Recensione in anteprima – Undicesimo adattamento artistico del personaggio del Dottor Dolittle protagonista dei romanzi per bambini di Hugh Lofting. Terza incarnazione per il grande schermo e, compresi i sequel della versione del 1998, settimo film che vede il buio in sala. Un film che rispetta le ambientazioni originali dei racconti ma lascia diverse perplessità nel complesso. Al cinema dal 30 gennaio.

Dolittle (ri)animato

John Dolittle (Robert Downey Jr), medico prodigioso, capace di parlare con gli animali, viveva insieme a molti di loro e alla sua amatissima moglie Lily nella riserva delle meraviglie che la regina d’Inghilterra (Jessie Buckley) gli aveva offerto in dono. Ma un naufragio si è portato via per sempre Lily e da allora Dolittle non ha più voluto incontrare i suoi simili, ha chiuso le porte dell’ospedale e rinunciato a tutto. Ora però è la regina in persona, gravemente malata, a chiedere che torni al lavoro, per portarle quel fiore dell’albero dell’Eden che solo può salvarla.

Il film è introdotto con un interessante blocco animato dai sapori e dalle tecniche di decenni passati. E’ forse, la parte più seducente dell’intera pellicola e serve a introdurre il personaggio del dottore raccontandoci la vita che ha passato fino a quel momento compresa la prematura scomparsa della moglie.

Troviamo quindi un Dolittle barbuto e scorbutico che pian piano dovrà, per forza di cose, far spazio a qualche apertura alle altre persone e all’avventura. Il passaggio è abbastanza coerente e interessante ma non privo di una semplificazione eccessiva e di una costante ricerca della battuta da parte degli animali.

Tra Sherlock Holmes, Iron Man e Jack Sparrow

Questa nuova incarnazione del Dottor Dolittle, che prende spunto dalle origini del personaggio letterario e non dalla trasposizione di fine anni 90  con Eddie Murphy, ha un’ambientazione colorata del diciannovesimo secolo inglese. La natura via terra e via mare la fa da padrona e gli animali, ricreati digitalmente si incastrano perfettamente nello sfondo creato.

Il personaggio interpretato da Robert Downey Jr. deve inizialmente togliersi di dosso l’armatura dell’Iron Man che molti conoscono per indossare dei panni più consoni alla vicenda. Purtroppo, ciò che ne deriva è un personaggio a metà strada tra lo scorbutico e acuto Sherlock Holmes e una versione depotenziata di un novello Jack Sparrow.

Il Dolittle del titolo viene un po’ oscurato dal carisma dell’attore sul quale la Universal, produttrice del film, ha puntato sin dalla simbolica e precisa frase di lancio Robert Downey Jr è il dottor Dolittle” un chiaro riferimento all’ “Io sono Iron Man” di marvelliano utilizzo.

Un target ben preciso

Nato inizialmente come una versione più dark e con una sceneggiatura più complicata, il film è stato rimaneggiato notevolmente tanto da cambiare destinatari.

“Dolittle” si indirizza chiaramente a un pubblico di bambini e adolescenti che apprezzeranno la vicenda leggera e lo svolgersi degli eventi senza troppe originalità. Restano comunque degli evidenti tagli in fase di montaggio e l’assenza di scene di un certo fascino. Si cerca, con poca fortuna e profondità di caratterizzare i personaggi ma evidentemente non è la volontà principale del film.

I personaggi infatti sono ben circoscritti per quello che devono rappresentare in una netta distinzione tra bene e male e una presenza tra il cartoon e la farsa.

Un breve accenno è anche dato alla questione ecologica soprattutto tramite i mezzi di trasporto che vedono il dottore utilizzare la forza motrice della natura (vento, mare, gli stessi animali) contrapposta alla forza motrice di uno pseudo-motore dell’imbarcazione del “cattivo” Blair Mudfly (Michael Sheen).

I doppiatori (originali)

Da sottolineare il nutrito cast dei doppiatori della versione originale del film. Coloro che danno voce agli animali. Un gruppo di attori rinomati, che, molto spesso ha uno stretto legame lavorativo con Robert Downey Jr.

In ordine sparso abbiamo: Emma Thompson, Rami Malek, John Cena, Kumail Nanjiani, Octavia Spencer, Tom Holland, Ralph Fiennes, Selena Gomez, Marion Cotillard

Voto: 5,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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