Recensione in anteprima – Terzo capitolo di una saga nata quasi per caso e assurta a filone cult e di pregevole fattura tecnico-narrativa. Nonostante la materia possa facilmente risultare ripetitiva, il film diverte, coinvolge e si permette anche di entrare nella dinamica e profondità dei rapporti e delle relazioni del protagonista. Al cinema dal 16 maggio.

John Wick (Keanu Reeves) ha rotto una delle due regole sacre della società degli assassini: ha ucciso nella zona franca dell’hotel Continental. Come si è visto al termine del primo film si tratta di un crimine che viene punito con la morte senza mezzi termini, ma John non è un assassino qualunque e Winston, il manager del Continental di New York, gli ha dato un’ora di vantaggio sui suoi avversari oltre a un sigillo, che obbligherà Winston a concedergli un favore, ossia l’altra regola sacra della società degli assassini. Se Santino nel film precedente aveva messo su John una taglia da 7 milioni di dollari, ora il compenso è raddoppiato a 14, tanto che John sarà costretto a cercare aiuto tra alcune sue vecchie conoscenze.

5 minuti dopo

“John Wick 3, parabellum” riprende la storia dal punto in cui era stata lasciata in “John Wick 2”. Si tratta di una continuità immediata e che non lascia respiro, tantomeno riepiloghi. La serialità della saga viene così estremizzata quasi fosse un unico grande film diviso in più parti o, per usare una metrica molto più attinente ai tempi moderni, si tratta di una serie tv in più episodi con trama orizzontale.

“La scomunica sarà valida dalle ore 18 ora orientale, la taglia è fissata a 14 milioni”

Dai capitoli precedenti lo spettatore ha imparato che John Wick fa parte di un’organizzazione estremamente organizzata. Il countdown verso l’effettiva efficacia della scomunica è via via sempre più guidato da ansia mista alla folle corsa di John per trovare un rifugio che, chiaramente, non ci può essere.

La scena che coinvolge il dottore solo qualche minuto prima dell’inizio della scomunica è emblematica. Il conflitto del dottore che si trova a dover decidere tra l’amicizia verso John e quindi ricucire le ferite dell’amico e il rispetto delle regole dell’organizzazione che hanno decretato John un ricercato.

Regole e inseguimenti

Per quanto molti scontri siano esagerati e al limite della verosimiglianza, quanto accade in “John Wick 3” è pura coerenza con un mondo che è sostanzialmente diverso dalla nostra quotidianità.

Si tratta, come detto di un’organizzazione che ha precise regole che vengono fatte rispettare meglio e più di un tribunale di giustizia. Non è importante ciò che è giusto o sbagliato, l’importante è seguire le regole dettate dai membri della “Grande Tavola”. Regole millenarie che hanno creato anche un vero e proprio sistema parallelo di “polizia”, “giustizieri” e, ovviamente, un sistema monetario autonomo.

Spesso, i debiti tra i soggetti si risolvono col sangue oppure instaurando o adempiendo a un patto di sangue pagandone il pegno.

Quindi un’estenuante combattimento in un’armeria diventa estremamente divertente e si fa, a tratti, parodia. Crudo come pochi scontri al cinema, tra coltelli e pistole, la regia regala un’ottima scena d’azione complessa e ben organizzata.

Non meraviglia più di tanto una fuga con cavalli in mezzo al traffico cittadino e non meravigliano quindi nemmeno tante altre stranezze ed esagerazioni che, senza un valido contesto, sarebbero fuori luogo.

La fine e l’inizio

“Il re è morto, viva il re”

Non esiste solo John Wick e la sua fuga. Il film mette in evidenza le relazioni che John ha con quell’ambiente costruito sulle regole e infarcito di finte o vere amicizie.

John ritorna alle origini, pone un nuovo fine alla sua vita e alla sua fuga per ricominciare, nuovamente, con quanto sa fare bene da sempre.

“Si vis pacem para bellum”

Il sottotitolo di questo terzo capitolo la dice lunga su quanta battaglia sia presente nel film. Il parabellum come unica parola è anche una tipologia di proiettile molto diffusa tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Nell’accezione più classica e citazionista ne ribadisce il concetto di pace duratura preparandosi alla battaglia.

Nel bel finale ambientato  tra fragili vetri e specchi risiede l’anima di chi ha ritrovato il suo obiettivo e la sua meta. Dopotutto John Wick ha bisogno di molto poco per sentirsi a casa:

“…armi, molte armi”

ed è un nuovo inizio, un nuovo capitolo, un nuovo film.

Voto: 7,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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