Lunedì 2 marzo, Cielo, ore 21.00.

Nominato agli Oscar per le musiche di John Williams, il primo film animato (e in 3D) di Steven Spielberg, prodotto da Peter Jackson, rende omaggio al personaggio dei fumetti creato dal belga Hergè, fonte d’ispirazione tra gli altri dello stesso Indiana Jones e di tanto cinema d’avventura degli anni ’80.

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Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno

(The Adventures of Tintin, USA, 2011)

Regia di Steven Spielberg

Con

Jamie Bell

Daniel Craig

Simon Pegg

Andy Serkis

Toby Jones

Cary Elwes

Durata: 107 minuti

Trama: 

Tintin , giovane investigatore reporter sempre in compagnia del cane Milou, e’ affascinato dal racconto fantastico del capitano Haddock. L’’uomo gli parla di un vecchio e misterioso tesoro custodito all’’interno di una nave, appartenuta a un suo antenato e scomparsa quattro secoli prima in seguito all’’assalto del terribile pirata Rackam il Rosso. I due decidono di mettersi sulle tracce dell’’imbarcazione, oggetto d’interesse anche dei due strampalati detective gemelli Thompson e del diabolico magnate Ivan Ivanovitch Sakharine.

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RECENSIONE

“Com’è la sua voglia di avventure, capitano?” “Inesauribile.”

Meno male che Steven c’è. Mentre molti registi, arrivati alla maturità o alla vecchiaia, non riescono più a fare nulla di nuovo (il processo di mummificazione colpisce molti nomi: Burton, Allen, Scott, ecc.), ce ne sono altri il cui entusiasmo e la cui volontà di andare avanti rimane miracolosamente intoccata e ci garantisce grande cinema: è il caso di Martin Scorsese, leone di Little Italy che anche quando toppa fa film clamorosi, è il caso di David Cronenberg, ex genio dell’horror che ha avuto il coraggio di buttarsi nel cinema tout court dimostrandosi un Grande agli occhi di quella cieca critica per cui essere un regista di genere è una macchia imperdonabile, ed è il caso di Steven, che invecchia ma non perde la meraviglia dell’infanzia, la sensazione di essere un bambino alle prese con i suoi giocattoli preferiti.

Perché mentre molti registi fanno appello al nostro cervello o alla nostra anima adulta, disillusa, cinica, Steven invece chiama a raccolta il bambino sognante che è in noi. Non sempre questo funziona: un film come La guerra dei mondi resta un buco nell’acqua a prescindere, e anche al quarto Indiana Jones, che pure non è affatto un film stupido come l’avevo preso inizialmente, sembrava mancare qualcosa. Ma con Tintin, realizzato assieme all’altro bambino terribile Peter Jackson (che intanto ha realizzato la trilogia de Lo Hobbit: da pre-pensionare anche lui?), Steven ritrova una gioia di sperimentare, una verve registica, una freschezza inalterata. Sarà merito del motion capture, che è la tecnica perfetta per un progetto del genere (impedisce da un lato l’impresa impossibile di ricreare i disegni inimitabili di Hergé, e dall’altro quella altrettanto impossibile di caricare di trucco impossibile gli attori), sarà merito dell’amore ventennale con cui il papà di Indiana Jones insegue quello che era manifestamente uno degli ispiratori del suo archeologo, Steve ci carica sui binari di un’avventura allo stato puro, cinema luna-park senza pretese, fatto solo per divertire e divertirsi, un cartone animato in 3D (realizzato benissimo, stavolta), raffinatissimo fin dai titoli di testa, con l’affettuoso omaggio al fumetto originale, di cui rispetta lo spirito in pieno: niente sentimenti di mezzo, niente tematiche scottanti, ma la semplice fiaba, più meravigliosa ancora in un tempo come il nostro.

Merito di un manipolo di attori perfettamente in parte: Jamie Bell, ex Billy Elliott reincarnatosi nell’eroe di Hergé, Andy Serkis, mattatore instancabile e istrionico fornito di barba e cappello da marinaio come Haddock, il cattivone Daniel Craig in pausa dal ventitreesimo 007 (spero di prossima realizzazione), la coppia di comici Nick Frost e Simon Pegg con la bombetta di Dupont e Dupont.

Avanti così, Steven, verso il futuro! Perché una cosa è certa: nel cuore di quest’uomo la voglia di avventure è inestinguibile. Imbarchiamoci con il nuovo eroe e avanti verso nuove avventure, verso almeno due sequel già annunciati.

(Francesco Dall’Olio alias Francis Delane)

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