Recensione – Dopo tre canali YouTube con i loro video e le loro musiche nel corso di più di 5 anni di appuntamenti (quasi) quotidiani e più di 4,5 milioni di abbonati al loro canale principale “Me contro Te” (Luigi Calagna e Sofia Scalia) approdano al cinema. Esordio sul grande schermo anche per il regista Gianluca Leuzzi in un film che è dichiaratamente dedicato ai fan (le trote) e al fenomeno dei due youtubers. Al cinema dal 17 gennaio.

Luigi Calagna e Sofia Scalia, partner nella vita reale, hanno creato anni fa un loro canale YouTube indirizzando la loro attenzione ai bambini. Una scommessa totalmente vinta che ha creato un fenomeno seguitissimo dai bambini dai 3 ai 10 anni che, spesso, accedono al social video solo per vedere più e più volte i loro video di 10 minuti circa. Le visualizzazioni si contano in centinaia di migliaia e, alcune volte anche in milioni. Forti di questo pubblico (al quale difficilmente il cinema dedica una adeguata quantità di prodotti) e con alle spalle Warner Bros., Colorado Films e la loro Me Contro Te Production il duo sbarca sul grande schermo e ottiene il (prevedibile) boom di spettatori.

Da Youtube al cinema, una questione di marketing (e non solo)

Luì (Luigi Calagna) e Sofì (Sofia Scalia), ovvero i Me contro te, ogni giorno caricano in Rete un nuovo video per raccontare le loro (dis)avventure. Grazie alla popolarità del loro canale sperano di essere invitati al concorso che assegnerà il Like Award, ovvero il premio per lo Youtuber più gradito dagli utenti.

Ma il signor S, loro storico arcinemico, è in agguato, e vuole accaparrarsi il premio attraverso un piano diabolico: con l’aiuto del suo assistente, autonominatosi Cattivius (Michele Savoia), il signor S rapisce Luì e Sofì nascondendoli nel suo laboratorio sotterraneo e li sostituisce con due cloni per far loro promuovere in video uno slime che rende felici i bambini – almeno per un po’.

Grazie alla popolarità dello slime e all’affetto dei fan per Luì e Sofì, soprannominati “trote”, S conta di conquistare il mondo e sancire la fine dei Me contro te, con l’aiuto di un’assistente che detesta sentir ridere i bambini e che si è guadagnata il nome di Perfidia (Antonella Carone).

Nonostante la trama sembri articolata, il film dura appena 64 minuti ed è digeribilissimo da un pubblico di età molto bassa. La sceneggiatura infatti è molto debole e ricalca la dinamica che si è abituati a vedere nei video caricati su YouTube. Ed è giusto così, il pubblico di riferimento gradisce e non poteva essere altrimenti.

Bim Bum Bam e preteen television

Alla fine degli anni 80 e all’inizio degli anni 90 in Italia spopolava un programma per bambini su Italia Uno: Bim Bum Bam. Al suo interno, per alcune stagioni, i cartoni animati venivano spesso intervallati da scenette che vedevano protagonisti i conduttori spesso in situazioni di pericolo e azione e talvolta in situazioni normali come una gita in spiaggia o qualche altra occasione quotidiana.

Il fenomeno “Me contro Te” può essere considerato un’evoluzione social di queste scenette. Destinate a un pubblico di bambini si intreccia anche con il cinema, ma soprattutto la preteen television spesso di origine americana che ha visto fiorire franchise seguitissimi come per esempio i “Power Rangers”.

“Me contro Te, la vendetta del Signor S.” è quanto i bambini si aspettano di vedere e ha tutti gli elementi di un film per bambini. Il duo si autocelebra senza darsi troppe arie consapevole che il film (di cui hanno firmato anche soggetto e sceneggiatura) è la trasposizione al cinema del lavoro da loro creato e non con loro protagonisti.

Esiste quindi il cattivo di vecchia data e ancora dalle generalità sconosciute nonché tutta un’ambientazione colorata, molto cartonata. La recitazione non è sicuramente delle migliori essendo estremamente innaturale con l’obiettivo preciso di essere chiara attraverso una sceneggiatura minima e costruita spesso sul gioco, anche il gioco a più livelli stile videogame.

Animatori, imprenditori e idoli dei bambini

“Da soli si va veloci, insieme si va lontano”

“Me contro te, la vendetta del Signor S.” è l’inevitabile approdo al cinema di un fenomeno. Il lavoro di Luì e Sofì, per quanto spesso (erroneamente) valutato con sospetto in quanto proveniente da YouTube, è quell’intrattenimento genuino, forse banale, ma necessario e simpatico per i bambini.

Una attenzione ai bisogni di divertimento dei bambini che si può ritrovare nelle figure degli animatori da oratorio o delle feste di compleanno, spesso visti più come dei fratelli e sorelle maggiori un po’ cresciuti. Il duo poi porta anche al cinema quella complicità frutto di una relazione vera anche al di fuori del “tubo”. Una costante battaglia (il titolo è eloquente) tra due classici caratteri in antitesi ma complementari: Sofì più organizzata, concreta, razionale, Luì più pasticcione, sognatore, sbadato.

I due quindi sono diventati imprenditori di loro stessi proponendo ai più piccoli un prodotto che presto li ha fatti diventare degli idoli  tanto che il loro film costituisce, per alcuni, la prima esperienza al cinema.  Un’esperienza fatta di attenzione per la storia (come sempre sono i “grandi” a dare il pessimo esempio guardando il cellulare in sala)  e coinvolgimento, a volte estremo, indirizzando persino indicazioni ai protagonisti.

Certamente il film non è sufficiente dal punto di vista di regia, sceneggiatura, recitazione e quant’altro ma questo genere di film servono al cinema come settore. Chi storce il naso non ha ben compreso che gli esercenti cinematografici hanno bisogno di intercettare tutti i bisogni di tutti i tipi di pubblico possibili perché si tratta di soldi che vengono incassi dai cinema, dalle distribuzioni e dalle produzioni utili a remunerare il lavoro fatto e, soprattutto, a poterne investire.

Voto al film: 5

Voto all’idea/utilità/fenomeno: 9

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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