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Freight Yard 114

Produttore: Cadillach Ranch

Regia: John Sayles

Cast: Billy Crudup, Nick Nolte, David Strathairn, Omar Epps, Francis McDormand, Robert Duvall, Billy Bob Thornton, Harry Dean Stanton, Marie Richardson

Data di uscita: 3/11/2001

Incasso totale: 229.169.431

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Recensione (Magia Productions)

Continuano le uscite a raffica per i films di Cadillac Ranch, e con quest’ultima pellicola torniamo ad occuparci della serie ispirata ai brani musicali di Bruce Springsteen. Ci troviamo di fronte ad un’opera ancora una volta di prima qualità che comprende al suo interno i due picchi assoluti del produttore: un primo tempo che sfiora il capolavoro con ambientazioni e caratteristiche essenziali e praticamente perfette si contrappone ad un secondo tempo dove la la necessità e la voglia di mostrare la disperazione e la tragedia prendono la mano allo sceneggiatore ed il continuo susseguirsi degli eventi, anziché colpire lo spettatore, risulta freddo e quasi programmato. Nonostante questo, il giudizio medio della pellicola è ottimo e la Cadillac si riporta sui livelli altissimi che l’hanno resa famosa.
Voto 77/100

Note di produzione

Ambientato in un periodo amaro per l’America (la Grande Depressione, iniziata col crollo della Borsa di Wall Street del 1929), “Freight Yard 114” racconta l’odissea di Graham, un uomo dal passato misterioso, che lascia la casa in Pennsylvania (in realtà si conoscerà quasi alla fine il suo “addio” al padre) per raggiungere la fattoria di suo zio Monty in California, per molto tempo lontano da casa anche a causa dei suoi gusti controversi (ha sposato una donna di trent’anni più giovane). Il viaggio è lungo, pericoloso, arduo. Troverà dei “compari”, come Frank, altro uomo dal passato misterioso che per pochi soldi ha messo a repentaglio la sua reputazione, e George, vagabondo molto attaccato alle attività lavorative. Il loro viaggio in treno si conclude al capolinea denominato “Scalo Ferroviario 114”, dal quale poi proseguono a piedi, incontrando un ospitale allevatore di cavalli, un chitarrista di colore in un campo nomadi, i pregiudizi di un gruppo di camionisti. Tra i falò notturni e gli incolti campi di grano essiccati dal sole, il viaggio del protagonista sarà come un’arma a doppio taglio che scaverà fino in fondo e riporterà alla luce il suo passato, eliminando ogni valore morale e ogni possibilità di sopravvivenza nel mondo di allora. Girato in sei settimane, “Freight Yard 114” vede il ritorno dietro la macchina da presa di John Sayles, regista di indiscusse perle come “Stella Solitaria”, “Limbo” e “Otto Uomini Fuori” (quest’ultimo fece conoscere al pubblico attori oggi indiscussi come Charlie Sheen, John Cusack e D.B. Sweeney), nonché autore di molti videoclip di Bruce Springsteen. Ed è proprio da un brano di Bruce Springsteen sulla Grande Depressione che è partita l’idea di “Freight Yard 114”; una storia moralista e distruttiva, nera come le notti passate davanti al falò. Al contrario di “Galveston Bay”, questo nuovo film non rispecchia alla perfezione la canzone di Springsteen (nella canzone – “The New Timer” – il protagonista era un cinquantenne mentre qui è un trentenne), dando ampio spazio ai duetti tra Graham e Frank (Billy Crudup e Nick Nolte). L’idea che Billy Crudup potesse interpretare un uomo dal doppio volto era venuta proprio dopo “Sleep Of The Dead”, dove Crudup interpretava un personaggio analogo, anche se in un altro contesto. Volutamente lento e molto descrittivo, “Freight Yard 114” si scosta leggermente da film come “Furore”, inquadrando di più i pensieri di Graham e il suo stato di smarrimento in una situazione ben più grande di lui.

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Intervista a Billy Crudup

REDAZIONE: Da “Sleep Of The Dead” a “Freight Yard 114”: per molti addetti ai lavori si è trattato di due personaggi molto simili. Qual è il tuo parere?

B.C.: Non proprio simili direi. Il Charlie di “Sleep Of The Dead” era un ragazzo timido che per la prima volta nella sua vita riesce a varcare la linea del giusto e ad entrare in quella del torto. Qui abbiamo un personaggio che la varca continuamente, giorno dopo giorno, e da anni ormai. E’ una persona che fa tenerezza per il suo essere spaesato e malinconico, ma colpisce duro al cuore per la sua rabbia interiore a seconda delle circostanze che lo accerchiano.

REDAZIONE: Come vedi dal tuo punto di vista la vita che si faceva all’epoca della Grande Depressione?

B.C.: A tratti quasi assurda, disperata per la continua prostituzione e attaccamento alla speranza. Io ne ho sentito parlare, mi sono letto Steinbeck e Maharidge, e ho parlato anche con chi l’ha vissuta, addirittura in epoca adolescente, e tutti l’hanno descritta come una vita del tutto incosciente, estrema, dovuta alle condizioni dell’economia. Io, Nick Nolte e David Strathairn ci siamo fatti le ossa con venticinque giorni di camping, accendendo falò con pietre e legnetti, dormendo al freddo e bevendo chicchi di caffè solubile bolliti in acqua sporca. Mi sono bastati quei giorni.

REDAZIONE: Come definisci il cast di “Freight Yard 114”?

B.C.: I nomi parlano da soli. Nick è la persona con cui ho avuto un’amicizia più stretta durante la lavorazione, ma anche David è un grande professionista ed è molto umile. Conoscevo già Billy Bob, ma la persona che più mi ha impressionato è stata Bob Duvall, un uomo e un attore straordinari.

REDAZIONE: E poi ti sei dato alla regia…

B.C.: Si, avevo già uno script per un corto e ho girato “Almost Heaven”. Il primo ciak è stato dato una settimana dopo la fine delle riprese di “Freight Yard 114”.

REDAZIONE: Progetti per il futuro?

B.C.: Girerò un thriller con Gary Sinise e Sandra Bullock, dopodiché penserò a un grande progetto di John Frankenheimer che è “Big Train Robbery” tratto dal romanzo di Michael Crichton, dove sarò insieme a Russell Crowe e Uma Thurman.

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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