Recensione in anteprima – Il ladro più temibile e sfuggente del fumetto italiano arriva finalmente al cinema. Il nuovo film, prodotto da Rai Cinema con la collaborazione della casa editrice Astorina, sarebbe dovuto uscire lo scorso anno, ma, causa pandemia, si è visto più volte posticipare la data di uscita. Con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Serena Rossi, Alessandro Roja e Claudia Gerini. Diabolik dal 16 dicembre solo al cinema.
Il suo nome è… Diabolik!
Diabolik non è una novità sul grande schermo. Si tratta infatti della seconda trasposizione cinematografica per il personaggio, dopo il film omonimo del 1968 diretto da Mario Bava.
Questa nuova trasposizione però è destinata a dividere il pubblico. I Manetti Bros, da veri amanti di Diabolik, omaggiano con grande passione l’opera delle sorelle Giussani, pescando a piene mani dalle pagine dei fumetti. Forse fin troppo…
Diabolik (Luca Marinelli) è un genio del crimine che da anni terrorizza l’alta società della città metropolitana di Clerville. Dopo ogni colpo, a bordo della sua Jaguar E-Type rigorosamente nera, sfugge costantemente alla polizia, in particolare all’instancabile ispettore Ginko (Valerio Mastandrea). Il film non racconta le origini dello spietato criminale, bensì il primo incontro tra Diabolik e la sua compagna e complice Eva Kant (Miriam Leone). La pellicola è infatti la trasposizione fedele del terzo albo della serie originale, “L’arresto di Diabolik”. Talmente fedele da poter distinguere le vignette del fumetto.
Amare e celebrare Diabolik…
La passione per il fumetto originale mostrata dai Manetti Bros è straordinaria. La cura per ogni minimo dettaglio è maniacale. Diabolik è girato come se fosse un film noir degli anni ‘60, non solo per ambientazione e costumi ma anche per le inquadrature, la recitazione, il ritmo. Da questo punto di vista il film è impeccabile.
Anche la scelta del cast è assolutamente azzeccata. I tre attori protagonisti sono perfetti per i loro ruoli. Miriam Leone sembra nata per essere Eva Kant, così come Valerio Mastandrea per Ginko. Luca Marinelli è un Diabolik spietato e glaciale, forse anche troppo, in particolare nel rapporto con Eva. Il suo sguardo enigmatico però cattura in ogni inquadratura.
Attenzione alle trappole, Diabolik!
Tra i pregi però si nascondono anche i tanti difetti di questa nuova trasposizione. La scelta di optare per un film noir anni ‘60 è un arma a doppio taglio. Da una parte lo stile si sposa bene con le origini del fumetto, dall’altro rischia di non coinvolgere un pubblico non così tanto affezionato al personaggio e all’opera e che, al contrario, potrebbe aspettarsi un ritmo più moderno, più vivace.
Lo stesso stile lo ritroviamo anche nel copione. Un’impronta quasi da telenovela a cui è difficile abituarsi. Alcuni dialoghi e le interpretazioni dei personaggi secondari lasciano piuttosto a desiderare. Si nota un notevole distacco con i tre attori protagonisti. Purtroppo tutti gli altri attori non ne escono molto bene.
Occasione sprecata
Diabolik è un film noir anni ‘60 in tutto e per tutto, nel bene e nel male. I Manetti Bros. celebrano a tal punto il fumetto da dimenticarsi dell’intrattenimento cinematografico. Ne risulta un film di genere, molto coraggioso, curato in ogni minimo dettaglio, ma senza ritmo, tensione ed emozione. Un appassionato omaggio vintage ad uno stile di cinema rimasto nei ricordi e al celebre fumetto italiano che forse avrebbe meritato una ventata di aria fresca.
Voto: 6