, è disponibile su Sky (e Now) dal 28 marzo.

Premesse

Il film parte con una scena fra l’onirico e il surreale, che poco avrà poi a che fare con lo svolgimento narrativo. Tuttavia, instaura da subito la giusta tonalità della pellicola, e ne delinea i temi cardine. Assistiamo, infatti, a una rappresentazione scenica con due pupazzi, maschio e femmina, mossi da figure nere, e viene ricreata una scena d’amore.

Il tutto sulle note del noto brano musicale “Let Her Go” di Passenger, pseudonimo del cantautore britannico Michael David Rosenberg. Le sue canzoni saranno poi la colonna sonora portante dell’intero film. Tutto, come in questa scena iniziale, verterà sulle tematiche della verità opposta alla finzione, del doppio e del tentativo di tenere sotto controllo la propria vita. Oltre, ovviamente, al tema principale dell’amore di coppia.

Trama e personaggi

Cosa fare, se dopo una vita passata insieme, all’improvviso scopri che le promesse matrimoniali scambiate col partner non hanno valore? Il film racconta appunto questo. Un prete, per ben nove anni, ha recitato la parte, e tutte le unioni matrimoniali da egli consacrate vengono annullate. La curia locale provvederà dopo un mese a un evento collettivo per celebrare di nuovo insieme tutti i matrimoni, stavolta in via legale e ufficiale.

Nell’attesa, le certezze crollano, e i dubbi vengono a galla. Alcune coppie, come quella formata da Ambra Angiolini e Fabio Volo, si separano. Altre, come quella di Claudia Pandolfi e Filippo Nigro, rivalutano la propria vita. Nel confronto fra essere coppia e formare una vera famiglia, i figli risultano la soluzione di svolta. Con questo dovranno fare i conti tutti. Compresa la doppia coppia formata rispettivamente da Luca Bizzarri e Carolina Crescentini, e da Paolo Kessisoglu e Claudia Gerini.

Venire a patti con la vita

Le varie coppie devono quindi rivalutare il valore della promessa, e capire se davvero ciò che hanno vissuto fino al momento dell’annullamento era amore. La sfida potrebbe essere anche ripartire da zero, innamorarsi nuovamente, fare scelte diverse o aggiornare il sistema dell’intera esistenza. I sentimenti verranno messi a nudo, e dovranno fare i conti con i vari interessi individuali.

In questo processo di discernimento, le varie coppie in diversi momenti s’incroceranno, senza mai incontrarsi, ad eccezione del quartetto di Luca e Paolo con rispettive compagne. In questa nuova possibile svolta esistenziale, le varie immaturità di ciascuno si scioglieranno, e fra le varie ipotesi di nuova vita prevarrà lo status quo. Ciò che poteva mutare alla fine viene sconfitto dal nuovo matrimonio. In questo scenario in cui si ritorna al punto di partenza, si naviga fra personaggi non pienamente risolti, comicità solo a tratti raggiunta e luoghi comuni.

Riflessioni finali

Nonostante dunque il film si possa rivelare piacevole, e un buon passatempo, tutto resta in superficie, con poco approfondimento psicologico e con una trama purtroppo prevedibile. La sacralità del matrimonio resta tale, e neanche l’annullamento ufficiale porta a una ripartenza.

A risaltare, oltre al cast senza dubbio di spicco, è, come già notato, la musica. Insieme a Passenger, nella colonna sonora si può anche notare la presenza dei Negramaro, per il brano “La prima volta”. Il film si avvicina quindi a tematiche note di pellicole come “Immaturi” di Paolo Genovese, senza raggiungere la profondità caratteriale dei personaggi che fanno di “Perfetti sconosciuti” forse il suo film di maggior successo. Più simile ad altre pellicole di Costella, per cui il matrimonio è focus centrale, “Per tutta la vita” rappresenta pertanto un buon intrattenimento, senza troppe pretese.

Voto: 5,6

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