Recensione in anteprima – Roma FF16 – Selezione ufficiale – Dopo l’anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, il 18 novembre arriva in sala – distribuito da Vision Distribution – Promises, il film di Amanda Sthers con Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly e Jean Reno.
La storia
Cosa accade quando due anime affini si sfiorano, poi si toccano ma è il tempo e il momento sbagliato? Un’occasione mancata, forse per sempre, o forse no. Se quella volta fosse andata in un modo diverso? Se fossimo arrivati prima? O dopo? Promises di Amanda Sthers è una storia d’amore senza tempo. È un film struggente e malinconico. È un viaggio nel tempo ma soprattutto senza tempo perché l’amore non ha tempo e non ha età.
Alexander (Pierfrancesco Favino) è un commerciante di libri antichi di origine italo inglese, che, dopo un’infanzia difficile, lascia alle sue spalle l’Italia, terra dei suoi fantasmi. Vive ormai a Londra, felicemente sposato e padre di una bambina. Un giorno, ad una festa, incontra Lei, Laura (Kelly Reilly), che gestisce una galleria d’arte, anche lei innamorata e in procinto di sposarsi. I due capiscono subito che la loro felicità non è reale e il loro travolgente amore mette tutto in discussione.
La regista francese Amanda Sthers scrive, sceneggia e dirige Promises adattando il suo romanzo Les Promesses pubblicato da Éditions Grassett et Fasquelle in Francia e da Rizzoli in Italia con il titolo Promesse. È un flusso di coscienza, Promises, un viaggio nei ricordi. Scorre a volte lento, a tratti ripetitivo, esattamente come i ricordi del protagonista.
Il montaggio e i ricordi
Il montaggio del film, esattamente come i ricordi, infatti, non è lineare, ci sono spesso salti temporali, si va avanti, poi si torna indietro. Il tempo nella mente di Alexander è una spirale. Ci sono momenti che il protagonista ripercorre spesso e ogni volta che lo fa lo spettatore assiste ad una scena diversa, a particolari che si aggiungono o che vengono sottratti.
Cosa è successo realmente? Quale ricordo è quello giusto? I ricordi sono edulcorati dal tempo, dalla mente. In scena c’è l’inganno della memoria, così nitida e a volte, invece, più sbiadita.
Realtà e finzione
Per un film totalmente in lingua inglese la regista ha voluto fortemente Pierfrancesco Favino, sia per il suo inglese perfetto, senza intercalari o sbavature, sia per la sua capacità di portare in scena una mascolinità fragile. Sandro (o Alexander) è un uomo fortemente provato dalla vita, che sbaglia, spesso, forse troppo, e che è profondamente convinto che se potesse tornare indietro nel tempo, cambierebbe tutto ciò che ha fatto.
Se potesse, prenderebbe decisioni differenti o prenderebbe quelle decisioni che non ha mai avuto il coraggio di prendere. Ma non è possibile raggirare il tempo, non si possono mantenere le promesse, soprattutto quelle infrante. Per quanto romantico, infatti, Promises è un film sui rimorsi, su ciò che non si è fatto e si è capito troppo tardi, quando ormai il tempo non c’era più. Si domanda se ci sia spazio e tempo per le seconde occasioni, ma ci fa capire anche che non ci si può sottrarre al flusso della vita.
È la sua dichiarazione iniziale, della prima scena:
“mi dispiace di non essere stato in grado di trovare il momento giusto”.
Ma è mai esistito un momento giusto? Esiste un tempo giusto? Il tempo giusto è qualcosa che determina il nostro vissuto. Ci sono occasioni in cui il tempo è sempre sbagliato e ci sono delle occasioni in cui – raramente – il tempo è esattamente quello del desiderio.
La stessa Sthers ha dichiarato:
“è un film sui rimpianti, più entri nella spirale e più rimpianti ti trovi addosso. Ci sono scene ripetute con dettagli diversi, perché nel corso della vita i ricordi si modificano e si reinventa il tempo vissuto. Ad esempio, il primo bacio ha una lunghezza diversa nei ricordi rispetto a come è stato realmente. Ho usato lo slow motion per alcuni momenti del film in cui il vissuto sembrava un’eternità”.
Il tempo
Il tempo, la letteratura e i libri sono fortemente connessi sia con la narrazione, sia con la storia personale del protagonista. Ogni spettatore probabilmente troverà un collegamento, si soffermerà su un libro che magari gli è più caro e che noterà più di altri: ad esempio, ci sarà Calvino, ci sarà Proust. Ciò che torna è, indubbiamente, Proust con la sua concezione del tempo.
Un tempo che per Proust è interiore, è nelle nostre anime e in questo modo trasforma le nostre sensazioni. È il tempo ritrovato quello che è concesso alla memoria: ciò che è vero diviene raggiungibile solo successivamente, l’interpretazione di qualcosa che abbiamo vissuto è possibile solo dopo che si è realizzata, attraverso il ricordo. Ciò che è vero per Proust è nel passato, si guarda indietro e non avanti. Così, Alexander guarda indietro provando ad affrontare la confusione del presente e ad elaborare la vita alla ricerca disperata della felicità.
Nel cast ci sono anche Jean Reno – nel ruolo del nonno di Alexander – Kris Marshall, Cara Theobold, Deepak Verma, Leon Hesby, Ginnie Watson. Molto bella la colonna sonora a cura di Andrea Laszlo De Simone. Promises è una produzione Indiana Production, Vision Film Distribution, Barbary Films e Iwaca, in collaborazione con Sky Italia e Amazon Prime Video.
Promises arriva al cinema dal 18 novembre.