Lo scorso anno ci ha scongelato il cuore con il calore, la storia e le immagini dell’acclamato Frozen, quest’anno la Disney ci presenta la storia di 6 supereroi per caso. La presentazione riesce con un buon film che se non è memorabile come il suo predecessore natalizio, è sicuramente divertente.
Big Hero 6 è una commedia d’avventura ricca d’azione sull’enfant prodige esperto di robot Hiro Hamada, che impara a gestire le sue geniali capacità grazie a suo fratello, il brillante Tadashi e ai suoi amici: l’adrenalica Go Go Tamago, il maniaco dell’ordine Wasabi No-Ginger, la maga della chimica Honey Lemon e l’entusiasta Fred. Quando una serie di circostanze disastrose catapultano i protagonisti al centro di un pericoloso complotto che si consuma sulle strade di San Fransokyo, Hiro si rivolge al suo amico più caro, un robot di nome Baymax, e trasforma il suo gruppo di amici in una squadra altamente tecnologica, per riuscire a rivolvere il mistero.
Dopo il successo clamoroso e meritato del film d’animazione “Frozen – il regno del ghiaccio” che ha permesso allo stesso film di diventare il film d’animazione più visto di tutti i tempi e il maggior successo commerciale della storia Disney issandosi al quinto posto assoluto tra i film con il maggior incasso di sempre nel mondo con oltre 1 miliardo e 200 milioni di dollari, fare meglio a distanza di solo un anno è praticamente impossibile.
Infatti questo “Big Hero 6” non incasserà quanto il predecessore natalizio ma ha tutte le carte in regola per divertire grandi e piccini e creare quel franchise che ulteriori soldi riversa nelle casse dei produttori. L’idea di un film di animazione Disney che trattasse di supereroi è lontana nel tempo e si avvia nel 2009 quando parte il progetto Big Hero 6 all’indomani dell’acquisizione da parte della Disney della Marvel e di tutte le sue migliaia di personaggi. Per arrivare al 2014 con un prodotto finito che potesse accontentare la più vasta fascia di pubblico senza perdere in qualità è stata stravolta una miniserie a fumetti di fine anni novanta della Marvel. Sono rimasti i nomi dei personaggi e qualche caratteristica ambientale ma il tutto è stato rimodellato per fondere nel lungometraggio tutto lo spirito tipico della Disney.
Ecco così che Baymax l’indiscusso protagonista comico, dolce e ingenuo del film ricorda molto quell’Olaf che i bambini hanno tanto amato. Questo Baymax, bambolotto di vinile autogonfiante progettato dal fratello di Hiro e da quest’ultimo trasformato da ingenuo assistente medico a supereroe con armatura e vista potenziata rappresenta la sintesi tra l’anima Disney di un personaggio buono e rassicurante e l’anima Marvel da personaggio forte e protettore dei deboli.
Un film che, quindi, mescola sapientemente il tutto e non lascia nulla al caso. Ad iniziare dal nome Hiro, giapponese, che foneticamente ha lo stesso suono di Hero, eroe in lingua americana e anglosassone. Anche i nomi dei luoghi non sono casuali. Consapevoli dell’importanza del mercato giapponese (250 milioni incassati nel mondo da Frozen arrivano da quel paese) i produttori hanno scelto un’ambientazione a metà tra la città di San Francisco e Tokyo chiamandola San Fransokyo e non è un caso che il film sia stato presentato in anteprima al Tokyo film festival.
Una Disney che crea un film sui supereroi Marvel senza la Marvel, o meglio declinando questi supereroi in chiave Disney e il risultato è buono.
Il film scorre con un buon ritmo, con ottime animazioni in computer grafica, con una colonna sonora ben sfruttata e con una sceneggiatura solida. Fin troppo solida in alcune parti perché con lo scopo di soddisfare il più vasto pubblico possibile, in alcuni punti e soprattutto nella lunghezza del film, la sceneggiatura approfondisce troppo sentimenti e motivazioni che rallentano un po’ la visione al pubblico più giovane, i bambini più piccoli che, rischiano di annoiarsi. L’intento seppur lodevole di non lasciare sottotrame incompiute crea un effetto di finali doppi, tripli, quadrupli e allunga un po’ troppo il film.
“Big Hero 6” rimane un film da vedere per tutta la famiglia, piacerà ai bambini, soprattutto se nella fascia tra gli 8 e i 13 anni, ma sarà ben visto anche dai bambini più grandi, da adolescenti e adulti. Non ci sarà l’effetto di sbalordimento che c’è stato per Frozen ma questo lungometraggio Disney, il 54° della storia pone le basi per un nuovo mondo Marvel-Disney dell’animazione.
Voto: 7