Recensione – Giulio Base scrive e dirige questa nuova commedia italiana scontata e con personaggi piatti e che non rendono giustizia alla bravura degli attori. Una regia agile ma una sceneggiatura opaca e mai divertente.

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Piero Fumagalli è un “nordista milanista fascista secessionista”, direttore marketing di una multinazionale. Remo Ricci detto Zotta fa il magazziniere in quella stessa azienda, ha un figlio in arrivo, una madre fuori di testa e un conto in banca perennemente al verde. Entrambi riescono a vincere l’ambito viaggio messo in palio dalla multinazionale per recarsi a Praga ad assistere alla finale della Champions League, a una condizione: che riportino dalla partita una foto della coppa dei campioni. Inizia così un viaggio picaresco alla Un biglietto in due perché i nostri eroi, inizialmente atterrati d’emergenza in Slovenia, dovranno attraversare l’Europa del nordest in direzione Praga, e sopportarsi a vicenda in nome del comune obiettivo.

Recentemente si è parlato, nella recensione di “Nonno scatenato” in particolare, di certi attori dal passato illustre e che accettano di prendere parte a film di basso livello. Una libera scelta oppure una semplice necessità di “pagare le bollette”. Ovviamente non si può paragonare il passato artistico di Massimo Boldi con quello del premio Oscar De Niro ma il “bestia che roba” nazionale ci ha abituato, ormai anni orsono a commedie di ben altro spessore  prima di perdersi nell’indigestione dei cinepanettoni e, recentemente, dei cinematrimoni.

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Sa di vecchio, visto e rivisto questo “La coppia dei campioni”. Le gags da avanspettacolo anni 90 si mescolano con scene che arrivano direttamente dalla commedia scollacciata anni 70 e dalla commedia yuppies degli 80 con vallette e hostes molto disinibite, esiste persino un richiamo, poco riuscito, alla lingua eccitata fantozziana. I due personaggi interpretati da Max Tortora e Massimo Boldi finiscono per diventare delle macchiette con poco spessore e poco divertenti. A dirla tutta Max Tortora rende un minimo interessante il suo personaggio, contrapposto in maniera stereotipata al potere borghese e del padrone. Massimo Boldi reinterpreta per l’ennesima volta il “cumenda” milanese tutto lavoro, “danè”, tradimenti, e carte di credito a pioggia. Si chiama Fumagalli di cognome, ma va?

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L’intero film è telefonato anche se il regista ci mette l’impegno per rendere un po’ più fresca una sceneggiatura piatta e stantia. Innesca così un road movie pieno comunque di azione che si infrange in un susseguirsi di scene autoconclusive e dall’impianto predefinito e già ampiamente collaudato.

“La coppia dei campioni” non sarà sicuramente un film di punta della carriera dei due attori cabarettisti e ancora sogniamo un film dove il talento di Max Tortora possa essere espresso meglio.

Voto: 3,1

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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