Recensione in anteprima – Dopo il primo film “Suicide Squad” del 2016, accolto tiepidamente da pubblico e critica, l’universo DC Comics affronta nuovamente gli antieroi più controversi del suo universo. Non un sequel, non un reboot ma, a detta dello stesso regista James Gunn, qualcosa “a parte”. Un film senza senso ma nel senso buono del termine. Al cinema dal 2 agosto.

La storia

Amanda Waller (Viola Davis) ha una nuova cruciale missione e ha bisogno di una nuova squadra di supercriminali, imprigionati dal sistema carcerario-industriale americano. È particolarmente determinata ad avvalersi di Bloodsport (Idris Elba), che pensa abbia la stoffa di un vero leader e possa guidare il team al successo. Al suo fianco una galleria di personaggi a dir poco improbabili e spesso caricaturali, con in più il ritorno di Rick Flagg (Joel Kinnaman), Harley Quinn (Margot Robbie) e Capitan Boomerang (Jai Courtney) . Riusciranno a recuperare le informazioni sul misterioso progetto Starfish, sull’isola Corto Maltese?

“The Suicide Squad” arriva al cinema nei tempi previsti ma dopo una lunga e travagliata lavorazione durata quasi 5 anni. Dopo “Suicide Squad” Warner Bros. aveva subito pensato a un sequel. L’aver perso il regista David Ayer per altri impegni, il sostituto contattato, Mel Gibson si è defilato quando i tempi della sceneggiatura si son allungati portando l’inizio delle riprese al 2018.

Warner Bros. quindi si è rivolta a James Gunn che era stato appena licenziato da Disney. Il regista di “Guardiani della galassia” però ha approfittato dell’occasione per creare un film totalmente smarcato dalla logica del sequel e del reboot. E’ qualcosa di diverso, di “altro” che propende, forse, per un “one shot” irripetibile perchè poi sarebbe privo di novità e soprattutto diventerebbe ripetitivo.

Quel “The”… non a caso

Suggerito quasi per scherzo da James Gunn il film porta nel titolo quel “The” che dice proprio che quello è il film de LA squadra suicida. Con un articolo si cancella il precedente film del 2016 ma qualche traccia ne rimane. Rimangono alcuni attori che riprendono i loro ruoli e vengono presentati dei nuovi supereroi fuori dalle righe e, forse, ancor più folli, cattivi e strani.

Non c’è quel molto discutibile elenco iniziale di presentazione dei personaggi. Nessuna scheda. Si entra subito nel vivo dell’azione e il sangue inizia subito a scorrere. Perchè poi è quella la più marcata differenza con un cinecomic “tradizionale”: la violenza in quasi ogni azione che non si limita a pugni e calci ma usa armi che fanno esplodere teste, che tagliano con evidenza il corpo in due, che strappano arti ecc…

L’azione fagocita, nel  bene e nel male tutta la storia del film. Una storia semplice in realtà nella quale una squadra compie una missione potenzialmente suicida per poter avere degli sconti sulla pena che stanno scontando.

Fuori format

Nel suo “The Suicide Squad” James Gunn inserisce elementi splatter, horror, thriller, spy, comedy tutti mescolati con abilità e con un certo equilibrio. E’ un equilibrio dominato dalla follia dove i personaggi sono liberi di sfogare tutta la propria psicologia non consueta e pericolosa ma al servizio di un obiettivo banchè questo obiettivo sia comunque poco sentito da tutta la squadra.

Idris Elba sostituisce idealmente Will Smith come protagonista del film attorno al quale ruota la storia ma un po’ tutto il cast risulta ben presentato e valorizzato. Diverse sono le trovate scenografiche a partire da un insolito villain alieno sia nella forma sia nell’utilizzo dei suoi poteri. Così come viene sviluppato meglio il legame tra Amanda Waller e la squadra, oltre al legame con i suoi collaboratori.

In fin dei conti “The Suicide Squad” riscrive in parte il film del 2016, è qualcosa di fondamentalmente diverso, fuori da ogni format e liberamente e fedelmente tratto allo stesso tempo dal fumetto. Più di due ore di follia (quasi) pura, che annoia in qualche punto ma che diverte in molte scene. Molto sfizioso e interessante King Shark con la voce di Sylvester Stallone (in originale)

Voto: 6,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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