Recensione – The Breakfast Club è un film cult del 1985. Commedia che ha segnato un’epoca in America e non solo e che nonostante i suoi quasi 40 anni continua ad essere estremamente attuale. Un piccolo viaggio nella scoperta di sè stessi. 

5 ragazzi

America, metà anni 80. 5 liceali molto diversi fra loro vengono accompagnati dai loro genitori a scuola il sabato pomeriggio per una punizione che devono scontare, ciascuno di loro per diversi motivi. Il preside Richard Vernon (Paul Gleason), un uomo un pò arrogante e rigido, assegna ai ragazzi un tema su cui devono riflettere dal titolo “chi sono io?”. Rinchiusi nella biblioteca dell’edificio, John, Andy, Allison, Brian e Claire avranno modo di conoscersi e riflettere su sè stessi e sulle loro vite. 5 ragazzi molto diversi in apparenza ma che in realtà sono più simili di quanto credano.

Ally Sheedy and Molly Ringwald in a scene from the film ‘The Breakfast Club’, 1985. (Photo by Universal Pictures/Getty Images)

Cult anni 80

Il film vede la regia, sceneggiatura e produzione di John Hughes che nel film appare anche in un cameo nei panni del padre di Brian – professionista cinematografico americano ricordato per molte commedie Americane fra gli anni 80 e 90 fra cui ‘La Tenera Canaglia’ (1991). Nel cast abbiamo un gruppo di giovani attori ricorrenti nei film di quegli anni chiamati dalla stampa americana “Brat Pack”, fra i quali è presente Emilio Estévez figlio di Martin Sheen – l’attore ha deciso di non tenere il cognome d’arte del padre per non rischiare di esservi offuscato come può succedere a molti figli d’arte.

Il film è costato relativamente poco ma ha raggiunto ottimi risultati: a fronte di 1 milione di dollari di costo di produzione ne ha incassati al box office ben 51 milioni. La pellicola è stata molto apprezzata dagli spettatori di ieri e di oggi, su Rotten Tomatoes ha un punteggio del 89% e 92% dal pubblico. Distribuito dalla Universal, è disponibile in Italia su Amazon Prime Video, Apple TV e altri.

Chi sono io?

Chi sono i protagonisti? John (Judd Nelson), considerato “il criminale” il bullo del gruppo che si diverte a punzecchiare e infastidire tutti, Andrew (Emilio Estévez), l’atleta continuamente fomentato dal padre, Claire (Molly Ringwald), “la principessa” snob un pò viziata e odiosa, Brian (Anthony Michael Hall), “il nerd” timido e un pò secchione, e infine Allison (Ally Sheedy) la “disadattata” emo che ha atteggiamenti un pò strani. I 5 giovani rappresentano 5 individui ben delineati e molto schematizzati – emblematica la scena della pausa pranzo in cui la loro diversità si rende ancora più evidente fra cibi proteici, sushi e pranzi “particolari”.

‘The Breakfast Club’ è un classico degli anni 80 che rappresenta appieno quegli anni. Ci troviamo in piena epoca Reagan in quell’America repubblicana, conservatrice a tratti un pò machista e nel pieno benessere in cui i vecchi “metodi punitivi” sui giovani persistevano. Potremmo definire il film un ‘teen comedy’ ma in realtà dietro un apparente divertente e leggero film per ragazzi cela un’analisi più profonda della fase tanto complessa quanto innocente dell’adolescenza e della definizione di sè stessi. E’ una riflessione sul percorso di autoscoperta e accettazione in una difficile fase di cambiamento.

We are not alone

Il film scorre bene e non annoia mai. Gli attori sono credibili, ognuno nella sua forte caratterizzazione. Quell’ormai gusto un pò retrò, nostalgico a molti, rendono questa pellicola una produzione leggera, godibile e che ben intrattiene nei suoi circa 95 minuti. Un film must considerato un simbolo della MTV Generation!

“Each one of us is a brain, an athlete, a basket case, a princess, and a criminal. Does that answer your question? Sincerely yours, the Breakfast Club.”

Voto 7.5

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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