Recensione in anteprima – Dopo più di 4 anni dal successo de “Il filo nascosto” Paul Thomas Anderson ritorna al cinema con un nuovo film. “Licorice Pizza” torna nella San Fernando Valley a lui cara degli anni 70 riscrivendo sotto forma di commedia teen sentimentale quel mondo conosciuto già descritto in “Vizio di Forma” e in altre sue opere. Una costante rincorsa tra due amici, amanti, giovani in un mondo che cambia. Candidato a tre premi Oscar (tra cui miglior film) il film è nelle sale dal 17 marzo.

La storia

Los Angeles, 1973. Gary Valentine (Cooper Hoffman), adolescente intraprendente e fanfarone, incontra Alana Kane (Alana Haim), venticinquenne sul cammino dell’indipendenza. Lei gli porge specchio e pettine per la foto dell’annuario scolastico, lui le dichiara il suo amore eterno. Lei rifiuta e lui insiste. In cosa crede Gary? A cosa si oppone Alana?

Dieci anni li separano ma tutto sembra unirli. Irresistibilmente attratti l’uno dall’altra, non sanno come amarsi, non sanno nemmeno se si amano o se amano soltanto l’idea di amarsi. Tra choc petrolifero, e crepuscolo della Hollywood classica, il loro ipotetico grande amore parte, avanza, sterza, vaga, sosta, svolta, si riallinea in fondo alla notte e alla San Fernando Valley.

Questa sinossi riassume anche tutto lo spirito del film, in perenne equilibrio tra una rincorsa spasmodica verso gli obiettivi non sempre chiari di Gary e Alana e tutto il mondo che li circonda.

La musica

“Licorice Pizza” oltre ad essere un gioco di parole che mette a contrasto due gusti assolutamente inconciliabili secondo le nostre esperienze culinarie è stato anche il nome di una famosa catena di negozi di dischi californiana molto frequentata negli anni 70.

Ed è la musica degli anni 70 che spesso fa capolino in tutto il film. Con quel suo essere innovativa, ricca di colori, spregiudicata, rivoluzionaria. Specchio di un decennio che il regista ha vissuto solo come bambino e che ha riscoperto dopo diversi anni nella sua gioventù. Qui le musiche, che accompagnano splendidamente le vicende di Gary e Alana, hanno la firma di Jonny Greenwood il polistrumentista, compositore inglese e chitarra solista dei Radiohead.

E’ una collaborazione con Paul Thomas Anderson che dura da quindici anni avendo firmato anche le colonne sonore de “Il petroliere”, “The Master”, “Vizio di forma” e “Il filo nascosto”. Alana Haim (Alana) e Cooper Hoffman (Gary) sono al loro debutto cinematografico e la loro prova è ottima. Incarnano perfettamente due ragazzi degli anni 70. Vengono aiutati da un’ottima sceneggiatura mai banale, da costumi e ricostruzioni di ambienti e oggettistica molto ben curati. Alana Haim è cantante di un gruppo famigliare “Haim” e le sorelle partecipano al film in alcune scene proprio come sorelle di Alana Kane.

Il resto del (loro) mondo

Le vicende narrate si nutrono della complicità tra Alana e Gary, impensabile nell’incipit ma sempre più legata nell’evolversi del film. Anche quando i due sono apparentemente distanti e sembrano aver intrapreso strade diverse soprattutto a livello sentimentale.

Oltre a loro due esiste tutto un mondo attorno che si rivela uno sfondo perfetto per descrivere le inquietudini sentimentali di Gary quindicenne e le scoperte di Alana giovane donna venticinquenne. Un mondo che vede gli Stati Uniti divisi tra sostenitori e non sostenitori della guerra in Vietnam, una nazione che ha vinto da poco la sfida aerospaziale con lo sbarco sulla luna. Un paese che deve far fronte alla crisi energetica, alle rivendicazioni dei diritti di donne, studenti e minoranze esplose solo qualche anno prima.

Un mondo complesso, che sta cambiando e nel quale sono protagonisti i due giovani Gary e Alana con solo alcuni adulti carismatici come Jack Holden (Sean Penn) e Jon Peters (Bradley Cooper). Gli altri “grandi” sono lontani. Gary si atteggia a maturo, Alana lo sta diventando. Entrambi cercano nell’altro il modo di amare, essere amati. E la continua rincorsa è il motore dell’intero film che scatta, va avanti, torna indietro, persino in retromarcia da una collina che si pensava essere già stata scalata.

E’ la vita, è imprevedibile, nonostante la differenza d’età, nonostante le caratteristiche di ognuno e il film fotografa egregiamente tutto questo. Un nuovo bel film di Paul Thomas Anderson che qui cura anche sceneggiatura e fotografia. Un film da vedere.

Voto: 8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *