Recensione in anteprima – A quasi due anni dalla sua presentazione al Festival di Toronto del 2017, “The current War”, la terza opera del regista Alejandro Gomez-Rejon, approda finalmente nei cinema italiani. Protagonisti assoluti Benedict Cumberbatch nei panni di Thomas Edison e Michael Shannon in quelli di George Westinghouse. A completare il trio Nicholas Hoult che interpreta il l’inventore di origini austro-ungariche  Nikola Tesla. Un film che ha avuto una lavorazione travagliata e che si regge sulle ottime interpretazioni dei due protagonisti, un’eccellente scenografia, una ricercata ricostruzione dei costumi. Al cinema dal 18 luglio.

Non solo Edison

1880. Thomas Edison (Benedict Cumberbatch) , rivoluzionario inventore della lampadina, è sul punto di illuminare Manhattan e di sconvolgere per sempre le abitudini di vita degli americani. L’imprenditore George Westinghouse (Michael Shannon), a sua volta studioso e inventore, è pronto ad incontrarlo e a proporgli di entrare in società. Ma Edison non ha tempo per nessuno, né per i suoi figli né per Westinghouse né per quell’immigrato serbo, di nome Nikola Tesla (Nicholas Hoult), che continua a blaterare che la corrente alternata sarebbe una scelta di gran lunga più efficace ed economica. L’incontro tra il giovane Tesla e l’appassionato Westinghouse riscriverà i piani di Edison e la storia della distribuzione dell’elettricità nel mondo.

Dal titolo italiano del film si potrebbe pensare che la pellicola parli essenzialmente della figura di Thomas Edison. Niente di più falso. Il titolo originale riporta infatti “The current War”, molto più fedele alla vicenda storica della guerra della corrente avvenuta negli ultimi anni del diciannovesimo secolo.

Messa ai margini la figura di Nikola Tesla che, invece risultò determinante nella vicenda, il film si concentra sullo scontro caratteriale, scientifico e imprenditoriale tra Thomas Edison e George Westinghouse.

Edison, George and the dying studio

La lavorazione e soprattutto la distribuzione del film è stata molto travagliata. Gli studios di produzione, coinvolti nel caso Weinstein, hanno faticato a vendere il prodotto finito, che, in realtà ha subito alcune modifiche da parte del regista Alejandro Gomez-Rejon mai totalmente soddisfatto della sua terza regia.

Dopo il bellissimo “Me, Earl and the dying girl”, il regista allievo e assistente del regista Alejandro Gonzalez Inarritu, realizza un film curato dal punto di vista della ricostruzione storica degli ambienti e dei costumi che punta tutto sullo scontro di idee tra i due protagonisti e cerca di coinvolgere il pubblico in questa guerra che fa parte del più ampio disegno di quella che fu la rivoluzione industriale di quel periodo.

Avvalendosi della presenza di un cast eccezionale, il regista fa leva sulle enormi capacità recitative di Benedict Cumberbatch e Michael Shannon. I due attori sfoggiano un’interpretazione molto intensa e danno carisma e personalità ai loro personaggi pur non essendo molto somiglianti con i loro alter ego storici.

Uno sviluppo poco elettrizzante

Il film punta ovviamente su una sceneggiatura che possa esaltare la “guerra della corrente” come una guerra personale tra i due protagonisti. Ovviamente, a livello storico, la situazione fu molto più complessa ma è invero che sia Edison che Westinghouse sono gli scienziati imprenditori che più di ogni altri hanno dato il loro contributo all’innovazione e diffusione dell’energia elettrica come la conosciamo oggi.

Un passaggio epocale, più volte sottolineato dal film e più volte enfatizzato con guerre di potere, brevetti e sotterfugi che romanzano tutta una serie di eventi. Ma ciò che manca, forse, per un film di questo tipo, è rappresentato dal tempo. C’è molto poco tempo per lo spettatore per metabolizzare tutti i passaggi di una guerra durata un paio di decenni e che ha coinvolto politica, economia e scienza.

La dimensione più corretta, probabilmente, per una vicenda così importante, poteva essere rappresentata da una serie tv o da una miniserie al limite del docu-film. Per quanto l’equilibrio nel film è abbastanza rispettato e non ci si annoia, si ha l’impressione di non approfondire totalmente sia i personaggi coinvolti sia le vicende.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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