Recensione in anteprima – Laika Entertainment presenta nelle sale il suo nuovo film. Emozionante, intenso e ben diretto dall’esordiente Travis Knight il film è un’avventura per Kubo e una riscoperta del valore della fantasia e dei ricordi. Dal 3 novembre al cinema.
Kubo è un cantastorie. Di giorno al villaggio suona e canta le gesta di storie senza un finale, animate davanti al suo pubblico di strada tramite origami; di notte invece si nasconde da un nemico occulto che lo cerca per privarlo dell’unico occhio che gli rimane (l’altro è bendato): il nonno. Ultimo di una famiglia legata alla magia, vive con una madre che sembra aver perso ogni forza per lottare e che, quando il nonno li troverà, scompare nel tentativo di far scappare il figlio. Inizia così il viaggio di Kubo, assieme a uno scarafaggio gigante e una scimmia, alla ricerca di un elmo, un’armatura e una spada che insieme gli consentiranno di sconfiggere l’ingombrante nonno.
Arriva nelle sale italiane un piccolo gioiello d’animazione alla vecchia maniera, cioè con la plastilina e in stop-motion. Dai creatori di Coraline e ParaNorman scaturisce questo film destinato a grandi e piccini anche se questi ultimi devono essere prontamente indirizzati per percepire l’essenza di una visione diversa dall’animazione alla quale Pixar o Dreamworks ci hanno abituato.
Prodotto da Laika Entertainment, distribuito da Universal, la regia del film è affidata all’esordiente Travis Knight, presidente della Laika stessa. E’ un esordio magnifico sia per quanto riguarda la bellezza delle immagini sia per quanto riguarda la compattezza della sceneggiatura. Affondando le radici nella tradizione giapponese, gli elementi culturali del paese del Sol Levante vengono trattasi con rispetto e usati solo esclusivamente per caratterizzarne una filosofia di vita.
“Kubo e la spada magica” questo il titolo italiano (il titolo originale è ben più preciso), è un film d’animazione mascherato in quanto solo nominalmente si riferisce ai bambini. I veri destinatari, ancora una volta sono i ragazzi più grandi, e, necessariamente anche i genitori. Come nel bellissimo “La canzone del mare” anche in questo film fa capolino in maniera evidente il tema della famiglia, dell’importanza dei rapporti umani tra padre, madre, figli e la consapevolezza di dover affrontare temi importanti quali la perdita degli affetti più cari. Kubo ha anche la possibilità di intraprendere un viaggio che si trasforma da fuga ad avventura all’interno delle proprie emozioni, dei propri ricordi, in poche parole, siamo di fronte a un vero e proprio film di formazione, come direbbero i ben istruiti.
Kubo ricorda un po’ Nemo per la sua menomazione, ricorda anche i film sui supereroi inserendo i samurai come figure eroistiche con vaghi poteri. Nelle scene di lotta tra origami il film ripercorre scene d’azione più vicine alle battaglie tra due maghi della fantasia. Nel film si narra una storia per seguirne un’altra al suo interno come allegoria di una realtà più grande dalla quale fuggire. Kubo, il ragazzino diventa padrone di una storia narrata, mai finita ma deve imparare a vivere una sua storia e per questo intraprende quel viaggio per fuggire dalle sue paure.
Mentre il ritmo della narrazione e dell’intero film lascia spazio a una vicenda ben equilibrata tra azione e spiegazione, tra riflessione e interazione tra i personaggi lo spettatore è sempre più rapito dalla fantasia descritta nel film stesso, dalla sua potenza in mano a Kubo e dalla incredibile forza di questo ragazzino. Ci si appassiona notevolmente durante la visione, il film non fa sentire minimamente gli oltre 100 minuti di durata e solo in rarissime occasioni risulta un po’ troppo prevedibile o scontato. La grande fluidità delle immagini è da rimarcare se si ripensa che il film è stato registrato in stop motion e che la tecnica richiede innumerevoli e perfette pose.
Da sottolineare anche il cast stellare di doppiatori in lingua originale. Abbiamo avuto modo, durante la visione in anteprima, di riconoscere la bravura di Charlize Theron, Matthew McConaughey, Rooney Mara, Ralph Fiennes, George Takei perfettamente calati nel personaggio da interpretare vocalmente.
“Kubo e la spada magica” mantiene le promesse per un film d’animazione che ripercorre i fasti dei precedenti lavori della Laika Entertainment. Un film da vedere e da far vedere ai ragazzini delle medie almeno, non più piccoli. Consigliatissimo, come lo fu “La canzone del mare” anche agli adulti. Favorito d’obbligo per la prossima notte degli Oscar categoria film d’animazione. Rimanere anche per i titoli di coda è un consiglio che avrà una motivazione particolare.
Voto: 8