RecensioneTriangle of Sadness è una commedia sulla società moderna. Ruben Östlund, dopo The Square, torna con un film satirico sull’ipocrisia, falsità e opportunismo fra i ricchi e i potenti e l’essere umano in generale. Palma d’oro al Festival di Cannes 2022, 2 candidature ai Golden Globes 2023 e 3 candidature agli Oscar 2023. 

3 capitoli

Ad una cena in un ristorante, la coppia di giovani modelli e influencer Carl (Harris Dickinson) e Yaya (Charlbi Dean) si scontrano sulle loro carriere nella moda, sul reciproco guadagno e i soldi. La loro è una relazione vera o basata su interessi?. Nonostante questo la coppia accetta l’invito per una crociera su uno yacht in cambio di visibilità sui social.

Sull’imbarcazione si ritrovano con altre persone di spicco a cui viene fornito un servizio eccellente e con un “anomalo” capitano Smith (Woody Harrelson) che preferisce stare in camera  piuttosto che uscire e vedere gli ospiti. Tutto procede regolarmente fino a quando la situazione andrà fuori controllo durante una cena e il successivo naufragio. Dopo questo ultimo evento, i superstiti saranno costretti a ricostruire una nuova società con nuove gerarchie…

 

La coppia, lo yacht, l’isola 

Triangle of Sadness è il primo film in lingua inglese del regista svedese Ruben ÖstlundThe Square (2017) – di cui ne è sia sceneggiatore che regista. Girato fra Svezia, Germania e Francia durante la pandemia del 2020, è stato prodotto da diverse case di produzione fra cui Arte France Cinéma e distribuito in Italia da Teodora Film.

Fotografia di Fredrik Wenzel e scenografia di Josefin Åsberg, entrambi frequenti collaboratori del regista, mentre nel cast corale spicca il nome di Woody Harrelson, attore americano di numerosi film, noto a livello internazionale principalmente per Assassini Nati (1994) e Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017) – quest’ultimo firmato da Martin McDonagh che quest’anno presente il pluriacclamato Gli Spiriti del’isola. 

Con 24.3 milioni di dollari di incasso al box office mondiale, il film vede il parere del pubblico diviso fra chi lo ha amato e chi meno, mentre la critica l’ha elogiato. La pellicola ha ricevuto riconoscimenti importantati con la Palma d’oro al Festival di Cannes 2022, 2 candidature ai Golden Globes 2023 e 3 candidature agli Oscar 2023 di cui miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale. 

Critica grottesca

Il film è nel complesso ben costruito e diretto. La fotografia curata e pulita, il montaggio scorrevole e dialoghi incisivi compongono questa settima opera del regista svedese. Ruben Östlund riprende i temi di The Square ma con una maggiore incisività e schiettezza. Infatti, come fatto già in precedenza, propone una critica e parodia brutale verso l’élite e la società moderna in generale.

Triangle of Sadness è un film delirante, un pò commedia e un pò satira dark, con al centro le differenze sociali, la critica alla superiorità dei ricchi, del potere e dei soldi, ma sopratutto è un attacco all’ipocrisia e la falsità del nostro mondo. In ogni capitolo tutto viene messo alla berlina da continui momenti grotteschi in cui le stesse azioni dei personaggi, più o meno inconsapevoli, si commentano da sole.

Il triangolo della tristezza non è soltanto il modo di dire in riferimento alla chirurgia estetica (nonchè le rughe che si formano in mezzo agli occhi di cui si asserisce nel primo capitolo) ma è la metafora stessa dell’intera pellicola: 3 capitoli che compongo un triangolo sulla tristezza (reale) del mondo odierno.

Un buon film che strappa qualche sorriso ma che allo stesso tempo fa riflettere sui lati negativi, celati ma non troppo, della società odierna.

“Sei ricco e fai il filantropo per ripulirti la coscienza.” 

Voto 7.5

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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