Recensione – Secondo lungometraggio per il regista e sceneggiatore sudafricano Michael Matthews che, con “Love and Monsters” ottiene una candidatura agli Oscar per gli effetti speciali curati da Matt Sloan, Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox. Ben accolto dalla critica il film ha visto finire le riprese nel maggio 2019 ed è finalmente giunto anche in Italia con distribuzione sulla piattaforma streaming Netflix dal 14 aprile.

La storia

Sette anni dopo un’apocalisse di mostri, l’umanità è costretta a vivere in colonie sotterranee. Quando Joel Dawson (Dylan O’Brien) si ricollega via radio con Aimee (Jessica Henwick), la sua ragazza del liceo che vive sulla costa a 130 chilometri di distanza, i sentimenti per lei riemergono. Joel si rende conto di non avere alcun motivo per rimanere sottoterra e nonostante tutti i pericoli presenti sul cammino decide di uscire allo scoperto per seguire il suo vero amore.

L’apocalisse di mostri è stata generata dalla stessa umanità che ha cercato di salvarsi dall’impatto con un asteroide bombardando lo stesso con missili radioattivi. Le radiazioni hanno però colpito animali e insetti piccoli facendoli diventare enormi.

La storia post-apocalittica è abbastanza lineare e semplice perchè gran parte del film viene indirizzato all’avventura di Joel nel tentativo di coprire quelle decine di  chilometri in superficie che lo separano dalla colonia dell’amata mai dimenticata.

Il sentimento oltre la ragione

Il sentimento di Joel è un sentimento puro che va oltre la ragione di un mondo che sconsiglierebbe di affrontare pericoli mortali. La superficie è dominata dai mostri, ovvero animali geneticamente modificati e ingranditi, essenzialmente pericolosi anche solo per la loro stazza. Ma il sentimento è più forte di ogni ragione.

Pascal nei “Pensieri” scriveva:

“Il cuore conosce ragioni che la ragione non conosce”

e quando uno è innamorato difficilmente riesce a conciliare cuore e ragione. Un sentimento leale e d’altri tempi, molto cavalleresco inserito in una situazione moderna. I mostri infatti potrebbero essere benissimo tutte le paure, gli ostacoli, le prove che una persona affronta ogni volta, ogni giorno e che mettono a dura prova il sentimento. Oltrepassare prove e paure indicano, spesso, quanto una persona ci tiene all’altra.

Mostri di straordinaria fattura

“Lo capisci dagli occhi”

Per dimensione e per la ferocia nell’aggiudicarsi il cibo i mostri possono risultare tutti ostili ma non è detto. Infatti alcuni mostri non lo sono e lo si capisce dagli occhi come viene suggerito a Joel da un paio di compagni di avventura.

Quello che sorprende visivamente è la straordinaria fattura di questi mostri. Tutto merito degli effetti speciali, nominati giustamente agli Oscar, e di quella resa che li fa assomigliare alla concretezza di quei mostri di qualche decennio fa realizzati invece tramite pupazzi e manichini.

“Love and Monsters” non aggiunge nulla alle storie d’amore, ne sottolinea la purezza da una parte che sfida l’avventura. Dall’altra rimette via via al centro la tematica dei mostri. Chi ne ha colpa per l’esistenza, cosa simboleggiano questi mostri? Chi si dimostra, ogni giorno, ancor più mostro su questa terra?

Mostro è anche etimologicamente “qualcosa da mostrare”, Joel mostra tutto il suo amore. Il film mostra dei bellissimi effetti speciali, una storia semplice e avventurosa abbastanza affascinante e ben diretta.

Un ulteriore monito al rispetto della natura e dei sentimenti, anche quelli che non hanno ragione di esistere.

Voto: 7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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