Recensione in anteprima – Dopo cinque anni dall’enorme successo di critica e pubblico, tornano al cinema i mattoncini più famosi del mondo con il seguito del loro primo film. Divertimento per i più piccoli, infinite citazioni per i più grandi. Il film ripresenta tutti gli ingredienti vincenti e coinvolge gli spettatori. Ci si aspetta qualcosa in più del solito meccanismo che, forse arriva nella parte finale. Al cinema dal 21 febbraio.

Brichsburg, la città di Emmet (Chris Pratt), della sua amata Lucy (Elizabeth Banks) e dei loro amici, la città dove tutto “È meraviglioso!” viene visitata da una specie aliena, i DUPLO, e da essa rasa al suolo. Da allora il suo nome è Apocalypseburg e la sua apparenza rubata a Mad Max: Fury Road, con Lucy nei panni di una guerriera tosta e dark, che cavalca la versione feroce e metallica di UniKitty, e Emmet nei panni di…se stesso.

Anche dopo aver appurato di essere “Speciale”, nel primo film della serie, Emmet non riesce infatti ad essere diverso da quello che è. L’unica cosa che riesce a sognare è ancora e sempre una casetta unifamiliare con giardino, e sarà con quel sogno nella mente e una piantina al suo fianco, che si lancerà verso l’ignoto Sistema Sorellare, per salvare la sua innamorata e gli amici dalla terribile imperatrice Quello Che Voglio (Tiffany Haddish).

Una Justice League nel Pianeta delle scimmie di Mad Max

A 5 anni dall’uscita del primo straordinario e rischioso capitolo, i mattoncini più famosi del mondo ritornano al cinema con un nuovo entusiasmante film. Nel 2014, la scommessa, vinta, della 20th Century Fox e della Lego hanno permesso a molti bambini e ai più grandi di vedere i goffi e buffi personaggi con cui tutti abbiamo giocato almeno una volta, prendere vita in un’avventura di distruzione e ricostruzione che è anche metafora di tanti rapporti che possono sembrare persi ma forse, vanno solo ricostruiti mattone su mattoncino.

“The Lego Movie 2” inizia esattamente dove è finito il capitolo precedente. Nessun riepilogo ma, in realtà, la nuova minaccia e la nuova avventura è solo vagamente legata alla precedente. Anche in questo film è la fantasia a farla da padrona. Una fantasia veicolata e indirizzata spesso attraverso battute ironiche e citazioni cinematografiche e musicali che, ovviamente, vengono apprezzate dai più grandi.

Abbiamo quindi una Justice League dei mattoncini che perde spesso di vista Lanterna Verde, in una città che appare con solo la parte superiore della Statua della libertà  arenata sulla sabbia come ne “Il pianeta delle scimmie”. Gli abitanti invece, per sopravvivere all’invasione dei Duplo sembrano essersi ormai rassegnati a una vita molto dura con auto e atteggiamenti in stile “Mad Max Fury Road”

La canzone che ti resta in testa

“E’ meraviglioso” è il titolo della canzone del primo film che è diventata un tormentone molto orecchiabile. In “The Lego Movie” Emmet afferma persino che l’ascolterebbe per ore e, infatti, il cartello seguente indica “5 ore dopo” ripresentandoci Emmet che canta sempre questa canzone. Questo motivo musicale viene ripreso con molta intelligenza e viene mutuato alle variate condizioni di divertimento e pericolo tanto da arrivare persino a stravolgerne le motivazioni e l’entusiasmo.

La canzone principe o, comunque, quella che sfacciatamente si autocelebra come il punto fermo musicale dell’intero film  è “La canzone che ti resta in testa”. Sbeffeggiando proprio il successo di “E’ meraviglioso”, con ironia viene proposta questa canzone che, ad un certo punto offre una delle più belle citazioni: la camminata in stile “Il mago di Oz” con tanto di personaggi al seguito.

“The Lego Movie 2” quindi colpisce lì dove ha già colpito “The Lego Movie”. Meglio o peggio diventa solo questione di gusti ma la formula giusta e divertente viene replicata. Ed è un bene per il film. Ne determina anche un limite. La prima parte diventa una reiterata avventura senza sosta alcuna con un susseguirsi di velocissime azioni e cambi scena. E’ una grande corsa che vuole accendere a livelli esponenziali la fantasia dello spettatore.

Il sistema sorellare

” La regina Quello che voglio che non fa mai un imbroglio”

Uno dei nuovi personaggi che cela, all’inizio, la sua vera forma, si presenta così agli altri personaggi che abbiamo già avuto modo di conoscere. Mentre Emmet è un inguaribile ottimista che non riesce a confrontarsi con la realtà drammatica dei fatti tanto da avere comunque la sua isola felice nella tanto sognata villa unifamiliare. Lucy e gli altri si incupiscono e rattristano. Menzione speciale per Batman che, anche questa volta, risulta il mattatore di molte scene a lui dedicate. Molte sono le battute che lo riguardano e le citazioni legate ai numerosi film.

Puoi costruire di tutto ma niente che non puoi distruggere

Emmet è conosciuto, è il pezzo speciale o “Lo speciale”. E’ il mattoncino che deve ricevere le istruzioni. E’ colui che cerca di fare un percorso di crescita. Nel montare le innumerevoli navi, auto, moto e marchingegni che vengono evocate non ci sono più i numeri di serie ma la dinamicità è la stessa.

Si può costruire e distruggere, ricostruire e distruggere di nuovo. Ma è soprattutto la parte finale quella che desta maggiore curiosità e interesse. Per quanto il passaggio di questo nuovo film sia stato preannunciato abbastanza chiaramente alla fine del precedente, lo sviluppo di un nuovo mondo, anzi universo, col quale confrontarsi è un tema che viene sviluppato in modo forse frettoloso ma non meno toccante, commovente e costruttivo.

Per quanto “The Lego Movie 2” sia un vero tripudio senza sosta di situazioni divertenti e che strapperanno diverse risate (Radiohead e Bruce Willis su tutti) soprattutto tra i più piccoli non si può non notare che la sceneggiatura e questa modalità di fruizione inizia a presentare qualche crepa abilmente mascherata con grande ironia.

Voto: 6,9

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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