Recensione in anteprima – Gerard Butler torna nei panni di Mike Banning, agente dei servizi segreti in “Attacco al potere 2” (“London Has Fallen”), sequel del campione d’incassi “Attacco al potere – Olympus Has Fallen”. Cambia la location ma non cambia la storia, americana fino al midollo e stereotipata all’inverosimile.

Attacco al potere 2

La storia inizia a Londra, dove il primo ministro britannico è deceduto in circostanze misteriose. Il suo funerale è un evento a cui devono partecipare i leader del mondo occidentale ma quello che inizia come il più protetto evento sulla Terra si trasforma in un piano mortale per uccidere i leader più potenti al mondo, devastando tutti i luoghi storici noti nella capitale britannica. Solo tre persone possono sperare di fermare tutto questo: il presidente degli Stati Uniti, il suo formidabile capo dei servizi segreti e un agente inglese del MI-6 che giustamente non si fida di nessuno.

Arriva in extremis questa recensione in anteprima. Lo stretto riserbo della M2 Pictures ha determinato un embargo fino al pomeriggio precedente il giorno di uscita. Esce domani (giovedì 3 marzo) questo secondo capitolo di “Attacco al potere”. Titolo italiano di un successo inaspettato chiamato “Olympus Has Fallen” che, con 160 milioni di incasso a fronte di 70 spesi non poteva non timbrare uno tra i più telefonati e scontati sequel che la storia cinematografica riesca ricordare.

Attacco al potere 2 4

Gerard Butler non deve essere molto fortunato in questo periodo al botteghino. E’ in sala anche con il terribile “Gods of Egypt” e, con questo “Attacco al potere 2” (“London Has Fallen”) fa anche peggio. Mike Banning torna a salvare il suo presidente, gli Usa e, ovviamente, il mondo intero. Macho come Vin Diesel, indistruttibile come “The Rock”, più preciso del cecchino di Bradley Cooper con tanto di bambino in arrivo, più intelligente di tutta la Siria messa insieme, più affascinante di Patrick Dempsey, più vincente di Leonardo DiCaprio con 10 Oscar in mano, lui, è il solo a capire tutto e a sventare tutti i pericoli utilizzando un fucile (a carica infinita) e qualche frase qua e là che mina e uccide la sceneggiatura, o meglio quello che ne è mai stata.

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C’è da buttarla sul ridere perché se rimanessimo seri il giudizio sarebbe impietoso come non mai. Una pellicola che trasuda patriottismo a stelle e strisce fin dalle prime immagini (il jogging felice del presidente) e che continua in ogni scena a mostrare l’abilità degli americani, il sangue freddo degli americani, il saper sparare degli americani, il saper parlare degli americani, il saper telefonare degli americani, l’auto degli americani, l’elicottero americano, tutto blu, rosso, stelle tanto che inizi persino a sentire le poltrone del cinema cantare l’inno americano.

Fa ridere e di gusto, e ovviamente, involontariamente “Attacco al potere 2”. Non sono pochi i ghigni degli spettatori anche in situazioni che non lo richiederebbero. La causa? Una sceneggiatura con battute che vogliono essere ad effetto ma che risultano imbarazzanti, delle scene sconclusionate e cariche di sparatorie e cazzotti a caso, un’incipit assolutamente da fantascienza: decine di intelligence di paesi sovrani, civili, iperpreparati non riescono nemmeno a ipotizzare un attacco di un gruppo di sparuti terroristi guidati da un capo che vuole solo vendetta. Cosa inaudita, impensabile.

Attacco al potere 2_3

Ricco di stereotipi al limite dell’offensivo, pieno di macchiette (prima tra tutte il primo ministro italiano, qui Mr Gusto in là con gli anni a bighellonare per Londra con la sua compagna appena trentenne), testosteronico e riempito di scene d’azione inverosimili “Attacco al potere 2” è un film iniziato male e finito peggio, non si salva nemmeno uno spaesato Morgan Freeman e non serve a nulla ambientare la storia in Europa quando si cita in tutto e per tutto il paese a stelle e strisce.

Voto: 3,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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