Recensione in anteprima – Arriva nelle sale italiane dal 18 febbraio Zootropolis, nuovo fantastico film d’animazione targato Disney Pictures. Regia a sei mani e cast di voci originali e italiane di prim’ordine per un film che entusiasma e diverte.
Siete pronti a visitare la città più selvaggia e cosmopolita che ci sia? Ispirata dalle più belle e grandi metropoli di tutto il mondo, Zootropolis è divisa in vari quartieri, adatti ad ospitare qualsiasi specie e soprattutto costruita per essere a misura di tutti: dal più piccolo roditore, al più grande mammifero. Per questo il motto dei suoi cittadini, nonché del suo sindaco Lionheart è che chiunque può diventare ciò che vuole. Di questo motto, Judy Hopps fa il suo mantra: dopo un duro addestramento diventa infatti la prima coniglietta poliziotto. Ma Judy si accorge ben presto che, nonostante tutto, essere piccoli è dura: per il caso che le viene affidato ha come unica pista e testimone oculare Nick Wilde, una volpe che vive di truffe e che cerca di convincerla che ognuno è esattamente ciò che è e non può far altro che rassegnarsi. I due nemici per natura saranno costretti a collaborare per risolvere il mistero e scopriranno che nessuno ha completamente torto o ragione. Ognuno è quello che è, e deve imparare ad accettarlo, ma non deve arrendersi alla prima difficoltà, perché con impegno e dedizione può davvero diventare chi desidera essere.
Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush confezionano un classico (il 55°Disney) con i fiocchi: un poliziesco animato non si vedeva dai tempi di Basil l’Investigatopo e per gli animali antropomorfi che vivono in un mondo senza umani, dobbiamo tornare a Chicken Little o a Robin Hood. In generale la storia non è banale o prevedibile, i ritmi sono serrati e incalzanti, e la grafica è ottima (mesi e mesi di ricerche solo per analizzare il comportamento della pelliccia a contatto con vento, luce e ombra); la colonna sonora di Michael Giacchino è impreziosita da “Try Everything”, brano di Shakira fresco e ritmato, è proprio sulle sue note che “entriamo” per la prima volta nel cuore di Zootropolis insieme a Judy.
Ormai succede da parecchio con i film Disney, quindi forse già lo saprete, ma Zootrpolis non è rivolto solo ad un pubblico di piccoli sognatori. Ci sono dei richiami che solo gli adulti coglieranno: citazioni legate al cinema, ad una serie televisiva in particolare (che non vi dico, perché non voglio fare spoiler…ma è davvero geniale!) e anche piccole frecciatine alla società odierna, un esempio su tutti, la motorizzazione civile gestita dai bradipi (E a proposito, personalmente considero un grande errore quello di bruciare una scena divertente come quella di Flash per il trailer e di non conservarla per il film).
I bambini lo interpreteranno nella tipica chiave di lettura disneyana, quella del “se puoi sognarlo puoi farlo”, ed è giusto, perché devono essere spronati a sognare, ma anche a darsi da fare, da soli, impegnandosi e faticando. Viene infatti meno la classica situazione da deus ex machina: non ci sono fate madrine, non c’è magia, non ci sono saggi a cui rivolgersi quando le cose vanno male. E questo lo chiarisce senza troppi complimenti il capo della polizia, quando ammonisce Judy dicendole: “Dove credi di essere? In un cartone animato dove tutti cantano e dove i sogni diventano realtà?” Beh, direttore Bogo, io in realtà pensavo di sì.
Nel cast italiano fanno un ottimo lavoro Massimo Lopez (Leodore Lionheart), Leo Gullotta (Mr Big), Teresa Mannino (Fru Fru), Nicola Savino (Flash) e Diego Abatantuono (Finnick), un po’ meno bene Frank Matano (Duke Weaselton) e Paolo Ruffini (Yax) che forse accentuano troppo il loro dialetto campano e toscano, senza un particolare fine (al contrario di Gullotta che sì, fa il siculo, ma per un motivo ben preciso).
Il film uscirà nelle sale italiane il 18 febbraio e noi vi consigliamo assolutamente di andare a vederlo, qualunque sia la vostra età, la vostra razza, o la vostra stazza, perché a Zootropolis il bello è essere tutti diversi.
Voto: 8,2