Recensione – Dopo dieci anni dalla prima ideazione il film basato su una spec script di T. S. Nowlin diventa realtà. Netflix ne ha comprato i diritti da Paramount nel 2020 e ha posto alla regia Shaw Levy, regista esperto nell’intrattenimento fantascientifico per famiglie. “The Adam Project” è un’avventura non originale che pesca nella fantasia anni 80 e 90. Divertimento leggero. E’ uscito in streaming l’11 marzo 2022.
La storia
2050: Adam Reed (Ryan Reynolds), il pilota di un caccia capace di viaggiare nel tempo è inseguito e ferito, tanto da tentare un salto temporale d’emergenza. Finisce nel 2022 – e non nel 2018 che era invece la sua meta – dove incontra il se stesso ancora bambino (Walker Scobell). Questi capisce ben presto di trovarsi di fronte alla propria versione adulta, che non si fa problemi a dare spiegazioni perché il suo intento è comunque di cambiare il passato per scongiurare un futuro apocalittico. Al crocevia della linea temporale che vuole alterare c’è suo padre (Mark Ruffalo), morto circa un anno prima in un incidente.
Una storia semplice che rimette al centro dell’immaginario collettivo la possibilità di viaggiare nel tempo soprattutto nel proprio passato per cambiarlo. La motivazione ovviamente poi si allarga alla universale idea di difendere il pianeta dalla rovina. Valori e dinamiche già viste in diversi film tanto da essere beffardamente citati all’interno del film stesso (es. “Ritorno al futuro”)
Avventura (per famiglie) anni 80
Sin dalle prime scene l’ambientazione e l’atmosfera del film ricordano molto quanto è stato prodotto negli anni 80 e 90 soprattutto da Disney. Un film di fantascienza destinato alle famiglie con protagonista uno o più bambini/adolescenti. Scopo del tutto il divertimento iniziale ma soprattutto una missione, che in questo caso si traduce nell’evitare la fine del mondo.
Viaggio e avventura che si fondono insieme nel viaggio più fantasticato e improbabile di grandi e adulti: il viaggio nel tempo. Fortemente utilizzato in tanti film qui è funzionale a ritrovare l’identità di una famiglia. Come ogni film che è concentrato maggiormente a creare e ricreare dei legami anche se si tratta di fantascienza questa è caratterizzata da pochissima scienza e moltissima fantasia.
Poche spiegazioni quindi, molto dinamismo, e tanta tanta fantasia. E’ forse questo il primo e forse unico pregio del film: eliminare qualsiasi appiglio verosimile riguardo alla scienza e viaggiare di fantasia netta e chiara: da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. E, nel 2022, è forse troppo poco.
Elaborazione del lutto
Un altro tema presente in questo film è quello del lutto. La presenza della morte del padre è ricorrente. E’ sentita dal piccolo Adam, è ripresa dall’Adam adulto e il marito manca alla moglie Ellie (Jennifer Garner) madre di Adam. La dinamica del viaggio nel tempo è un viaggio nei ricordi e in quella nostalgia dell’adulto Adam che, sebbene esteriormente pensa di aver oltrepassato quel dolore, in realtà ne soffre ancora.
Il tema è trattata in modo semplice e superficiale, cosa che, in questo caso, è funzionale all’economia del film. “The Adam Project” è un film che intrattiene, diverte a tratti, non si prende mai sul serio e richiama atmosfere ormai passate ma mai dimenticate. Una buona idea creata con sufficiente realizzazione. A volte si cade nel banale e purtroppo non c’è nessuna originalità.
Il cast è nutrito, tutti nomi, tra l’altro, già coinvolti nella fantascienza con in comune la partecipazione a film Marvel impersonando supereroi: Hulk (Mark Ruffalo), Deadpool (Ryan Reynolds), Gamora (Zoe Saldana), Elektra (Jennifer Garner). “The Adam Project” non è un film totalmente riuscito e potrebbe anche essere noioso per chi è esperto ed ama la fantascienza. Sicuramente è un film da vedere in famiglia per una serata tutti insieme.
Voto: 6