Recensione in anteprima – Primo lavoro americano per Afonso Poyart. Il suo primo film, 2 Coelhos (2 Conigli), è diventato rapidamente un grande successo nella sua terra d’origine, il Brasile, tanto che la Tango Pictures ne ha acquistato i diritti per fare un remake in inglese. Premonitions (Solace in originale) uscirà nelle sale italiane giovedì 12 novembre.
Quando l’agente speciale dell’FBI Joe Merriwether (Jeffrey Dean Morgan) si ritrova ad avere a che fare con una serie di inquietanti omicidi che non riesce a risolvere, decide di chiedere aiuto ad un suo vecchio collega in pensione, John Clancy (Anthony Hopkins) un medico psicanalista dotato di capacità sensitive. il dottor Clancy, che dopo la morte della giovanissima figlia, e la conseguente fine del suo matrimonio, ha smesso di praticare e si è chiuso in sé stesso, non vuole avere niente a che fare con il caso. Ma delle visioni molto violente di Joe e della sua giovane collega, l’agente speciale Katherine Cowles (Abbie Cornish) gli fanno cambiare idea. Le sue eccezionali capacità intuitive lo condurranno sulle tracce di Charles Ambrose (Colin Farrell), e ben presto il medico si renderà conto che il suo “dono” è nulla rispetto agli straordinari poteri di questo assassino in missione.
All’inizio è difficile non pensare a un cliché: l’ agente dell’FBI che non segue gli schemi, ma ottiene risultati; la sua giovane partner calma, professionale e pragmatica; vittime che apparentemente non hanno nulla in comune; la mossa disperata di rivolgersi all’ex collega e amico che tutti ritengono pazzo, e che non vuole tornare al lavoro per nessuna ragione; i colpi di scena; le sparatorie; gli inseguimenti in macchina… del classico thriller c’è proprio tutto.
Quello che contraddistingue Premonitions è l’introduzione della componente paranormale: già visto anche questo, è vero, ma il sensitivo in questione vi rapirà: il dottor John Clancy è un uomo di scienza, che crede nella fisica e nella biochimica, ma anche nel destino e la sua fredda lucidità ci ricorda l’ altro dottore da lui interpretato, quello che gli è valso l’oscar e di cui nessuno mai si dimenticherà. Lo spettatore è catapultato nelle sue visioni, dove la saturazione del colore e il contrasto sono leggermente aumentati e dove un susseguirsi di immagini, apparentemente senza un nesso logico, gli suggeriscono la prossima mossa.
Un altro elemento fondamentale, che aggiunge un po’ di pepe alla faccenda, è la discussione sull’eutanasia: il killer si ritiene una specie di angelo della morte, che pone fine a sofferenze non ancora sofferte, perché le vede nel futuro e non riesce a capire perché Clancy cerchi di ostacolarlo e come possa essere in disaccordo con lui: qui si accende un dibattito sulla vita, sulla morte e sulla sofferenza, su moralità e umanità: la storia porta a pensare e a porsi domande sul destino, e sul diritto di vivere. Si toccano tanti argomenti provocatori, evitando i moralismi, ma l’impressione è che il discorso venga quasi lasciato cadere, che non sia approfondito abbastanza.
Il cast è sicuramente degno di nota: Anthony Hopkins alza vertiginosamente il livello di tutto il film, ed è stato lui la “calamita” in grado di attirare gli altri, tra cui Colin Farrell che, nonostante appaia per la prima volta dopo quasi un’ora, riesce benissimo a tener testa ad Hopkins e a giocare al cattivo senza cadere nel banale.
Premonitions non è uno di quei thriller dove si può cercare di scoprire il colpevole, ma piuttosto uno di quei film che intavolano discussioni infinite e ispirano riflessioni profonde.
Voto: 6,5