Recensione in anteprima – Dopo diverse vicissitudini riguardo alla compravendita dei diritti della saga, Universal Pictures distribuisce una produzione Paramount Pictures e Skydance Productions per la regia di Alan Taylor. Quello che vuole essere il reboot di una nuova trilogia da completarsi entro il 2019, altri non sembra che un contorto, avvincente e forse definitivo terzo capitolo della trilogia originale. In sala dal 9 luglio.

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Nel 2029, John Connor, capo della resistenza umana, conduce la guerra contro le macchine. All’offensiva di Los Angeles, i timori di John sul futuro sconosciuto cominciano a emergere quando l’uomo viene informato dalla sua unità, la Tech-Com, che Skynet attaccherà da due fronti, passato e futuro, cambiando la guerra per sempre.

Per poter vincere la guerra contro Skynet, Connor manda il suo fido luogotenente Kyle Reese indietro nel tempo per salvare la vita di sua madre e garantire la propria esistenza. Tuttavia, Kyle scopre che il passato originale è cambiato. In questa linea temporale, un Terminator era stato inviato indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor da bambina, e così la resistenza aveva inviato un proprio cyborg indietro nel tempo per proteggerla. Dopo che il Terminator aveva ucciso i suoi genitori, il T-800 riprogrammato l’aveva cresciuta e addestrata ad affrontare il suo destino, che lei cerca di rifiutare categoricamente.

Ora, di fronte a una nuova missione, Kyle, Sarah e il vecchio alleato Terminator devono sfuggire al T-800, al più avanzato T-1000 e a un nuovo e terribile nemico.

“Old not Obsolete” ripete più volte Arnold Schwarzenegger nei panni del robot dalle sembianze umane T-800. E infatti il film sembra andare di pari passo, reinventa qualcosa di vecchio senza farlo diventare obsoleto. Dai piani dei produttori, questo reboot, nelle intenzioni, dovrebbe dare il via a una nuova trilogia da completare entro il 2019 anno in cui i diritti di Terminator passeranno nuovamente all’ideatore e regista originale: James Cameron.

Massacrato, ingiustamente, dalla critica americana, questo nuovo capitolo della saga di Terminator giunge in Italia dopo una settimana dall’uscita USA e noi abbiamo avuto l’occasione di vederlo in anteprima in 3D in versione originale. Versione che, ancora una volta, come è ovvio, ci fa apprezzare pregi e difetti della recitazione degli attori al netto del doppiaggio che alcune, forse troppe volte esalta interpretazioni mediocri. Qui una credibile Sarah Connor, interpretata da una delle star di Games of Thrones, Emilia Clarke, stranamente vestitissima e comunque senza mai far vedere niente a dispetto dalla serie tv da cui proviene, fa da contraltare alla vera star del film: Arnold Schwarzenegger. Un Terminator T-800 vero protagonista trasversale della vicenda, molto più umano del Terminator di Cameron ma con le caratteristiche ironicamente robotiche che l’hanno reso famoso e che, nonostante trite e ritrite strappano più di una risata. Particolarmente sprecato il premio Oscar J.K.Simmons così come pesce fuor d’acqua sembra Jai Courtney.

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Risate e bei pensieri che si intrecciano con la nostalgia e con un plot che non è un vero reboot ma un sequel con l’espediente dei viaggi nel tempo, trucco narrativo già utilizzato nello stesso modo, e meglio, da JJ Abrams per il reboot (vero) di Star Trek. Ed ecco il difetto maggiore del film: il continuo oscillare tra voglia di ricominciare da zero la vicenda e voglia invece di ancorare i fan all’originalità e alle atmosfere (nonchè i ricordi) dei primi due Terminator tanto da far dichiarare all’ex governatore della California che, questo Genisys nient’altro non è che il terzo vero capitolo di Terminator. Esistono persino un paio di scene del film dove son rimontate le scene originali del primo film di Cameron.

Ci son viaggi temporali e viaggi temporali però, e, sebbene non ci siano gravi errori di logica, tutto questo intrecciarsi di una vicenda che era già intrecciata di per sè con il primo capitolo di Cameron fa si che la vicenda si appallottoli su se stessa al limite dell’inestricabile e del loop di incoerenza e paradosso temporale, in pratica quello che Ritorno al futuro e “Doc” ci hanno sempre insegnato essere fondamentale da evitare.

Dicevamo di Terminator T-800 e di Arnold Schwarzenegger, ecco, risulta più che mai profetica la battuta di Cameron che disse “Terminator è il vero protagonista del film” quando l’attore austriaco voleva invece interpretare Kyle Reese e con quelle parole fu convinto a recitare nella parte del “robot cattivo”. Scopriamo qui una dimensione anche affettiva che ben si incastra nella vicenda e i rapporti umani son ben veicolati compreso quello prevedibile e rischioso tra Sarah e Kyle.

Se il capitolo originario era stato prodotto con pochi mezzi tecnici tanto da far uso di un ottimo trucco e di pochi effetti speciali, basti ricordare il robot scheletrico visibilmente aggiunto in una simil computer grafica dell’epoca e poco armonico nelle sequenze a corpo intero, Genisys ovviamente si avvale della più alta tecnologia in fatto di esplosioni, T-1000 che si ricompongono, scontri tra auto ed elicotteri da brivido e un 3D a tratti disturbante ma che da una sufficiente profondità di immagine (comunque terza dimensione non fondamentale).

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Non possiamo sapere adesso quanto incasserà questo film e quanta voglia, energia e fantasia creativa possa ancora esserci per produrre altri due film. A mio parere personale, il film non è disprezzabile, verrà odiato e amato dai fans probabilmente per le stesse ragioni, ha un triplo finale che poteva essere risparmiato e si dilunga su dettagli ammiccanti ma ha un pregio, forse liberatorio: concludere una vicenda lunga 30 e più anni. James Cameron permettendo.

Voto: 6 davvero striminzito, per nostalgia, d’incoraggiamento per fermarsi qui.

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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