Recensione in anteprima – Torino 33 (2015) – Nella sezione Festival Mobile della rassegna Torinese irrompe questa commedia molto attesa e particolarmente irriverente. Con toni vagamente splatter, questo thriller sul (finto) atterraggio sulla luna commissionato a Stanley Kubrick diverte di gusto.
1969: il governo americano ha bisogno delle riprese di un falso allunaggio per battere sul tempo i russi e manda a Londra un agente della CIA traumatizzato dal Vietnam perché convinca Kubrick a girarlo. Ma si mette in mezzo lo spiantato manager di un gruppo rock, e finiscono per ingaggiare un auteur sperimentale.
Uscirà nelle sale americane solo il 15 gennaio 2016 a oltre 8 mesi dall’uscita in Inghilterra mentre in Italia non ci è dato di sapere quale sarà la data ufficiale. Il film ha produzione francese con ambientazione inglese e con star americane, uno su tutti quel Ron Perlman istrionico caratteristica sia in tv che sul grande schermo.
La vicenda principale, e cioè commissionare a Stanley Kubrick la registrazione in studio di un finto allunaggio nel caso non riuscisse quello vero prende spunto da dicerie e leggende metropolitane secondo le quali questo fatto avvenne realmente o addirittura l’allunaggio vero e proprio che tutto il mondo ha visto è in realtà stato girato in studio e gli astronauti americani non sono mai stati sulla luna. Ovviamente poi la vicenda si complica e questo spunto da thriller diventa commedia comica degli equivoci.
La sceneggiatura incalzante e fitta di dialoghi frenetici da anche spazio a iperbolici viaggi psichici riprendendo quell’aria di grande visionarietà ed astrazione dalla realtà tipica della trattazione cinematografica del periodo hippie. Quindi non mancano pantaloni stravaganti uniti a personaggi con capelli lunghi, tizi con abbigliamento e movenze da “figli dei fiori” e tutto catalogo tipico.
Il film funziona molto bene con gag divertenti, si ride di gusto in questo thriller che si fa commedia a tratti splatter. Volutamente irriverente e goliardica la vicenda si prende in giro da sola, esalta un Ron Perlman in stato di grazia che diverte e sembra a suo agio tra scazzottate e sparatorie al limite del ridicolo e all’estremo della loro applicazione. E’ lui la vera anima del film che ogni tanto deraglia e che non è supportato da una giusta regia, troppo concentrata a far risaltare l’azione comica e la verve dei personaggi più che incanalarla in qualcosa di utile al film stesso. Parte finale straordinaria e “onesta”.
Voto: 7,1
Fom per chi? Adolescenti e giovani che amano le commedie irriverenti e goliardiche
Fom perché? Puro divertimento senza freni