Recensione – Dal 5 al 7 ottobre viene riproposto nelle sale italiane con un nuovo doppiaggio il primo lungometraggio del maestro dell’animazione Miyazaki. Profondamente ambientalista e figlio di quegli anni ’80 il film lascia trapelare tutti i suoi anni a livello tecnico ma rimane attuale per contenuti e messaggio.
trascorso un millennio da quando una serie di guerre, culminata nelle esplosioni termonucleari dei Sette Giorni del Fuoco, ha alterato l’ecosistema mondiale. Il Mar Marcio si è espanso drammaticamente, occupando i regni degli uomini e invadendo la Terra con i suoi insetti giganti e le sue spore velenose. Solo pochi territori sono rimasti indenni, ma i loro abitanti continuano incessantemente a combattere tra loro. In un regno neutrale e pacifico, la Valle del Vento, vive la principessa Nausicaa, dotata di un potere extrasensoriale che le permette di comunicare con gli animali e con i temibili insetti Ohm. Nausicaa è convinta che la soluzione non sia attaccare gli insetti, bensì comprendere il segreto alla base del Mare Marcio.
1984-2015, oltre trent’anni durante i quali il regista Miyazaki ha ribadito ed esplorato nuove strade per portare sullo schermo i suoi messaggi, le sue idee, la sua fantasia e i suoi disegni sempre attraverso degli attesissimi film d’animazione. “Nausicaa della valle del vento” rappresenta il suo primo lungometraggio, l’ultima opera prima della creazione dello “Studio Ghibli” che produrrà tutti i lavori del regista, nella cui produzione molti fan rientrare anche questo film.
Il regista giapponese propone sin da questo suo film temi cari alle sue produzioni: la difesa dell’ambiente, la lotta dell’uomo con la sua parte cattiva, la passione per il volo. In “Nausicaa della valle del vento”, complice anche l’animazione di quegli anni, il messaggio è molto chiaro e netto: la natura è buona, l’uomo è il malvagio usurpatore che, con le sue continue lotte e la voglia di predominare su tutto e tutti danneggia il pianeta tanto da scatenare nella natura delle difese atte a tutelarsi e a rendere l’ambiente inospitale all’uomo. Ovviamente c’è sempre speranza, la speranza rappresentata da Nausicaa e il suo popolo che usa a dovere e nel rispetto dell’ambiente le forze e i frutti della natura.
Una micronazione situata nella valle del vento che vede Nausicaa come una sorta di San Francesco sui generis impegnata a parlare con gli insetti giganti e a volare con il suo aliante tra il Mar Marcio e la valle. Un’eroina perfetta per gli anni ’80 ma un po’ anacronistica e a tratti stucchevole nel ventunesimo secolo. E’ forse qui il vero problema dell’opera. A fronte di una storia lineare e lodevole nel messaggio e negli intenti i personaggi sembrano incarnare troppo il tempo in cui son stati prodotti, problema lieve per degli adulti ma un po’ più importante per il pubblico dei bambini sempre più abituato a cartoni animati fatti di dinamicità, brevità, ritmo sfrenato tra una battuta e l’altra. Qui, nell’opera di Miyazaki, tutto questo non c’è. Per fortuna del film ma per sfortuna dei bambini che rischiano seriamente di annoiarsi anche a causa della durata della pellicola, quasi due ore.
Con l’attenzione focalizzata sull’ambiente e su Nausicaa, lo spazio per gli altri personaggi è un po’ limitato. Ne scaturisce un film rivolto agli adulti più che ai bambini, un film interessante e ben fatto ma forse un po’ fuori dal tempo se non fuori tempo massimo.
Voto: 7