Recensione in anteprima – TFF 38 – In concorso – Esordio alla regia di Cathy Brady, che si era già messa in luce nei festival con i suoi cortometraggi, “Wildfire” è un intenso e vibrante dramma sul tema della salute mentale, che utilizza la vicenda familiare delle due protagoniste come metafora per rappresentare i traumi di un Paese.
La storia
Lauren (Nora-Jane Noone) e Kelly (Nika McGuigan) sono sorelle legatissime, cresciute in una piccola città irlandese. Le loro strade si sono separate dopo la morte della madre e Lauren è rimasta sola ad affrontare l’oscuro e traumatico passato della famiglia.
Data per dispersa da più di un anno, un giorno Kelly torna improvvisamente a casa. Dopo l’iniziale tensione le due donne ritrovano l’equilibrio andato inevitabilmente perduto. Unite più che in passato, Lauren e Kelly vogliono fare chiarezza sui segreti della loro famiglia: tuttavia la loro ricerca non è ben vista in città, dove si cerca di nascondere la verità e chi la cerca.
L’amore tra due sorelle
Ambientato in un luogo indefinito al confine tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda del Sud, in pieno periodo Brexit, con tutte le conseguenze che ne derivano sul piano politico in un Paese spaccato come appunto l’Irlanda, il film di Cathy Brady è una vibrante parabola sul tema del disturbo mentale, interamente sorretta dalle due protagoniste, Nika McGuigan e Nora-Jane Noone, che offrono due performance veramente intense e riescono a trasmettere tutta la forza di un legame inscindibile, in bilico tra amore e autodistruzione.
Kelly e Lauren sono infatti due figure complementari, indissolubilmente legate l’una all’altra, nel bene e nel male: fiera, ribelle e anticonformista la prima, pragmatica e disillusa la seconda, le due sorelle, marchiate dalla morte del padre in un attentato dell’IRA e dal suicidio della madre, faticano a integrarsi in una comunità dove regnano omertà e diffidenza, dove tutti sanno tutto di tutti e nonostante ciò i responsabili dell’attentato circolano ancora a piede libero.
La regista è brava nel costruire un clima di tensione e ostilità intorno alle due protagoniste, ostilità che riguarda non solo i paesani ma anche i loro stessi familiari (la zia, il marito di Lauren), e a veicolare di conseguenza il disagio e il malessere delle due sorelle. A tratti, però, pecca di ridondanza, finendo per creare dinamiche e situazioni che reiterano sempre lo stesso concetto. Fino ad un finale un po’ semplicistico.
Un Paese traumatizzato
L’utilizzo di materiale d’archivio in apertura, i riferimenti alla Brexit, le inquadrature sulle scritte che reclamano un’Irlanda unita, le allusioni all’attentato in cui è morto il padre delle due ragazze i cui responsabili non sono mai stati puniti, rivelano il secondo livello di lettura dell’opera.
E’ come se attraverso la vicenda di Kelly e Lauren, al loro disagio e al loro assoluto bisogno di fare i conti con i traumi del passato, laddove tutti gli altri preferiscono invece seppellirlo sotto una coltre di omertà e di silenzio, l’autrice intendesse parlare di un intero Paese, ancora irrisolto, traumatizzato, diviso e incapace di elaborare la propria storia.
Dramma umano e politico con atmosfere da thriller, “Wildfire” è dedicato alla memoria di Nika McGuigan, prematuramente scomparsa all’età di 33 anni: la sua Kelly, donna forte e fragile insieme, perennemente in conflitto con sé stessa e con gli altri, che la spingono a dubitare del proprio equilibrio mentale, è il lascito commuovente di un’attrice talentuosa.
Voto: 6,8