Spartacus, Rete 4, 23.15, 28 agosto 2015. – Anche se in prima serata su altre reti ci sono Verdone e Raimi, di certo più accessibili, scegliamo come film del giorno la pellicola meno personale di Stanley Kubrick, scritta da quel Dalton Trumbo a cui Hollywood sta per dedicare un biopic in odore di Oscar, forse il miglior peplum della storia assieme al pluri-premiato Ben Hur.

SPARTACUS
(id., 1960, USA)

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Genere: Storico
Regia: Stanley Kubrick
Con: Kirk Douglas, Tony Curtis, Charles Laughton, Peter Ustinov, Jean Simmons

Durata: 184 minuti

Trama:

Spartaco (Kirk Douglas) capeggia la rivolta di un intero esercito di schiavi in cerca della libertà, anche per la sua compagnia Varinia (Jean Simmons) e il figlio che porta in grembo. A contrastarlo, Marco Licinio Crasso (Laurence Olivier), che a Roma intanto progetta di instaurare la tirannide per ristabilire il potere dei patrizi, minacciato dalla politica “democratica” di Caio Gracco (Charles Laughton).

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RECENSIONE

Kirk Douglas si era autoproposto alla Universal come protagonista di Ben Hur, ma gli venne preferito Charlton Heston e allora lui, per ripicca, decise di fare il “suo” film epico, non religioso, basato su un romanzo di Howard Fast e sceneggiato da Dalton Trumbo, uno sceneggiatore noto per essere finito sulla lista nera del senatore McCarthy in quanto simpatizzante per il comunismo, e che per la prima volta rivide con questo film il suo nome nei titoli. All’inizio, il film doveva essere diretto da Anthony Mann, ma poi Douglas, memore di Orizzonti di gloria, decise di coinvolgere Stanley Kubrick. Peccato, però, che Kubrick non fosse soddisfatto della sceneggiatura di Trumbo, dove Spartaco praticamente non ha difetti; inoltre, il grande maestro preferiva lavorare in studio, e non si era mai confrontato con un kolossal. Senza contare poi il conflitto fra Laurence Olivier e Charles Laughton sul set, grandi attori shakespeariani che non si sopportavano a vicenda, e il fatto che non gli fu permesso di controllare completamente il montaggio. Nonostante il grandissimo successo di pubblico (e il mugugno di certa parte della critica), Kubrick rimase sempre insoddisfatto di questo film.

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E per chi scrive ha ragione: fra tutti i film che ha diretto, questo è sicuramente il peggiore. L’ho sempre definito “un film di Kirk Douglas con regista Stanley Kubrick”, e direi che la definizione è perfetta. Estranei sono e resteranno a Stanley il sapore epicheggiante delle scene di massa, un’esaltazione così smaccata della rivolta e della libertà, le scene romantiche fra Douglas e la Simmons, insomma in generale tutto il romanticismo e l’epica tipicamente hollywoodiani che pervadono il film. Da questo punto di vista, il film, nonostante l’impegno di quattro grandissimi attori in grande forma (Douglas, Olivier, Laughton e Peter Ustinov – premiato con l’Oscar – nel ruolo di Lentulo Batiato), mostra tutti i suoi anni.

Ma nondimeno, qualcosa di Kubrick c’è, ed è il tema che percorre tutti i suoi film: il disfacimento dell’Ordine, di un Ordine che sembra perfetto, regolato, meccanico come un orologio e invece finisce per saltare di fronte a qualcosa di imprevisto, e non importa che sia l’Ordine di una famiglia (Shining), della morale sessuale (Lolita, Eyes Wide Shut) o dell’ordinamento militare e politico (Dr. Stranamore, Full Metal Jacket). Le scene iniziali dell’addestramento dei gladiatori richiamano quelle di Full Metal Jacket (ma senza la rappresentazione satirica del sergente Hartman), l’idea di una società che schiavizza e priva gli uomini della loro importanza facendone carne da cannone per il divertimento di una classe superiore (e qui il film si riallaccia direttamente a Orizzonti di gloria, e preannuncia Stranamore), una società consumistica e imperialistica dove tutto è in vendita (e infatti Kubrick voleva che il film calcasse la mano su questo aspetto). Laurence Olivier incarna questo tema nella figura di Crasso, il potente che vuole capire dov’è la ragione della grandezza di Spartaco, perché gli uomini hanno creduto in uno che non era un dio.

Che poi gli spunti vengano soffocati nel turgore dei kolossal hollywoodiani, non è colpa di Kubrick. Lui, il suo kolossal, lo girerà molto più tardi: ma sarà un anti-kolossal privo di ogni epica, rigidamente geometrico e freddo, visivamente stupendo e narrativamente glaciale nel raccontare una società ancor più razionalista e razionalizzata, e quindi priva di ogni autentico slancio umano. Sarà Barry Lyndon. (di Francesco Dall’Olio alias “Francis Delane”)

Curiosità

Quattro gli Oscar vinti dal film: Ustinov miglior attore non protagonista, costumi, fotografia e scenografie. Due le altre nominations: musiche e montaggio.

Stanley Kubrick aveva all’epoca 31 anni e quattro film alle spalle totalmente diversi da questo: accettò di dirigere questo film su richiesta dello stesso Kirk Douglas. Il regista in origine doveva essere Anthony Mann.

Spartacus nasce dall’omonimo romanzo scritto nel ’52 da Howard Fast (tre milioni di copie vendute, traduzioni in 35 lingue). Douglas, coproduttore del film con la Bryna Production, ne affidò la riduzione a Dalton Trumbo, uno dei “dieci di Hollywood” che subirono la persecuzione maccartista, e che con questo film poté finalmente presentarsi con il suo vero nome, dopo dieci anni di clandestinità. E nel cast c’è anche un altro nome di quella famigerata lista nera, l’attore Peter Brocco.

A interpretare Trumbo in un biopic di prossima uscita sarà Bryan Cranston, il Walter White di Breaking Bad.

Il film costò 4 milioni di dollari, fu girato tra Hollywood e Madrid: qui furono girate le scene di battaglia tra i ribelli e le legioni di Crasso, che impegnarono circa 8 mila soldati dell’esercito spagnolo. Le riprese durarono in tutto 167 giorni, sei settimane solo per quelle della battaglia.

Kubrick non ebbe la possibilità di apportare alcuna modifica al film, che secondo lui era troppo pieno di stupidi moralismi. Dal film successivo, Kubrick avrà sempre il totale controllo delle sue opere.

Il suono della folla che grida “Spartaco!” fu registrato ad una partita di football degli “Spartans”, squadra dell’università del Michigan.

La versione originale includeva una scena in cui Crasso cerca di sedurre Antonino. Quando la commissione di decenza obiettò, la scena fu tagliata. E’ stata poi reinserita nella versione del 1991, ma il doppiaggio è stato rifatto: dato che Olivier era morto, la voce utilizzata è quella di Anthony Hopkins. Questo film assieme al contemporaneo Ben-Hur viene inserito in una lista di film con tematiche gay dal documentario Lo schermo velato.

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Alcune scene di Charles Laughton e Peter Ustinov furono riscritte da quest’ultimo dopo che Laughton aveva rifiutato i testi originali.

Draba, interpretato da Woody Strode, viene ucciso nell’arena dopo aver attaccato uno dei senatori. Il suo corpo viene messo come avvertimento a testa in giù, e dato che i risultati ottenuti con un manichino non piacquero alla produzione, lo stunt è effettuato dallo stesso attore .

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