Recensione in anteprima – Roma 2022 – Terzo lungometraggio fiction per Pietro Marcello a distanza di tre anni da quel “Martin Eden” molto apprezzato da critica e pubblico. Primo film in lingua francese per il regista italiano e nuovo affondo, delicato, nella storia recente europea. La storia di un rapporto padre-figlia e dei sogni di quest’ultima. Al cinema dal 12 gennaio.

La storia

Siamo in Normandia ed è appena finita la prima guerra mondiale, Raphael (Raphaël Thiéry) ritorna al suo paese dove non troverà più sua moglie, morta nel frattempo, ma sua figlia Juliette (Juliette Jouan) che diventerà la sua ragione di vita. Raphael riprenderà il suo lavoro di falegname, riscoprendone il talento tale da diventare presto l’artista più in gamba. Ma la vita nel paese non è facile, è osteggiata dai compaesani che isolano Raphael e attentano all’incolumità della figlia.

Il film prende spunto dal racconto “Le vele scarlatte” del russo Alexandr Grin. Un vero e proprio inno al non arrendersi e all’andare oltre le difficoltà. C’è molta favola in questo film di Pietro Marcello e c’è molto sentimento, grazia, sensibilità. I toni non sono mai alti, una riscoperta per le piccole gioie, gli affetti, l’amore tra padre e figlia, l’entusiasmo per l’amore che “piove” letteralmente dal cielo. Come fosse stato mandato dal vento, come se leggero, cadesse per farsi concreto.

Una fiaba semplice … coi suoi tempi

Quella riportata al cinema da Pietro Marcello con “Le vele scarlatte” costituisce una fiaba semplice che il regista calibra perfettamente prendendosi tutti i tempi necessari. Lo spettatore conosce Raphael, un immenso Raphaël Thiéry nel ruolo di un padre affettuoso e protettivo con la figlia e al tempo stesso taciturno, provato dall’esperienza del fronte, introverso ed estremamente impegnato nel suo lavoro. Juliette la vediamo crescere nel corso del film, la maggior parte del tempo è interpretata dall’esordiente sul grande schermo Juliette Jouan.

Un’ottima interpretazione la sua che caratterizza una Juliette molto attaccata al padre, rispettosa degli altri ma con la voglia di esplorare, sognare, farsi rispettare come donna e trovare il suo posto nel mondo. Appare grintosa e timida allo stesso tempo come colei che è stata educata a far tesoro delle proprie qualità cercando sempre di migliorarsi, scoprire, impegnarsi a realizzare i propri sogni.

Un racconto che parla al cuore

“Le vele scarlatte” è ambientato nel periodo storico tra le due guerre mondiali in un piccolo paesino di campagna. Un ambiente e un tempo che sanno di antico, di semplice, di situazioni legate alla natura e alla genuinità di cibo, relazioni e amicizie.

Purtroppo gli eventi non andranno tutti in questa direzione svelando anche caratteristiche poco costruttive nel paese come l’invidia, la gelosia, l’arroganza e l’egoismo di diversi personaggi. Una dinamica ben organizzata da una buona sceneggiatura e da delle ottime interpretazioni magistralmente dirette da Pietro Marcello. La sua regia da spazio non solo alla vicenda e ai personaggi ma anche alla natura, ai paesaggi, ai colori dei prati, delle case facendoci respirare proprio l’atmosfera.

Juliette inesorabilmente avrà anche fame d’amore, quell’amore che cade letteralmente dal cielo e che gonfia quelle vele che metaforicamente danno una spinta inesauribile a una barca per affrontare il mare aperto. Andare oltre le difficoltà, intraprendere il cammino anche se il traguardo sembra lontano, mai arrendersi sono gli ingredienti per realizzare i propri sogni.

Un ottimo film, di quelli che parlano al cuore, lo interrogano e il cuore si chiede come mai, oggi, non può essere così tutto benedettamente genuino.

Voto: 7,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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