Recensione in anteprima – Sospeso tra fiaba e realtà il film sembra ricalcare le gesta di una buona nuotata. Ovattata quando si va sotto la superficie mentre galleggia sul pelo dell’acqua. Un film poetico che diverte e fa sorridere. In uscita il 30 agosto.
Samir gruista a Montreuil, ha perso la testa per Agathe, ruvida istruttrice di nuoto occupata nella piscina municipale del quartiere. Nuotatore provetto, Samir si compra un costume e si finge principiante per agganciarla. Tra una bracciata e l’altra, le cose sembrano procedere nella corsia giusta ma un imprevisto costringe Samir a svelare la bugia. E le bugie non piacciono ad Agathe che vola in Islanda per rappresentare la Francia a un congresso di istruttori. Pazzo d’amore, Samir la segue fino al ‘polo Nord’ dove si fa passare per un conferenziere israeliano. Agathe è contro ma il destino è decisamente a favore.
Presentato al festival di Cannes del 2016 nella sezione parallela “Director’s Fortnight”, il film ha vinto il SACD Award. L’ideatrice e regista Solveig Anspach non era presente per ritirare il premio. Purtroppo, infatti, la regista è morta nell’agosto del 2015 appena ultimata la realizzazione de “L’effetto acquatico”.
Con il sottotitolo in Italia “un colpo di fulmine a prima svista” si vuole rimandare erroneamente al film “Amore a prima svista” con Gwyneth Paltrow e Jack Black realizzato dai fratelli Farrelly. E’ un’ennesima forzatura dei distributori italiani e l’ennesimo sottotitolo inutile e fuorviante. Il film “L’effetto acquatico” ha un tono molto diverso dal film dei fratelli Farrelly. E’ poetico, leggero, quasi fiabesco e narra un sorta di favola moderna tutta incentrata sulla rincorsa dell’amore.
L’estrema caratterizzazione introversa del protagonista Samir, volutamente e opportunamente arabeggiante nella fisionomia e nel nome è ben rappresentata fin da subito, fin dal colpo di fulmine, fin dal suo lavoro e l’estrema pace iniziale mentre lui è a scrutare l’orizzonte coi rumori del tramonto oltre ad essere un quadro ben pennellato è anche la quiete (dei sentimenti) prima della tempesta che Samir avrà nel suo cuore dopo l’incontro con Agathe.
I due protagonisti, profondamente ripiegati su loro stessi dovranno cercare di incontrarsi, e lo fanno in piscina, luogo neutrale e sociale. Uno “stare bene insieme” galleggiando con la paura di affondare, di andare sotto quella superficie. Non lo sappiamo, la regista non ce lo dice ma è probabile che dietro questi due adulti ci siano storie ben più complesse di delusioni affettive e non che non permettono loro di lasciarsi andare con lo slancio voluto e ricercato.
Samir nei suoi approcci è tenero e goffo mentre Agathe è risoluta e chiusa, fintamente sicura di sè si immerge nel suo lavoro e pian piano lo fa anche nella relazione con Samir. E’ un toccare l’acqua con i piedi per vedere se è fredda o calda… quel gesto timido e indagatorio di chi vorrebbe tuffarsi ma ha esperienza dei pericoli.
Commedia francese come solo i francesi sanno realizzare “L’effetto acquatico” ha anche una radice islandese. La regista, islandese di nascita e francese d’adozione ci porta nella sua isola natale tra i freddi rapporti dei due e le fredde temperature esterne. Il calore interno di Samir servirà a scongelare l’amore ma come si arriverà a questo scontato finale è tutto un programma.
Non privo di scene viste e situazioni già portate sul grande schermo “L’effetto acquatico” ha il pregio di rendere tutto molto leggero, fruibile, divertente, tenero e poetico come pochi film son capaci di fare. Un piccolo gioiello da vedere.
Voto: 7,2