Martedì 24 febbraio, Rete 4, ore 21.00. Un film che alla sua uscita è stato definito sia un instant movie che “una commedia di cui tra 25 anni ci ricorderemo ancora”: occasione quindi per rivederlo e misurare gli effetti del tempo dopo il primo lustro, o per scoprirlo, dato che il tema della crisi è drammaticamente ancora più attuale.
TRA LE NUVOLE
(Up in the Air, 2009, USA)
Regia di Jason Reitman
Con:
George Clooney
Vera Farmiga
Anna Kendrick
Jason Bateman
J.K. Simmons
Durata: 108 minuti.
Trama:
La storia vede protagonista Ryan Bingham, un manager esperto in risorse umane e riorganizzazione del personale il cui unico divertimento è quello di raccogliere punti nei suoi numerosi voli per raggiungere lo status di “one million frequent flyer miles”, obiettivo che persegue meticolosamente visto che passa tutta la sua vita in volo da un aereo all’altro. Quando il suo capo gli chiederà di licenziare la giovane Nathalie capirà che è arrivato il momento di un cambiamento…
RECENSIONE
Non sono fra quelli che s’è entusiasmato per i precedenti lavori di Reitman e neanche per questo c’è da gridare al miracolo.
E’ una commedia gradevole, ben scritta e ben girata. Più sobria e matura rispetto agli altri film, porta avanti coerentemente un’idea senza sbrodolamenti improvvisi. Reitman sembra affascinato da figure di uomini/donne soli/e, così in “Up in the air” come per l’Eckhart di “Thank you for smoking” ci troviamo con un protagonista assoluto abbastanza cinico e solitario, però il cambiamento a livello di stile c’è stato: voice over opportunamente limitata (e lo si poteva fare ancora), finto cinismo smussato da un retrogusto romantico di sicura presa e uno schema di sceneggiatura che pur essendo risaputo riesce a essere funzionale. Nell’incipit mi ha ricordato un po’ “Turista per caso”, però il film di Reitman segue un’altra via ed è anche bravo a non esagerare con le consolazioni.
La dinamica è scontata ma la love story con la splendida Farmiga non può che restare impossibile: per lei il viaggio è “una parentesi”, per lui la vita stessa.
Colonna sonora folk triste il giusto. Prova d’attori ottimale, con un Clooney sempre in formissima in ruoli così “furbetti”.
(s)Fortunato a uscire proprio nel periodo della crisi economica, diventando pure un film attualissimo. (Noodles alias Giuseppe Gangi)
Curiosità:
Basato sull’omonimo romanzo di Walter Kinn del 2001, il protagonista (narratore onnisciente) alla fine del libro si recava a fare le chemio. Così si spiega anche la straniante battuta iniziale della hostess “Would you like a can, sir?” (che suona come “Would you like a cancer?”), lasciandolo basito. In italiano è stata resa con il doppio senso sessuale “Vuole una bella soda?”.
Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale ai Festival di Toronto e Roma, il film ha ottenuto sei candidature agli Oscar: miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior sceneggiatura non originale e la doppia candidatura per la categoria miglior attrice non protagonista (Farmiga e Kendrick).
Costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati oltre 80 solo negli USA.
Molte delle persone licenziate nel film non sono attori ma veri disoccupati che avevano perso da poco il lavoro. Il casting li aveva attirati parlando di un documentario in realizzazione sulla recessione, e di reagire al licenziamento sullo schermo, come avrebbero voluto fare liberamente. I soggetti in questione sono quelli che nel film non interagiscono con Clooney o la Kendrick, in caso contrario sono veri attori.