Recensione Léon è un film cult del 1994 per la sceneggiatura e regia di Luc Besson con Jean Reno, uno spietato Gary Oldman e una giovanissima Natalie Portman. Secondo la rivista Empire è uno dei 500 migliori film della storia. 

Léon/Mathilda

Quartiere di Little Italy a New York. Léon (Jean Reno) è un sicario che uccide a sangue freddo i suoi obiettivi ma è anche un uomo solitario che dorme con un occhio sempre aperto e che beve solo latte. Un giorno incontra sul pianerottolo del suo appartamento la giovane Mathilda (Natalie Portman) che vive con il suo piccolo fratello, la sua sorellastra ossessionata dal fitness, la compagna di suo padre e suo padre.

Quest’ultimo, non riuscendo a risolvere un affare di droga andato a male e a rispettare l’ultimatum dato da Norman Stansfield (Gary Oldman), viene ucciso proprio da Norman e dai suoi uomini insieme a tutta la sua famiglia ma Mathilda si salva grazie ad una fortunata coincidenza. Léon la accoglie nel suo appartamento e da quel momento, fra alti e bassi, i due stringeranno un forte legame fra armi, degrado e vendetta.

Léon: The Professional

Léon è un thriller drammatico della prima metà degli anni 90 scritto e diretto dal famoso regista, sceneggiatore e produttore francese Luc Besson. Nome di fama internazionale e noto per aver firmato come regista altri film capolavoro fra i quali ‘Nikita’ (1990) e ‘Il Quinto Elemento’ (1997) in cui torna a lavorare con Gary Oldman ma al fianco di Milla Jovovich.

Realizzato in Francia, vede la casa di produzione Gaumont e la distribuzione in Italia di Filmauro. Le musiche sono realizzate dal francese Éric Serra, le scenografie da Dan Weil e fotografia curata da Thierry Arbogast. Tutti questi 3 professionisti hanno lavorato diverse volte con Besson su altre pellicole firmate dal regista. 

 

Cast

Il cast vede 3 grandi nomi del cinema contemporaneo: nei panni del protagonista c’è Jean Reno celebre attore francese dalla lunga carriera che ricordiamo soprattutto nella pellicola ‘ I Fiumi di Porpora’ (2000). Al suo fianco troviamo una piccola e talentuosa Natalie Portman attrice israeliana americana che in questa pellicola aveva appena 13 anni ed era alla sua prima apparizione sul grande schermo.

Ha vinto poi un Oscar nel 2011 grazie alla sua lodevole interpretazione ne ‘Il Cigno Nero’ (2010). Infine nelle vesti del villain spietato e un po’ folle troviamo Gary Oldman, attore e produttore inglese di fama internazionale anch’esso con alle spalle una lunghissima carriera e innumerevoli film oltre ad un Oscar per la sua interpretazione di Winston Churchill ne ‘L’ora più buia’ (2018). 

Per un costo di produzione di 16 milioni di dollari, il film ne ha incassati al box office mondiale 19.5. La pellicola ha inoltre ricevuto molte candidature ai più importanti riconoscimenti del cinema francese nonché ai Premi César nell’edizione 1995. Film pluriacclamato e apprezzato, gli utenti di IMDb lo hanno inserito nella classifica dei 250 Top film, mentre l’autorevole rivista Empire lo ha inserito nella lista dei 500 migliori film della storia. 

Armi e sentimenti 

Siamo in una New York sporca e malandata, in quella parte della Grande Mela in cui ci sono solo grandi condomini e appartamenti malconci dove la criminalità e la droga la fanno da padrona. 

Léon è un uomo maturo, di lunga esperienza spietato e solo, mentre Mathilda è poco più che una bambina divenuta adulta in fretta e che conosce solo vendetta, tuttavia fra di loro nasce un legame forte a tratti conturbante e disturbante. Ma nonostante l’universo violento in cui vivono, la loro diventa una quotidianità fatta di insegnamento reciproco e continuo supporto: Léon insegna a Mathilda ad uccidere e a maneggiare le armi mentre lei a sua volta gli insegna a leggere. 

Il ritmo

Il film scorre bene con un ritmo incalzante dall’inizio alla fine. Note di grande merito vanno alla scrittura della storia, alla costruzione di questo micro mondo e a tutti i dettagli che lo compongono: dall’abbigliamento dei personaggi – basti pensare al cappello e occhiali di Léon-, alla fotografia caratterizzata da colori caldi tendenti al giallo e alle musiche che accompagnano nella storia.

Molto interessante l’idea di inserire un elemento narrativo/un immagine fondamentale: la piantina di Léon che lui stesso descrive come “amica” e che cura pazientemente. Un oggetto a primo impatto banale ma simbolico di cui sul finale del film lo spettatore ne capirà il grande valore e significato. 

E infine, chapeau soprattutto al trio di grandi attori coinvolti: Reno, Oldman, Portman. Ognuno di loro è perfettamente nella parte e convince pienamente, ma ciò che è più impressionante è l’interpretazione della piccola Natalie Portman

I don’t wanna lose you, Léon

‘Léon’ è un thriller drammatico in cui sparatorie, drammi ma anche sentimenti si mescolano dando vita ad un film e personaggi unici. Una produzione che unisce l’azione al drammatico con un velato riferimento al film Lolita (1962) di Kubrick

Voto 8

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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