Recensione in anteprima – TFF 38 – In concorso – Esordio alla regia della giovane sudcoreana Yoon Dan-Bi, tra affresco familiare e confronto generazionale, un film sulla poesia del quotidiano. 

La storia

Durante le vacanze estive, Okju (Choi Jung-un) e Dongju (Park Seung-jun)  si trasferiscono nella casa del nonno (Kim Sang-dong) dopo il dissesto finanziario del padre (Yang heung-ju). Mentre il piccolo Dongju si adatta immediatamente, l’adolescente Okju prova invece un forte disagio. L’arrivo della sorella del padre, prossima al divorzio, cambia per fortuna le cose, e anche Okju comincia ad apprezzare la nuova vita in famiglia.

Tuttavia, quando il nonno si ammala, zia e padre decidono di mandare l’uomo in una casa di cura e mettere in vendita la casa.

Un’ordinaria vicenda familiare 

La regista, appena trentenne, ha realizzato quest’opera come parte del proprio progetto di laurea presso la Graduate School of Cinematic Content della Dankook University. Il film però ha avuto un successo superiore a ogni previsione: vincitore di quattro premi al Busan International Film Festival e premiato anche all’International Film Festival di Rotterdam, “Moving on” è stato seriamente preso in considerazione per rappresentare la Corea del Sud alla prossima edizione degli Oscar.

Merito, sostanzialmente, della sensibilità dell’autrice, che traccia un garbato affresco familiare, mettendo a confronto tre generazioni (il nonno, il padre e la zia, i figli) che vivono sotto lo stesso tetto: si parla di legami familiari, dunque, e di come, pur nelle difficoltà (sia il padre sia la zia sono freschi di separazione, il nonno è malato, i figli hanno un rapporto conflittuale con la madre assente), si possa recuperare una forma di unità.

Non ci sono grandi avvenimenti, colpi di scena, svolte inaspettate o intense scene madri: il film procede per piccoli quadri che rappresentano semplici momenti di vita quotidiana, situazioni ordinarie che però nel loro insieme formano un caloroso ritratto di questa famiglia.

La poesia del quotidiano

L’impostazione narrativa e l’impianto visivo del film, girato tutto con macchina fissa, campi medi e lunghi, e caratterizzato da intere sequenze prive di stacchi, garantiscono un forte senso di realismo – merito anche dell’ottimo cast, dove spiccano i giovanissimi Choi Jung-un e Park Seung-jun, credibili e spontanei nel ruolo dei due figli – e consentono allo spettatore di immergersi completamente nella vita di questa famiglia.

D’altro canto, però, il ritmo è piuttosto lento: nella prima parte, soprattutto, si fatica a lasciarsi coinvolgere dalle vicende rappresentate, perché se alcuni episodi brillano per delicatezza e poesia, altri si rivelano fondamentalmente poco significativi.

L’intento di raccontare la poesia del quotidiano attraverso le ordinarie vicissitudini di questa famiglia, dunque, è ammirevole ma non pienamente riuscito. Ciò non toglie che “Moving on” sia comunque un esordio delicato e interessante: non per tutti, forse, ma senza dubbio meritevole di una visione.

Voto: 6,5 

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