Recensione di Natale – Un classico moderno di casa Walt Disney Pictures, diretto splendidamente da Henry Selick: Nightmare Before Christmas unisce la tradizione di Halloween con quella di Natale, e celebra il talento di Tim Burton, creatore del film, il quale recentemente non ha però più raggiunto tali vette artistiche.
Il Natale di Halloween
Il Paese di Halloween è un mondo fantastico, dove vivono i mostri delle festività. Il fulcro attorno cui tutto ruota è la festa che dà nome a quel luogo magico, i cui preparativi durano l’intero anno.
Il riferimento incontrastato di Halloween è il re delle zucche, Jack Skeletron, uno scheletro molto magro e altissimo, verso cui tutti ripongono la massima fiducia, a partire dal Sindaco. Ma Jack sembra aver, progressivamente, perso lo smalto di un tempo: appare stanco della festività e del suo potere di spaventare tutti, grandi e piccini.
E io Jack, Fantasma Re, son stufo ormai, e non so perché!
Una sera, mentre girovaga nel bosco accompagnato dal suo cane Zero, Skeletron scopre un circolo di alberi a lui ignoti finora. Ogni tronco ha una porta differente, e Jack resta attratto da quella con il disegno di quello che è conosciuto, nel mondo reale, come l’albero di Natale. Aprendolo, Jack viene risucchiato in una città innevata, che sprizza luci e colori, tipici del periodo delle festività natalizie. Un tocco di vita, che permette a quel mondo di interrompere la tristezza per qualche tempo. E il grigiore è ciò a cui Jack intende sfuggire: così, si rende conto che la festa di Natale è ciò che stava cercando per dare una svolta al Paese di Halloween.
Tornato nella propria città, informa tutti gli abitanti della scoperta che ha appena fatto, cercando di far comprendere loro come festeggiare a loro volta la tradizione natalizia. Eppure, nonostante gli sforzi di Jack di creare un avvenimento gioioso, gli abitanti finiranno per confondere le idee di Halloween con quelle del Natale, realizzando giocattoli e decorazioni semplici ma spaventosi. Ma gli imprevisti sono appena iniziati, e coinvolgeranno anche il malvagio scienziato Bau Bau, la sua assistente Sally – segretamente innamorata di Jack – e il… vero Babbo Natale.
Nightmare Before Christmas: rivoluzionare il classico natalizio
Nightmare Before Christmas prende spunto da una poesia illustrata di Tim Burton: una delle tantissime idee mirabolanti dell’autore statunitense, che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 si stava affermando come uno dei nuovi punti di riferimento del panorama cinematografico. Dopo che la Disney aveva già scartato una prima volta la possibile realizzazione di un film che si distaccava così nettamente dalla tradizione natalizia, e nonostante i successi ottenuti da Burton con Batman (1989) e Edward Mani di forbice (1990), la casa di Burbank sembrava intenzionata a rifiutare una seconda volta il progetto.
Ma l’intervento di Touchstone Pictures, e la volontà dello stesso Burton di co-produrre il film, convinsero la Disney ad appoggiare la produzione della pellicola e a curarne la distribuzione internazionale. Il buon Tim, però, già impegnato nel 1992 con le riprese di Batman – Il ritorno, affidò la regia di Nightmare Before Christmas all’amico Henry Selick, che trasse l’opera dal soggetto di Burton, dall’adattamento di Michael McDowell e dalla sceneggiatura di Caroline Thompson, e realizzò l’opera con la tecnica dello stop-motion, l’animazione “passo uno” che consiste nell’utilizzo di pupazzi mossi manualmente un fotogramma dietro l’altro, impressi a loro volta attraverso cineprese particolari.
Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!
Lo spirito dark tipico di Tim Burton si è incontrato, per l’occasione, con le due feste più amate: Halloween e Natale. Mostri, creature strane, paesaggi lugubri e pozioni di vario genere si fondono con i colori, le luminarie, i regali, i doni e gli addobbi tipici della tradizione del 25 Dicembre. Curiosamente, Nightmare Before Christmas è divenuto il punto di raccordo tra le due ricorrenze, apparentemente così diverse, ma che in fondo rappresentano due momenti di fuga necessari dalla realtà irta di ostacoli che circonda ciascuno di noi.
Andando oltre, in questa sede, al significato religioso fondamentale che il Natale riveste, e concentrandoci soprattutto sul simbolismo tipico della tradizione occidentale, è indubbio che esso, ancora più di Halloween, abbia un rituale dal quale non è facile sottrarsi. E la narrazione cinematografica natalizia, del resto, non si era mai discostata dalle caratteristiche tipiche con cui ogni bambino è cresciuto.
Rivoluzionare il classico per esplorare nuove possibilità visive e narrative è sempre stata una delle peculiarità di Burton, che lo hanno contraddistinto in tutta la sua carriera. Nigthmare Before Christmas sperimenta, mescola generi, colori e ambientazioni, dando vita a un racconto straordinario e affascinante, mantenendo un tono che non eccede mai in nessuno dei suoi aspetti.
Tra avventura, sentimenti e un immancabile messaggio, come in ogni fiaba che si rispetti: essere sempre sé stessi è la vera risorsa che arricchisce ciascuno dei personaggi dell’opera. Tutti caratterizzati dalle splendide musiche di Danny Elfman e dalle canzoni scritte dal compositore statunitense, ed in particolare quelle che vedono Jack Skeletron, interpretate magistralmente nella versione italiana da Renato Zero.
C’era una volta Tim Burton
Nightmare Before Christmas ha un potere straordinario di affascinare e coinvolgere gli spettatori di ogni età. È la magia stessa del cinema, in particolare dei capolavori d’animazione. Il successo del film è cresciuto successivamente alla sua uscita del 1993 (in Italia giunse invece nel dicembre 1994): incassi non eccezionali al botteghino (poco oltre 91 milioni di dollari, di cui 77 negli Stati Uniti) ma, grazie all’home video, ai passaggi televisivi e a un mirabolante merchandising, la pellicola si è ritagliata uno spazio del tutto straordinario nel panorama cinematografico.
Giunto in pieno Rinascimento Disney (ovvero gli anni ’90 che hanno rappresentato il rilancio della casa di Burbank, con successi quali La Sirenetta, La Bella e la Bestia e Il Re Leone, per citare i più celebri), Nightmare Before Christmas è ormai considerato come uno dei cardini della produzione contemporanea, e un immancabile riferimento creativo per autori che vogliano avvicinarsi alle atmosfere ideate da Tim Burton per l’occasione. Già, proprio il caro, vecchio Tim. Ma dov’è finito, oggi, il vero Burton?
Cos’è? Cos’è? Qualcosa qui non va…
Beetlejuice, il già citato Edward Mani di forbice, i due film dedicati a Batman, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow, Big Fish e molti altri ancora: per diverso tempo, Tim Burton ha realizzato autentiche opere d’arte, apprezzate da un ampio pubblico e da molti letteralmente adorate. Ma, in particolare da Alice in Wonderland in avanti, sembra che il regista e sceneggiatore abbia perso il suo talento, forse perdendo la sua dimensione originaria e il tono narrativo tipico del cinema degli esordi, risultando spesso ripetitivo o, peggio, privo di idee.
Come se, anziché dettare la propria visione delle cose tra uno studio di produzione e l’altro, ne fosse rimasto travolto o, più precisamente, fagocitato. Non a caso, Burton ne vive lontano (risiede a Londra) ma è come se non riuscisse più a ritrovarsi, inanellando una prova deludente dietro l’altra. Non si può certo dire che Dark Shadows, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali siano film da bocciare, per quanto Big Eyes e Dumbo abbiano invece meritato totalmente le stroncature che hanno ricevuto dalla critica: ma il tocco burtoniano, tra atmosfere dark e gotiche, personaggi intrisi da malinconia e solitudine, e variopinte figure eccentriche e particolari, sembra essere svanito, come il sole che lascia spazio all’oscurità delle notti tipiche dei film del caro Tim. E, all’orizzonte, non si intravvedono novità che possano invertire questa direzione.
È indubbio, però, che un autore assolutamente unico come Burton abbia già dato tantissimo al mondo del cinema: un patrimonio culturale ed artistico che merita di essere riscoperto e valorizzato. Nightmare Before Christmas, che è contraddistinto da un indelebile marchio burtoniano, è uno di quei film che brillano ancora intensamente, come una luccicante stella cometa natalizia.
Voto: 9,5