Recensione (senza spoiler) – 70mm – Tenet è il nuovo film, tanto atteso, del regista Christopher Nolan. Ancorato a sistemi di ripresa tradizionali come la pellicola e le scene reali ma proiettato con tecnologie moderne come le riprese IMAX e al gusto della pellicola 70mm, il regista da nuovamente prova della sua abilità confezionando un film di difficile lettura, che non è perfetto, manca di stupore in molte scene ma restituisce al pubblico un’esperienza unica, sconcertante, confusa e divisiva. Al cinema dal 26 agosto.
La storia
Un operativo americano senza nome, che lavora con la CIA, partecipa a un’azione in Ucraina, durante un attentato terroristico in un teatro dell’opera. Scoprirà che questa operazione era anche un test per mettere alla prova non solo la sua fedeltà all’Agenzia, ma pure la sua propensione a rischiare la vita per salvare persone innocenti. Viene così introdotto in un programma misterioso e compartimentalizzato, dove i partecipanti sanno solo quello che devono sapere.
Non si può dire qualcosa in più della trama, si rischierebbe di svelare molto di un racconto che non è sicuramente complesso come si potrebbe pensare. L’idea di fondo è abbastanza semplice, lo svolgimento risulta articolato, complesso, con un montaggio molto apprezzato e difficile.
Tutto ciò che è possibile
Il cinema di Nolan è un cinema che fa sempre discutere. Ogni suo film è divisivo tra le diverse tifoserie. Anche “Tenet” non sfugge a questa regola. Accusato di essere confuso, in realtà confuso non è. Accusato di essere senz’anima, in realtà “Tenet” un’anima ce l’ha ma non è convenzionale. E’ fatta di tecnica, profumata di celluloide, ricreata con tecniche nuove e comunque legate all’arte del cinema concreto e reale.
Da sempre Christopher Nolan preferisce stuntman, grandi ricostruzioni di set, set reali, e dinamiche a dimensioni naturali e la cara vecchia pellicola al cgi, al digitale e al green screen. Non è un mistero che la scena, presente anche nel trailer, dell’aereo Boeing 747 che si schianta contro una costruzione di diversi piani è un aereo vero in tutto e per tutto e la distruzione è reale.
Un richiamo potente alla concretezza delle riprese, alla voglia di rendere tangibile quanto succede sul grande schermo, l’abilità di eliminare l’intermediario per giungere allo spettatore, in modo diretto, almeno per quanto riguarda quanto si può vedere.
007 chiama Nolan risponde
“Tenet” inizia subito con una forte tensione accompagnata da scene d’azione molto ben realizzate e coinvolgenti che esaltano il 70mm della pellicola grazie alla quale abbiamo visto il film in sala Energia in Arcadia Cinema.
Durante tutto lo svolgersi del film il parallelo tra “Tenet” e uno dei tanti film della saga di James Bond riaffiora molte volte. Il film è dichiaratamente un thriller molto più vicino al genere rispetto a “Inception”, molto più adeso a un’idea di cavaliere unico (il John David Washington che interpreta l’agente senza nome) che si trova ad affrontare il villain di turno.
Tra panorami mozzafiato in giro per il mondo, scene adrenaliniche, ricostruzioni di scene in parallelo sia in avanti che indietro e una corsa contro il tempo i personaggi che si alternano sul grande schermo risultano subalterni all’intreccio della dinamica temporale più volte spiegato e diverse volte messo in atto. Spesso lo spettatore è rapito e straniato, alcune volte confuso.
Oltre il cinema
Si possono estrapolare quattro personaggi che primeggiano sugli altri per importanza nel corso della vicenda. John David Washington appare però il più debole dei quattro, forse volutamente, ad iniziare da una profondità quasi nulla tanto da non sapere nemmeno il suo nome.
Di Elizabeth Debicki (Kate Sator) non colpisce solo l’altezza e la bellezza ma la bravura in particolari passaggi, nonostante anche il suo personaggio ha una storia accennata ma ben segnata da traumi e paure. Robert Pattinson (Neil) dimostra, ancora una volta, di essere un attore di sicuro risultato sul grande schermo, spalla o protagonista che sia. Kenneth Branagh (Andrei Sator) appare a suo agio come spietato dittatore del suo piccolo grande mondo.
Un cinema da “sentire”
“Tenet” lascia volutamente da parte la profondità dei personaggi, si disinteressa della complessità della vicenda, cerca di spiegarla più volte e cerca dinamiche diverse esaltando quell’effetto di azione e reazione che viene invertito oltrepassando una porta, una soglia, un modo di pensare.
La vicenda quindi intriga fino alla fine, anche se non si è sicuri che possa essere la fine, come non si può sapere quando il film inizia e quando questo arriva a certi punti fissati temporalmente. Disorientate e discutibile, forse confuso nel complesso “Tenet” è cinema puro, fa parte di quei film che:
“Non bisogna capire, bisogna sentire”
E questo film segna il ritorno al cinema di molte persone dopo il lockdown e la chiusura dei cinema in tutta Italia. Speriamo bene.
Voto: 7,7