Recensione in anteprima – Tom George debutta al cinema con la regia di un giallo ambientato negli anni cinquanta in Inghilterra. Un bel gioco con lo spettatore e delle buone interpretazioni di Sam Rockwell, Saoirse Ronan e Adrien Brody creano un film divertente e godibile. Dal 29 settembre al cinema.
La storia
La sera del festeggiamento per la centesima rappresentazione consecutiva di “Trappola per topi” all’Ambassadors di Londra, il regista hollywoodiano Leo Kopernick (Adrien Brody), incaricato di portare sul grande schermo la fortunata pièce, viene barbaramente assassinato nel dietro le quinte del teatro, e poi “messo in scena”, al centro del palcoscenico, seduto sul divano. Ad indagare sul caso è l’ispettore Stoppard (Sam Rockwell), affiancato dall’agente Stalker (Saoirse Ronan), aspirante sergente di Scotland Yard, chiacchierona, cinefila, e molto meno sprovveduta di quel che può sembrare a prima vista.
Questa è una trama piuttosto classica per quanto riguarda il filone dei film gialli ma è la presentazione dell’intero film che rende molto interessante l’inizio della visione oltre a mantenere sempre viva l’attenzione nel corso dell’oltre ora e mezza. La voce fuori campo, è subito intuibile, è proprio di Leo Kopernick che ci introduce in una classica festa anni cinquanta in una Londra molto teatrale.
Giallo ma non troppo
“Omicidio nel West End” appare come un giallo e per quasi tutto il film le indagini, le ipotesi, le piste si moltiplicano, vengono verificate o smentite. Ma non c’è solo il genere “giallo” nel film. Commedia e thriller fanno capolino spesso soprattutto la commedia sotto forma di humour pacato, all’inglese, basato su battute calcolate mai sguaiate, sguardi, silenzi, paradossi.
Tom George, dopo diversi lavori televisivi, esordisce alla regia cinematografica dialogando con lo spettatore in modo divertente e non troppo invasivo. Il regista utilizza spesso, come solitamente accade per il genere, il flashback. Lo utilizza a tal punto da prenderlo persino in giro con una battuta all’interno del film stesso.
Il film non eccede in grasse risate ma risulta divertente con gusto, pacato, leggero ma non superficiale. L’ispettore Stoppard di Sam Rockwell è ben tratteggiato come l’ispettore che ci aspettiamo mentre l’agente Stalker diventa sempre di più una vera scoperta. Inserito come spalla fintamente comica, diventa pian piano la chiave di lettura generale di tutto il film. Un misto di ingenuità, determinazione, diligenza e astuzia che viene ben interpretato da una sempre brava e affascinante Saoirse Ronan.
Voglia di ridere
“Omicidio nel West End” è il classico film che si lascia vedere soprattutto per il divertimento che riesce a infondere nello spettatore. Con un cast eccezionale e perfettamente in parte il film riesce a intrattenere senza darsi un tono eccessivo. Tom George ricrea vagamente un’atmosfera alla Wes Anderson intercettando humour inglese e giallo alla Agatha Christie, personaggio perennemente presente ma che, come l’assassino, è anch’esso da cercare.
Il film non sfocia mai nella parodia ma ne tocca i confini. Crea una sorta di giallo nel giallo, di film a teatro o, meglio di teatro che si impadronisce del film e lo modella creando un mix di sicuro interesse.
Registrato nel corso della pandemia sfruttando teatri e hotel storici di Londra chiusi o semivuoti il film intrattiene con efficacia per un’esperienza al cinema leggera e divertente.
Voto: 7