Recensione in anteprima – Tratto dal romanzo “L’uomo che metteva in ordine il mondo” e remake del film svedese “Mr Ove” “Non così vicino” è il titolo italiano di “A man called Otto” quasi a riprendere (anche nella grafica) quel “Morto forte, incredibilmente vicino”. La vicenda di Otto rapisce sin dall’inizio e il film emoziona, diverte e l’interpretazione di Tom Hanks regalano un personaggio indimenticabile. Al cinema dal 16 febbraio

La storia

Otto Anderson (Tom Hanks/Truman Hanks), rimasto da poco vedovo, è un uomo rigido e incapace di relazionarsi con gli altri. Se la prende con qualunque persona che non rispetta alla lettera i regolamenti. Quando qualcuno entra senza permesso con l’auto nell’area riservata dove c’è anche il suo appartamento o non fa correttamente la raccolta differenziata, ci pensa lui a farglielo notare.

Ogni giorno organizza infatti una ronda per controllare se c’è qualcosa che non va. In più non si è mai ripreso dalla morte della moglie Sonya (Rachel Keller) a cui era legatissimo e programma il suicidio in più di un’occasione. A movimentare improvvisamente la sua esistenza c’è l’arrivo di Marisol (Mariana Trevino) e del marito che hanno affittato una casa di fronte alla sua. La giovane donna, già madre di due bambine e in attesa del terzo, irrompe come un uragano nella sua vita e tra loro nasce gradualmente un’amicizia che resterà per sempre.

La vita è fatta di incontri, relazioni, feste, ricorrenze, rincorse, e tanto altro. Niente di questo interessa a Otto, ripiegato su sé stesso e sulla tristezza che sfocia in una depressione intransigente, spigolosa, a tratti arrogante. Ma la vita trova sempre il modo di sorprendere. In due ore si intrecciano le idee di morte di Otto e la dimostrazione di vita di Marisol. Da un freddo e gelido inverno (esterno e del cuore di Otto) si passa gradualmente a una primavera di colori e di calore, la neve si scioglie, affiorano e riaffiorano i sentimenti.

Il passato dai dettagli

Otto vive nei ricordi,  nei momenti felici passati con sua moglie. Basta una canzone, un’immagine, un abito, una parola per far riaffiorare quelle immagini di lui con la moglie nella vita insieme che non c’è più. Ottima è la fotografia, buona la narrazione, perfetta l’empatia creata nello spettatore che scopre così anche la storia della coppia. Molto ben descritto il primo, perfetto e impacciato incontro.

Nella parte del giovane Otto troviamo il figlio di Tom Hanks, Truman Hanks, un attore molto interessante e perfettamente in parte. Otto è l’unico di cui vediamo la storia passata. Tutti gli altri la raccontano. Solo quando vengono coinvolti nei ricordi di Otto, allora li possiamo ritrovare.

Ci sono dettagli che fanno male, altri che divertono  riportando alla luce vecchie amicizie, vecchi confronti. Memorabile la lotta tra due marchi di auto: Ford e Chrevolet, tra Otto e l’amico Reuben.

La vita di Otto, insieme alla moglie, era una vita perfetta. Otto era felice e realizzato. I tentativi di suicidio, l’essere scontroso sono il risultato di questa mancanza incolmabile.

Affezionarsi in due ore

Lo spettatore si affeziona a Otto anche attraverso Marisol, una persona solare con un nome solare. La vita sembra letteralmente bussare ancora alla porta di Otto, il difficile per lui è farla entrare in casa. Otto è devastato dal dolore, come  Hunter Adams in “Patch Adams”, il colloquio con la moglie è giornaliero davanti alla tomba come se fosse ancora viva. Non è ancora il tempo della consapevolezza del Sean Maguire (sempre Robin Williams) in “Will Hunting, genio ribelle”: il lasciare andare la persona amata che non è più in vita, ma arriverà.

Lo spettatore si affeziona a Otto nel corso del film. Lo si ama anche per il suo essere burbero e scontroso. Lo si ama ancor di più quando si aprirà agli altri, lui dal cuore di pietra avrà quel “cuore grande” che dovrà imparare a ritrovare.

Il film si avvale di una buona sceneggiatura, Tom Hanks da prova, ancora una volta, di essere un grandissimo attore valorizzando anche tutto l’intero cast. Tra risate e lacrime “Non così vicino” appassiona lo spettatore che faticherà a trattenere le lacrime in quello che potrebbe anche sembrare un finale anche fin troppo ruffiano. Un film da vedere per riscoprire l’importanza delle relazioni. Di quanto profondo possa essere l’amore e l’affetto per la persona amata e di quanto la mancanza può risultare incolmabile.

Voto: 7,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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