Recensione in anteprima – Massimo Boldi, Biagio Izzo e tutta la comitiva degli ultimi cinepanettoni (ora cinematrimoni) con qualche new entries danno vita a una simpatica (ma riciclatissima) commedia tra soliti clichè e qualche sorriso. In uscita il 12 novembre.
A Milano vive, felice e contento, Lorenzo Colombo (Massimo Boldi), un industrialotto lombardo che ama solo e soltanto il Nord… Ma il figlio sta per dargli il piu` grande dolore della sua vita: si sta per sposare con una ragazza del Sud (Fatima Trotta)! E il povero Lorenzo si ritrova catapultato in un chiassoso, cialtrone, pacchiano ma anche divertentissimo… Matrimonio al Sud.
Oggi per tanti ragazzi il matrimonio e` poco piu` di una formalita`, ma cosa succede se a sposarsi sono il figlio di un industrialotto lombardo e la figlia di un pizzaiolo meridionale? Che il modo di vedere il matrimonio, sobrio ed elegante, del milanese si dimostra molto diverso da quello, eccessivo e chiassoso, del napoletano (Biagio Izzo). Sono due visioni del mondo opposte. Va da se´ che, essendo il napoletano il padre della sposa, le nozze vadano celebrate al sud. Quindi il milanese e` costretto a scendere in territorio nemico.
Esce in 400 sale il 12 novembre il nuovo film che vede protagonista Massimo Boldi e Biagio Izzo. Con continue pubblicità anche in tv il film è largamente sponsorizzato e sorretto per non andare a sbattere contro il muro dei cinepanettoni che, ormai non riscuotono più grande successo. In realtà questo film si inserisce nel filone dei “cinematrimoni”, quella particolare costola nata appunto dai cinepanettoni abbandonati per divergenze artistiche dai due re del genere: Massimo Boldi e Christian De Sica. Ecco allora che dopo “Matrimonio alle Bahamas”, “A Natale mi sposo” e “Matrimonio a Parigi” arriva questo “Matrimonio al sud”….. fuori tempo massimo. Per tutto il film si ha l’impressione del già visto e per tutto il film ci si chiede per quale motivo e con quale novità si possa parlare ancora di differenze nord e sud così stereotipate e secolarizzate.
Il tutto sembra far parte di un passato che era già oltrepassato sin dai tempi del remake di “Giù al Nord” da noi prodotto come “Benvenuti al sud” e già lo stesso “Si accettano miracoli” dello scorso anno era borderline. Non che le differenze nord/sud siano cambiate nel vivere quotidiano e soprattutto nelle tradizioni ma ormai non ci scandalizza più per un matrimonio con componenti con origini distanti nell’italico stivale. Già la commedia americana (ma anche italiana in alcuni casi) è andata oltre queste differenze territoriali puntando l’attenzione su altri tipi di accettazione dell’altrui origine, esempio ne sono “Vi dichiaro marito e marito” o il demenziale “Ted 2”.
Se il film lo si guarda con gli occhi della commedia assolutamente senza pretese e leggera, superficiale al fine di strappare qualche (solita) risata sicuramente il film funziona a tratti. Qualche risata c’è, qualche situazione ironica e di puro divertimento è da apprezzare ma tutto sembra telefonato e prevedibile.
La Milano del film è la Milano nuova, riconoscibilissima dalle zone attorno a Porta Nuova con il nuovo skyline più alto d’Italia e il bosco verticale che viene più volte ripreso (con anche un errore di montaggio evidente per chi come me conosce quelle zone). Il fantomatico (e inventato) San Valentino a mare non è nient’altro che il paese pugliese Poglinano a mare splendidamente ripreso dal regista Costella e che fa da sfondo a gran parte della vicenda. La dinamica degli eventi è, come detta prevedibile come le battute e le situazioni. I personaggi idem. Si ritrovano nel cast attori e attrici che hanno già lavorato insieme per lo stesso genere di film e il personaggio che vien loro assegnato è il medesimo. Troviamo quindi Boldi, Izzo, Conticini e soprattutto Salvi che tornano a fare le stesse parti senza soluzione di continuità tra un film di matrimonio e l’altro. Qualche novità arriva dai personaggi di contorno per la bravura soprattutto delle attrici: Barbara Tabita recita bene nuovamente la parte della moglie di Biagio Izzo, così come la bellissima Fatima Trotta regge molto bene il confronto con artisti ben più navigati ed esperti, ed è soprattutto Debora Villa che cerca di far vedere tutto il suo talento.
Menzione speciale per Peppe Barra nella parte del parroco Don Gaetano e Salvatore Misticone in quella del sacrestano, da loro le gag (anche queste già viste) più divertenti. Una bocciatura totale per la recitazione di Luca Peracino, con un tono disturbante, per nulla milanese, e un’atteggiamento svogliato e poco credibile.
Probabilmente l’unico punto di forza di questo film è costituito nel cast, non tanto negli attori in sè ma nel gruppo che coeso e complice che si è creato, questo lo possiamo dire avendo assistito anche alla conferenza stampa dove raramente si vedono i componenti del cast essere i mattatori dell’incontro con sorrisi e scherzi tra loro.
Un film che potrà avere successo tra chi è disposto a non guardare troppo la confezione per andare a vedere qualcosa di risaputo e scontato ma che, con tenerezza, risulta rassicurante anche se le risate son meno di quanto ci si possa augurare.
Voto: 5
Fom per chi? Per tutti, dai giovani in su senza impegno
Fom perchè? Per farsi quattro, e solo quattro risate, niente più