Giorni di guerra

Clint 94
(Action – Thriller)

Regia: Jean-François Richet

Cast: VINCENT PEREZ, VINCENT CASSEL, AUDREY TAUTOU, ANTONIO           BANDERAS, MARTON CSOKAS, GILLES LELLOUCHE, SERGIO ALBELLI, MAYA SANSA, GIORGIO CANTARINI, FRANCESCO SCIANNA, ALAIN DELON, MATHIEU KASSOVITZ, FRANCOIS LEVANTAL, JOEY STARR, LOUIS GARREL, MICHAEL LONSDALE, VIRGINIE LEDOYEN.

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Trama: Tempi duri per Jean-Luc Corsari (Cassel), detto Le Loup, l’indiscusso boss di Marsiglia: una nuova gang guidata dallo spietato Emil Serafian (Csokas) si contende con lui il dominio sulla città e l’ispettore Sophie Velasco (Tautou), da sempre sulle tracce del boss, ha finalmente trovato la prova per incastrarlo. Corsari rapisce allora Sophie, ma sulle tracce della donna si mettono suo padre Gaston (Banderas), un contrabbandiere franco-spagnolo , e il suo amico Vincent Leroy (Perez), un ex poliziotto che ha già avuto a che fare in passato con Corsari…

Recensione: (Andrew)
Clint dice bene, dopo un successo clamoroso come Millennion la strada non è affatto in discesa perchè adesso le aspettative nei suoi confronti saranno sempre alte e dovrà evitare dei passi falsi. Con “Giorni di guerra” direi che il produttore sia riuscito a mantenersi su livelli alti. Ma c’era da aspettarselo, dato che il film doveva uscire lo scorso semestre e non uscì anche per evitare concorrenza interna con Millennion.
Ma veniamo a noi. Si cambia ambientazione, ma il genere resta quello. Gangster, poliziotti e uomini che stanno a cavallo tra queste due fazioni. Sono queste le categorie di personaggi con le quali Clint sembra avere più affinità e anche in questo caso ce le propone facendole incontrare e scontrare. La cosa che in questo film mi è piaciuta di più è la presenza di personaggi un po’ ambigui, di quelli che stanno appunto a cavallo tra le due fazioni, oppure che decidono di cambiare perchè gli avvenimenti lo richiedono. Emblema di tutto questo è il personaggio interpretato da Audrey Tautou, poliziotta con le palle che però è disposta a mettere da parte le regole per perseguire quello che la sua coscienza le dice che è giusto. Infatti è fidanzata con l’ex poliziotto Vincent ma approfondirà la conoscienza di Corsari senza troppi problemi.
Ovviamente le punte del film sono proprio questi due personaggi. Il primo molto affascinante come boss, non si può non invaghirsi del suo charme e come Sophie, anche noi ci lasciamo ammaliare da quei metodi così raffinati ma al tempo stesso brutali. Vincent invece è quello più tormentato, da un passato difficile e in cerca di un riscatto, altra figura tipica dei film di Clint.
Mi è piaciuto un po’ meno Gaston, non perchè sulla carta non sia un bel personaggio, ma la sua resa complessiva non mi ha convinto, dato che è troppo evidente il fatto che nasconda un cuore tenero dietro la scorza dura, cosa che poteva essere più celata (ad esempio rendendolo un po’ più aspro nei confronti di Vincel, mentre qua sono da subito amici).
Sceneggiatura scritta molto bene, sono stati fatti molti passi in avanti rispetto ai tempi di Demian o Sinfonia di morte, dove dicevo che i dialoghi non erano credibili. Adesso invece lo sono e anche le scene d’azione sono descritte bene, per quanto in alcuni casi le ho trovate un po’ eccessive, tipo quella dove Vincent e Gaston uccidono da soli tutti i killer entrati nella villa o quando ancora irrompono nel covo degli slavi. Sembrano una sorta di Rambo o di 007 e queste cose mi sono sempre state antipatiche nei film.
Del regista non ho visto nessun film, ma guardando la sua filmografia si può dire che ci sta come scelta. Comunque ha fatto sicuramente un buon lavoro.
Anche il cast è scelto bene. Spiccano Cassel, perfetto per la parte (anche troppo :P) e Perez, ma come ho già detto mi è piaciuta molto anche la Tautou. Escludendo poi Antonio Banderas (anche lui bravo nella parte, con le riserve di cui ho parlato) degli altri non spicca nessuno in particolare, ma sono tutti attori scelti con cura e con le facce giuste.
Voto: 7,5 (8 al sondaggio)

Clint ha detto di aver paura che gli si dica che scrive sempre lo stesso genere di film. Lo ammetto, non ho potuto fare a meno di pensarlo, perchè è evidente questa passione per il genere. Ma appunto io la vedo più come passione e non come difetto, e questo lo dimostra il fatto che riesce a fare sempre di meglio con queste storie, infatti questo lo trovo uno dei suoi gangster-movie più riusciti. In ogni caso, il consiglio di cambiare di tanto in tanto genere, c’è. Altrimenti manca quella crescita come produttore che proprio in questo momento di gloria gli ci vuole per arrivare al top e poter dire di essere tra i migliori.

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