Recensione in anteprima – Presentato a Berlino a Febbraio e in uscita nelle sale italiane per l’8 Ottobre “Life” ci catapulta nell’America degli anni 50 e ci racconta a storia vera di un giovane fotografo, Dennis Stock, che ha avuto la fortuna di incontrare James Dean agli inizi della sua carriera e di scattare quelle foto che consacreranno alla leggenda il celebre attore. 

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Siamo a Los Angeles, ci troviamo in una camera oscura dove il giovane fotografo Dennis Stock, interpretato da Robert Pattinson (per i più il vampiro di Twilight), sta sviluppando i suoi negativi. Divorziato, con figlio ed ex-moglie a New York, Dennis lavora per l’agenzia Magnum e si trova lontano da casa a cercare fortuna nell’ambiente hollywoodiano e sarà al party di Nicholas Ray, il regista designato dalla Warner Bros per dirigere Gioventù Bruciata, dove incontrerà Dane DeHaan nei panni di James Dean. Da quest’incontro Dennis proporrà a James di fare un servizio fotografico da pubblicare sulla rivista Life, che appunto da nome al film. La trama si sviluppa in tre atti: Los Angeles, New York e Indiana.

L’atto primo ci presenta Alessandra Mastronardi nei panni dell’attrice italiana Annamaria Pierangeli, con cui James Dean ebbe una relazione sentimentale, e un Ben Kingsley nei panni del signor Warner, spietato uomo d’affari e proprietario dell’omonima azienda cinematografica. James fresco del primo film da attore protagonista, “La valle dell’Eden”, è uno dei probabili candidati a interpretare il ruolo principale nel prossimo film della Warner Bros “Gioventù Bruciata”. Jack Warner minaccia di non dargli la parte se non si mette subito in riga dopo un’intervista rilasciata alla stampa dove James è poco lusinghiero nei confronti dei suoi film. Costretto a seguire il protocollo e di controvoglia James viene mandato a New York a promuovere “La valle dell’Eden” e parallelamente Dennis lo segue cercando di convincerlo a fare il servizio fotografico anche lui tormentato dall’ansia di prestazione e dalla voglia di sfondare nel suo campo.

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Nel secondo atto l’atmosfera newyorchese aiuta a scavare nell’anima dei due personaggi che iniziano ad avere un rapporto più profondo, per James rappresenta un ritorno alle origini in quanto luogo dove ha fatto scuola di recitazione e per Dennis uno scontro-

incontro con la sua realtà di padre sempre lontano da casa. Il rapporto tra i due all’inizio è altalenante, James non è convinto che questo possa giovare alla sua carriera ma alla fine sconvolto dall’annuncio a sorpresa che la Pierangeli si sposa con Vic Damone, decide di concedere a Dennis il servizio fotografico e lo invita a casa sua nell’Indiana.

L’atto terzo ci porta dalla modernità della città all’atmosfera agreste della casa di campagna della famiglia di James. In questo ambiente James rivive il ricordo della madre defunta che ha instillato in lui la passione della recitazione e Dennis trova l’ambiente ideale dove scatterà le foto che daranno una svolta alla sua carriera.

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James DeHaan (James Dean), attore ventinovenne ha un ruolo tormentato, non facile, di un’attore emergente ventenne alle prese con un mondo più grande di lui che lo vuole come rotella di un più grande ingranaggio e riuscirà a riscattarsi solo dopo la pubblicazione delle sue foto e la sua recitazione in “Gioventù bruciata” per diventare alla fine icona dei movimenti giovanili che si sarebbero scatenati nei decenni successivi, si avverte nel film la chiara distonia tra l’America dei padri (conservatori e tradizionalisti) e dei figli (libertini e ribelli). Mirabile la scena sul treno dove James racconta a Dennis di sua madre defunta, una grande prova di recitazione per DeHaan. Troviamo un Robert Pattinson (Dennis Stock) finalmente maturo che si scrolla di dosso definitivamente quell’immagine di vampiro luccicante di Twilight e da prova di una recitazione buona ma non ottima. Preoccupato di aver preso un abbaglio pian piano si accorge di avere per le mani una futura star di Hollywood e fa scelte coraggiose come rinunciare a un lavoro sicuro per inseguire una chimera, che poi si rivela essere una grande scoperta. C’è anche un po’ di Italia da commentare, la Mastronardi ha un piccolo ruolo (l’amante di James) all’inizio del film e con l’inglese non se l’è cavata per niente male e la sua recitazione non ne ha risentito. La recitazione di Ben Kingsley è discreta nei panni del signor Warner, è quasi a rappresentare l’archetipo del tipico imprenditore americano cinico e rude che si è fatto da solo intento a difendere a tutti i costi il suo impero cinematografico.

Ma il vero protagonista del film non è DeHaan ne Pattinson ma la fotografia. Questo è un film su un mondo che è caro al regista Antony Corbijn che prima di diventare regista è stato un famoso fotografo di rockstar musicali. Il tema gli è tanto caro che l’obiettivo del film non è raccontare semplicemente la vita dei due personaggi ma come dalla fotografia che nasce nel buio della camera oscura possa venire alla luce l’umanità di ogni soggetto, anche quello più idealizzato. Alla fine del film prima dei titoli di coda c’è la rassegna delle vere fotografie di Dennis Stock pubblicate su “Life” poco dopo il ritorno dei due dall’Indiana, che sembrano un tributo più che a James Dean o a Dennis Stock alla fotografia e alla capacità di questa arte di tramandare i ricordi e mi viene da dire l’anima del proprio soggetto.

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Il regista da prova di conoscere bene la tecnica cinematografica, inquadrature, a mio parere, sempre perfette esaltate da una fotografia ottima (questa volta intesa in senso cinematografico) abilmente diretta da Charlotte Bruus Christensen (“Il sospetto”). La sceneggiatura di Luke Davies risulta poco brillante, spesso scricchiola in dialoghi superflui e si sofferma troppo sul dramma interiore che i due personaggi principali vivono ogni giorno. Il film inizia bene ma risulta rallentato subito dalla situazione di incertezza di Dennis Stock che viene continuamente preso dall’ansia di non riuscire a raggiungere il suo obiettivo e questo non contribuisce a far affezionare lo spettatore al personaggio. La brillante recitazione di DeHaan però ci fa sopportare meglio il film.

Insomma un film biografico che fa fatica a prendere il suo ritmo ma che racconta il periodo di lancio della brevissima carriera di James Dean morto giovanissimo per un’incidente stradale all’età di 24 anni. Per gli amanti del cinema credo sia d’obbligo. Merita di essere visto anche per la recitazione di DeHaan che dimostra di avere talento da vendere.

VOTO: 6,5

Di Edo

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